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  • Kolo Muani e quel provino col Vicenza: "Ricordo un gol pazzesco in rovesciata". Il racconto a CM

    Kolo Muani e quel provino col Vicenza: "Ricordo un gol pazzesco in rovesciata". Il racconto a CM

    • Francesco Guerrieri
    C'è stato un periodo nel quale Kolo Muani si è presentato a Vicenza per un provino. Sì, quel Kolo Muani: l'attaccante classe '98 appena preso dalla Juventus. Aveva 17 anni ed era stato aggregato alla Primavera. Si è allenato con i giovani biancorossi una ventina di giorni prima di rifare le valigie e salutare tutti, senza sapere che nove anni dopo le strade con l'Italia si sarebbero rincrociate. A raccontare l'aneddoto del 2016 è l'ex allenatore della Primavera di quel Vicenza Daniele Fortunato: "Si è allenato con noi per tre settimane, mi avevano chiesto di provare a vedere com'era - racconta nella nostra intervista - ma non so se la società si fosse resa conto del valore di quel ragazzo. Non serviva neanche provarlo per capire che con gli altri non c'entrava niente...".

    Che impressione le aveva fatto?
    "Eravamo una squadra di basso livello, e lui spiccava di gran lunga su tutti. Non doveva stare a Vicenza, ero sicuro che lì a breve il suo futuro sarebbe stato in qualche club più importante".

    Come mai poi non firmò col Vicenza?
    "Perché era talmente bravo che il padre decise di mandarlo via. E penso abbia fatto la cosa giusta, considerando anche che quel Vicenza non era quello attuale: stavamo per fallire e non c'erano i mezzi per andare avanti".

    Che ricordo ha del Kolo Muani diciassettenne?
    "Mi è rimasto impresso il suo sorriso, ho il ricordo di un ragazzo sempre sorridente. Quando è andato via si è messo a piangere perché con noi si trovava bene. Io l'ho sempre trattato come fosse un giocatore tesserato, facevo così con tutti quelli che arrivavano in prova. E anche nello spogliatoio si era inserito subito bene".

    La prima immagine del giovane Randal?
    "Non mi ricordo se fosse in allenamento o in un'amichevole, ma fece un gran gol in rovesciata. Per la fisicità che aveva già all'epoca, non pensavo potesse essere così agile".

    Cosa l'ha colpita all'epoca?
    "La sua educazione e, soprattutto, il fatto che ascoltava molto. Voleva imparare e crescere, si applicava. Non so se capiva quello che gli dicevo perché non parlava bene l'italiano, ma sorrideva e faceva esattamente quello che serviva: come tutti i giocatori bravi tecnicamente, era capace sempre di uscire dalle difficoltà nel migliore dei modi".

    Si aspettava di vederlo a livelli così alti?
    "Sinceramente no, non pensavo di vederlo alla Juventus. Da ragazzino era forte, ma chiaramente era ancora piccolo e in una carriera può succedere di tutto". 

    Commenti

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    Utente Cm 199482
    Utente Cm 199482

    È khaby lame, non vedo altro

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