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Kean alla Juve, un’operazione senza senso. Per due motivi
Sta facendo così bene, Kean, che è stato avvicinato alla Juve, da dove è partita la sua avventura nel grande calcio. Ecco, pur con la stima crescente che abbiamo nei confronti dell’attaccante azzurro, il ritorno in bianconero sarebbe per la società un’operazione senza senso. Per due motivi, almeno.
Innanzitutto c’è la questione economica, che si lega a un problema di immagine. La Juve lo ha venduto all’Everton per 27 milioni (anche) per realizzare una plusvalenza. Ora è al Psg e a fine stagione dovrebbe tornare a Liverpool per fine prestito. Probabilmente sarà messo di nuovo sul mercato; la valutazione è attorno ai 50 milioni. Da qui l’interesse dei bianconeri. Ma avete mai visto un club riacquistare al doppio della cifra un calciatore ceduto appena due anni prima? E’ come ammettere di avere commesso uno sbaglio enorme liberandosi di un talento prezioso e cercare di rimediare all’errore pagando un prezzo elevatissimo. Una follia, insomma.
Poi c’è l’aspetto tecnico-tattico. Kean è probabilmente un attaccante esterno oppure una seconda punta che può fare anche il centravanti, ma certamente non è un uomo d’area, uno che diventa il punto di riferimento offensivo della squadra. Alla Juve invece manca proprio questo: un classico numero 9, alla Suarez o alla Dzeko per intenderci, giocatori non a caso trattati dai bianconeri l’estate scorsa. Uno così è indispensabile per la Juve, chiunque rimanga a Torino degli altri attaccanti, perché ne hanno tutti bisogno: da Ronaldo a Dybala, da Morata a Kulusevski e Chiesa. Kean sarebbe un attaccante simile più a questi ultimi che al centravanti d’area fondamentale per i bianconeri. Che senso avrebbe aggiungere un altro giocatore con tali caratteristiche, per quanto estremamente promettente, ai tanti che già ci sono?
@steagresti