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Kokorin: 'Tornare in Serie A? Volentieri, ma solo per giocare'
"La Fiorentina è una grande squadra, in una bellissima città con una grande storia, e volevo assolutamente giocare lì. Avevo giocato 12 anni in Russia e avevo bisogno di cambiare aria. In Italia il calcio è più tattico, ci vuole cervello e anche molta intensità. È un calcio che amo. Tutte le partite, sia contro la Juventus che contro il Lecce, non sono partite facili. Sono stato in Italia per due anni e ogni partita era un vero spettacolo, in stadi enormi. La gente pensa solo alle partite, è un grande campionato.
FUTURO - "L'adattamento è stato molto rapido, perché lo staff si prende molta cura di me. Quando ho bisogno di aiuto, sono pronti ad aiutarmi. Parlo russo tutti i giorni, parlo russo con l'allenatore. Quando ero in Italia, il problema della lingua negli spogliatoi era più evidente. Sta andando bene, sto giocando molto. Alla fine di questa stagione avrò ancora un anno di contratto con la Fiorentina; se non dovessi restare all'Aris, dovrò tornare in Italia. Per ora sono in prestito, poi parleremo con il direttore e il presidente. Tornare in Serie A? Certo, ma per giocare. In caso contrario dovremo prendere altre decisioni".
PRIGIONE - "Ovviamente è stato qualcosa di molto difficile da gestire. Ë passato tanto tempo e ci siamo resi conto della portata e della gravità delle azioni commesse. Non lo faremo mai più. Pavel è un bravo ragazzo, ma c'erano problemi quando facevamo vacanze insieme: si beveva e da lì nascevano i problemi e le cazzate. Dopo questa triste esperienza, però, abbiamo capito di aver superato un limite. Lui è davvero cambiato: ha smesso di bere 5 anni fa, ha famiglia, progetti, figli. Eravamo giovani, è stato folle ma i tempi sono cambiati".
CAPELLO - "Ho ottimi ricordi con tutti gli allenatori. Capello è un allenatore incredibile, ma era molto ambizioso, affamato. Era un uomo forte con ambizione. Petrescu era come un amico. Ho avuto allenatori fantastici, hanno cercato sempre una connessone con i giocatori. Tornando a Capello, sotto la sua guida ci siamo qualificati al Mondiale 2014 chiudendo davanti al Portogallo di Cristiano Ronaldo nei gironi di qualificazione. Credo che per lui sia stato un ottimo risultato portare la Russia a quel livello".