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  • Eriksen-Perisic, la mossa scudetto di Conte: così hanno cambiato l'Inter

    Eriksen-Perisic, la mossa scudetto di Conte: così hanno cambiato l'Inter

    • Luca Bedogni
      Luca Bedogni
    Quando il mercato invernale non ‘aggiorna’ la rosa di una concorrente al titolo, diventa fondamentale trovare una mossa tattica equivalente per progettare la fuga. Il vantaggio attuale dell’Inter di Conte sulle rivali non sta tanto nella classifica, sta nella consapevolezza di aver raggiunto proprio in questo momento un nuovo inizio. Il Milan tatticamente quello è, e lo è fondamentalmente dalla prima giornata di campionato. La Juve attende Dybala, è vero, ma forse non come un titolare fisso. L’Inter invece sta rilasciando nuove impressioni di forza affidandosi finalmente a due giocatori importanti che finora erano rimasti ai margini del progetto: Perisic ed Eriksen. Conte è arrivato gradualmente, attraverso fatiche e resistenze più o meno giustificate e condivisibili, a inserire la qualità in un momento chiave del campionato. E l’Inter oggi è più forte di prima, più completa, e soprattutto più imprevedibile e offensiva

    PERISIC QUINTO, IL SOGNO DI CONTE - Nelle ultime quattro partite Conte ha schierato Perisic come quinto di sinistra dal primo minuto. Nel derby di Milano in particolare Ivan è stato tra i migliori in campo. Una volta accettata la disciplina difensiva del nuovo ruolo, il croato ha messo a disposizione della squadra il suo repertorio di giocate contribuendo a bilanciare le azioni d’attacco dell’Inter. Avete capito bene, il bilanciamento di cui si parla ora non è una sorta di contrappeso di Hakimi. Significa al contrario avere due quinti in grado di saltare l’uomo e comunicare tra loro come due esterni offensivi. Ecco un esempio.

    Eriksen-Perisic, la mossa scudetto di Conte: così hanno cambiato l'Inter

    Alla minaccia reale di un dribbling in un duello, Perisic può alternare per dirne una cambi di gioco di qualità entrando dentro al campo come un esterno a piede invertito. Qui sotto un lancio per Hakimi sul lato debole. 

    Eriksen-Perisic, la mossa scudetto di Conte: così hanno cambiato l'Inter

    Allo stesso tempo Perisic è in grado di utilizzare il mancino a sinistra per innescare le ripartenze con passaggi lungolinea di una certa difficoltà. Ricordate questa transizione? Ivan intercetta un lancio di Calhanoglu per Saelemaekers e scatta in contropiede.

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    Vede l’attacco alla profondità di Lautaro alle spalle di Calabria mal posizionato, e serve il compagno con un filtrante. Per ripartire con efficacia ci vuole gamba, sì, ma anche qualità.

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    PERISIC-ERIKSEN: NUOVE COMBINAZIONI - La presenza di Perisic sulla sinistra non va vista come un qualcosa di separato dal contesto. Un conto è avere una famiglia di giocatori del tipo ‘Bastoni-Vidal-Perisic’, oppure ‘Bastoni-Gagliardini-Perisic’, un conto è avere insieme sullo stesso lato Eriksen e Perisic. Il bilanciamento offensivo di cui si parlava sopra è causato anche dalla nuova rete di giocatori in quella zona precisa, non tanto e non solo dalla presenza di un singolo interprete diverso. Dalla ‘top 10 combinazioni’ di Milan-Inter si evince infatti un buonissimo dialogo tra il danese il croato. Se Hakimi e Barella si sono cercati 20 volte in tutto (primo posto), dall’altra parte Eriksen e Perisic hanno fatto 14 (quinto posto). Ecco un ‘web tecnico’ sulla sinistra, notare l’importanza del doppio regista.

    Eriksen-Perisic, la mossa scudetto di Conte: così hanno cambiato l'Inter

    Il gioco dell’Inter diventa in questo modo più vario. Sia perché Eriksen conosce perfettamente i principi della pausa e del terzo uomo, sia perché Perisic è in grado di dare continuità al palleggio e alle combinazioni anche nello stretto. Qui sotto Ivan completa la serie di passaggi consegnando il pallone alla corrente Brozovic con un tocco corto da giocatore offensivo. 

    Eriksen-Perisic, la mossa scudetto di Conte: così hanno cambiato l'Inter

    LA DOPPIA MINACCIA - Nella splendida azione del raddoppio nerazzurro possiamo apprezzare davvero tanti dettagli. In essa infatti la nuova forza dell’Inter si è come dispiegata tutta davanti ai nostri occhi. A ciò che già conoscevamo come tipico si è aggiunto qualcos’altro. Chi di voi non riconosce questa situazione caratteristica? 

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    È una palla morbida giocata a Lukaku in fascia, non importa da chi, se dal braccetto, dal centrale, da Brozovic, da Barella (come in questo caso) o dallo stesso Hakimi. Quello che conta è il comportamento immediato del quinto marocchino che, col pallone ancora in volo, attacca un fianco del gigante belga (dove c’è spazio, a seconda del punto di ricezione di Lukaku). Fin qui niente di nuovo, il passaggio consegnato di Lukaku scatena il fattore Hakimi. La difesa del Milan è già in confusione, incapace di fronteggiare queste accelerazioni micidiali.

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    Ma ecco spuntare sul lato debole la seconda minaccia, il treno Perisic. Non basta, serve un connettore di qualità: Eriksen. Il passaggio di Hakimi per il danese attiva il 3 vs 1 ai danni del povero Calabria. Ci si può inoltre domandare perché Perisic goda di tanta libertà. Guardate dov’è Saelemaekers (esterno destro del Milan) all’inizio dell’azione: stringe su Eriksen. Perisic è libero perché il pressing di Pioli è fatto così. E l’Inter con la presenza di Perisic in fascia ha sfruttato il bug del Milan.

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    Ora mi dovete scusare, ma il trattamento del pallone di Eriksen in questa circostanza, così come quello del tempo e dello spazio merita tutta la nostra attenzione. Finora infatti non si è dato il giusto peso a ciò che ha fatto.

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    Ha ricevuto una palla decisamente sporca da Hakimi, e ci ha messo un po’  per aggiustarsela. Prima l’ha schiacciata per terra (niente di che) facendola impennare fino al petto, poi ha atteso che scendesse e solo a quel punto l’ha addomesticata con l’esterno del collo. La calma dentro la velocità degli eventi.

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    A parecchi credo sia sfuggita a questo punto la vera finezza di Eriksen: il danese prima di passare il pallone all’accorrente Perisic ha fintato un passaggio di destro, guadagnando un tempo. Guardate la posizione e la postura di Calabria rispetto a palla e giocatori avversari.

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    Un conto è passarla ora di destro (vedi sopra), un altro è passarla ora di sinistro (vedi sotto).

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    In quest’ultimo caso Perisic ha un vantaggio potenziale su Calabria di gran lunga maggiore. Primo perché Calabria, a differenza di prima, è proteso verso il pallone (deve stare attento al tiro di Eriksen), secondo perché Perisic è ormai oltre Calabria. Il danese ha atteso con una pausa il controtempo. Questo significa avere Eriksen in zona di rifinitura. 

    LO ZAMPINO DI PERISIC NEL TERZO GOL - Se nel primo gol Perisic c’entra solo indirettamente, in quanto è il giocatore che arrivando in area sul secondo palo crea un dubbio a Calabria (il terzino è preso in mezzo tra il croato e Lautaro e non sa chi marcare); se nel secondo il contributo di Perisic è invece evidente, bisogna sottolineare anche la funzione di Perisic nel terzo gol. Partiamo dal cambio di gioco di Skriniar. Qui appare chiara ancora la pressione di Saelemaekers sul doppio regista Eriksen. Conseguenza? Con un cambio gioco si raggiunge Perisic libero.

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    Ma Saelemaekers scivola verso il croato, che tuttavia fa in tempo a giocarla dietro al sostegno Bastoni. Tonali accompagna e accorcia su Eriksen.

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    Quando però Bastoni serve a sua volta il centrale De Vrij e la morsa del Milan si stringe, ecco che Perisic anziché rimanere largo sul binario ha l’intuizione di entrare dentro al campo per offrire al compagno una linea di passaggio. Per continuare a giocare corto?

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    No, per effettuare una giocata molto contiana: un lancio di prima intenzione (a piede invertito) verso la zona Lukaku-Barella, così da saltare il pressing avversario e attivare un pericoloso 3 vs 3.

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