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    Kompany, più infortuni che presenze: quanto fa male quel no di Bonucci...

    Kompany, più infortuni che presenze: quanto fa male quel no di Bonucci...

    • Federico Albrizio
    "Nulla di preoccupante, un infortunio di poco conto", così al termine del match contro il Crystal Palace Pep Guardiola commentava la prematura uscita dal campo di Vincent Kompany, vittima di uno scontro con il portiere Bravo, ma a dopo due giorni la serenità ha lasciato spazio a una rassegnata consapevolezza: l'infortunio del centrale belga è più grave del previsto, si tratta di un problema al ginocchio che terrà Kompany lontano dal campo "per diverse settimane", come confermato dallo stesso Guardiola nella conferenza alla vigilia del Borussia Monchengladbach, prossimo impegno in Champions League del Manchester City.

    2016 DA INCUBO - Quello di Kompany è un vero e proprio calvario senza fine: nelle ultime due stagioni e mezzo il centrale del City ha messo assieme solo 60 presenze complessive (33 nel 2014/15, 22 nel 2015/16, 5 in quella attuale). Numeri da incubo, ancor peggio se si guarda il minutaggio del giocatore nell'anno solare 2016, nel quale ha perso anche la possibilità di giocarsi gli Europei con il Belgio.

    Di seguito l'elenco con alternanza di infortuni e presenze:

    - 6 settimane di infortunio
    - 496 minuti giocati (7 partite)
    - 5 settimane di infortunio
    - 189 minuti giocati (3 partite)
    - 20 settimane di infortunio
    - 90 minuti giocati (1 partita)
    - 3 settimane di infortunio
    - 123 minuti giocati (3 partite)
    - 0 minuti per riposo precauzionale (3 partite in panchina)
    - 1 settimana di infortunio
    - 37 minuti giocati (1 partita, l'ultima contro il Crystal Palace)

    Più infortuni che partite giocate, non è solo un modo di dire ma una realtà per Kompany, una situazione che ha inguaiato il club di Manchester nelle ultime sessioni di mercato.

    CITY SEMPRE SUL MERCATO, E IL NO DI BONUCCI... - Già perché Kompany nei piani del Manchester City era fin dal suo arrivo il perno su cui costruire la difesa, strappato alla concorrenza di mezza Europa per fondare il nuovo progetto, ma senza il capitano lo sceicco Mansur si è trovato costretto a investire costantemente per dare al proprio tecnico una coppia centrale affidabile. Stones 55, Otamendi 45, Mangala 31: 131 milioni di euro complessivi spesi nelle ultime tre sessioni estive (un acquisto l'anno, rispettivamente 2016, 2015 e 2014), cifra mostruosa se si pensa che riguarda solo la retroguardia. Eppure l'investimento non è bastato a blindare la difesa, rimasta sempre il vero tallone d'Achille degli Sky Blues nel corso degli anni: l'affidabilità di Kompany continua ad essere un problema e così il City si ritrova perennemente sul mercato. Quest'estate poi Guardiola aveva addirittura tentato il doppio colpo: l'ex allenatore del Barcellona ha provato in tutti i modi a convincere Leonardo Bonucci, ricevendo un no secco dal centrale della Juventus, un no che a distanza di qualche mese fa ancora più male di quanto potessero preventivare a Manchester.

    ORA PRUDENZA - A 30 anni Kompany non può ancora essere considerato finito e Guardiola non vuole assolutamente darla vinta alla sfortuna, ma serve prudenza per evitare ulteriori ricadute. Nelle prossime settimane il belga seguirà un percorso preciso e senza la pressione di dover accelerare i tempi di recupero: un piano di rientro di media lunghezza che dovrebbe consentire al difensore di recuperare la piena brillantezza fisica prima di tornare in campo e aprire un nuovo capitolo nella sua personalissima sfida con la sorte, con la quale Kompany è in abbondante, abbondante credito.

    Twitter: @Albri_Fede90

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