Kean, fratello sfigato di Forrest Gump ubriacato per dispetto da Alex Ferguson
Quando un club appartiene ad una società che alleva polli da batteria le battute vengono fin troppo facili. Ma il vero parafulmine del Blackburn non sono i proprietari indiani della Venky's (dalla presidentessa Anuradha Desai, che, dopo l'acquisto del club, paventava Maradona in panchina e Ronaldinho in campo, al fratello cappellone Venkatesh Rao, che con la sua mega coda di cavallo sembra il tirapiedi di un cattivo in un film di James Bond). Si tratta pur sempre di una multinazionale che vale miliardi e che i soldi li caccia. No, il più bersagliato è l'allenatore, Steve Kean.
Quando prese in mano il Blackburn, poco prima di Natale dello scorso anno sembrava rappresentare una ventata di nuovo. Un carneade, certo, ma uno con un background interessante: modesto calciatore, aveva cercato fortuna in Serie B portoghese, prima di diventare viceallenatore con esperienze al Fulham e alla Real Sociedad. Testa rasata, nato a Glasgow, non era uno del giro e quindi prometteva bene.Invece per la stampa inglese sembra il fratello sfigato di Forrest Gump. E i tifosi non vedono l'ora che venga cacciato. Fino a poco tempo fa, lo stricione Kean Out era bene in vista a Ewood Park. Adesso non c'è più', perché il club minaccia la radiazione dallo stadio a chi contesta il mister. E allora - è successo 3 settimane fa - ecco la colletta tra i sostenitori per noleggiare un'aeropolano che sorvolasee lo stadio tirandosi dietro il famigerato striscione. A fare infuriare i tifosi non sono solo i risultati anche se, certo, incidono: Kean ha preso in mano un club di metà classifica, si è salvato all'ultima giornata e quest'anno è fanalino di coda in Premier League. No, a farli arrabbiare veramente sono le cose che dice. Prendete questa perla dopo l'eliminazione nei quarti di finale di Coppa di Lega martedi' contro i cadetti del Cardiff: "Avevamo la possibilità di arrivare in finale di coppa, ma la nostra vera finale di coppa è la prossima gara di campionato, quindi abbiamo deciso di dare forfait." Cioè hanno deciso di perdere? La stampa e i tifosi (specie quei 2mila che si sono sciroppati la trasferta di Cardiff) l'hanno presa così, nonostante la successiva arrampicata sugli specchi di Kean. Alcuni pretendono di essere rimborsati, altri minacciano vie legali. D'accordo, la Coppa di Lega, per molti, è una pagliacciata (basta vedere le formazioni schierate da Chelsea e Manchester United, zeppe di ragazzini e rincalzi) ma ammetterlo così pubblicamente è stato preso come uno schiaffo in volto. Un conto è fare un turnover anche pesante, ben altro è fare intendere di avere perso apposta. La cosa più assurda? Non è affatto chiaro che Kean cercasse l'eliminazione. Dopo tutto, contro il Cardiff ha schierato per sette undicesimi la formazione titolare e, nella ripresa, ha mandato in campo altri due titolari come Yakubu e Rochina. Più che uno che voleva farsi eliminare sembrava uno che voleva vincere, salvo poi fare il discorso della volpe e l'uva.
Non è la prima volta che Kean si lascia andare a dichiarazioni strampalate. Lo scorso maggio, la polizia lo ha fermato per guida in stato d'ebbrezza al ritorno dalla gara di campionato conro il Manchester United. Invece di accettare la multa, Kean ha fatto appello, sostenendo che aveva sì bevuto qualche bicchiere di vino con Sir Alex Ferguson dopo la gara più un'altra birra in un pub vicino a casa sua, ma che l'alcool consumato non poteva spiegare le rilevazioni dell'etilometro. Quindi? Quindi - ha spiegato Kean - qualcuno deve avere manomesso la sua birra o il suo vino inserendo qualche sostanza ubriacante. Un complotto da 007! Il giudice non se la è bevuta, anzi, ha raddoppiato la pena: 18 mesi senza patente. Attenzione pero'. Ride bene chi ride ultimo. Kean sarà senza patente, senza pudore (agli occhi dei tifosi) e senza credibilità (per la stampa). E sarà pure all'ultimo posto in Premier. Ma la scorsa settimana ha ottenuto un ritocco al contratto. Adesso guadagna 1,5 milioni di sterline lordi all'anno. Più di un milione di Euro netti, tanto per intenderci. La generosità della Venky's non conosce limiti. E, badate bene, loro pagano con soldi veri, non con polli da batteria.
GABRIELE MARCOTTI
Inviato di calcio internazionale per il Times e corrispondente da Londra del Corriere dello Sport-Stadio. Collabora con varie testate internazionali tra cui La Stampa, il Glasgow Sunday Herald, Sports Illustrated, Titan Sports e il Melbourne Age. E' opinionista per i network televisivi ESPN e ITV. Ha scritto "The Italian Job" assieme a Gianluca Viallli, l'autobiografia di Paolo Di Canio e la biografia di Fabio Capello. Ma, soprattutto, è di Cusano Milanino, il paese del Trap. Potete seguirlo su Twitter @marcotti