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  • Kean: "Alla Juve ero precipitato nel buio, alla Fiorentina ho rivisto le stelle. Vlahovic mi ha incoraggiato"

    Kean: "Alla Juve ero precipitato nel buio, alla Fiorentina ho rivisto le stelle. Vlahovic mi ha incoraggiato"

    • Alessandro De Felice
    Moise Kean è rinato. Alla corte di Raffaele Palladino, l’attaccante classe 2000 sta vivendo un momento d’oro sulle sponde dell’Arno, trascinando la Fiorentina in campionato e in Conference League. Un inizio di stagione da incorniciare che gli ha consentito di riguadagnare la convocazione della Nazionale, convincendo Spalletti. I numeri parlano chiaro: 10 gol in 10 gol in campionato, 15 in stagione compreso uno proprio con l’Italia.

    “A Torino ero precipitato nel buio. A Firenze sono tornato a rivedere le stelle. L’anno scorso gli infortuni hanno pesato tantissimo e mi hanno condizionato - ha raccontato Kean in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera -. Ho perso tante belle occasioni, compresa la possibilità di andare a gennaio all’atletico Madrid. È stato un anno difficile, soprattutto dal punto di vista mentale. C’è chi cade in depressione, io invece ho reagito. Firenze mi ha fatto rinascere”.

    FIORENTINA - “L’ho scelta perché mi assomiglia, è ambiziosa come me. È anche per l’orgoglio della sua gente per i propri colori. Firenze è calda e passionale e ha avuto, nella sua storia, grandi attaccanti. Quando è capitata l’opportunità, Vlahovic mi ha incoraggiato”.

    PALLADINO - “Anche lui è ambizioso. Mi voleva già al Monza lo scorso gennaio, ma non è stato possibile. È una grande persona, per me più di un allenatore”.

    BOVE - “Quella domenica mi è passata la vita davanti. Edo era vicino a me, mi sono spaventato tantissimo quando è crollato. Per fortuna adesso è passato. È tornato persino più sorridente di prima. Lo abbiamo abbracciato e coccolato, siamo un gruppo unito, ci vogliamo bene, questo ci ha aiutato nei momenti di sconforto”.

    JUVENTUS - “Nessun astio. Se non avessi scelto di andare alla Juve, oggi non sarei qui e non avrei fatto questo tipo di carriera. Il Torino è una grandissima società, però non ho resistito al fascino dei bianconeri. Ero un bambino e a quell’età non stai tanto a guardare la rivalità tra le squadre. Ma ho scelto bene: dovevo fare quel salto. Sentivo dentro di me la voglia di provarci”.

    CALCIO SCHIZZOFRENICO - “Dipende dalla persona. Il calcio è come la vita: non può andarti sempre tutto bene, non puoi alzarti la mattina e sperare che non ci siano difficoltà. Devi essere pronto a affrontare qualunque ostacolo. Tante volte la gente non capisce, ma anche i giocatori sono esseri umani, con difetti e sensibilità con cui fare i conti”.

    ALLENATORI - “Tuchel al Paris Saint Germain. Quando si è fatto male Icardi, ha chiesto di me e ero scioccato all’idea di andare in una squadra con così tanti campioni. Tuchel mi ha fatto subito debuttare e all’intervallo, dopo un primo tempo così e così, è venuto da me per incoraggiarmi. Alla seconda partita, la prima al Parco dei Principi, l’ho ripagato con una doppietta. Lui mi ha dato sempre fiducia e mi ha insegnato a amare una grande città come Parigi. E tutto in poco tempo perché dopo Natale è arrivato Pochettino".

    I TOP -  “Kylian e Ney sono bravissimi ragazzi. Ma il più forte è Cristiano Ronaldo. Mi ha insegnato a migliorare sui dettagli”.

    NAZIONALE - “La Nazionale è un onore e essere in competizione con Mateo mi motiva ancora di più. Lui segna tanto, ma anche io so cosa posso fare. […] L’ho scelta perché sono nato qui ed è giusto rappresentare il Paese in cui sei nato. Anche se il mio sangue è ivoriano e non lo dimentico”.

    FEDE - “Quando ero piccolo mia mamma mi portava in chiesa, anche quando non volevo. Ora la ringrazio. E da quando sono alla Fiorentina, la fede l’ho messa ancora più in pratica. Ho deciso di cambiare molte cose. Ho smesso con un certo tipo di vita per sentirmi più libero mentalmente. Perché se trovi Dio trovi pace. Ed è quello di cui avevo bisogno”.

    LEAO E MCKENNIE - “Ci siamo conosciuti nelle Nazionali giovanili, spesso eravamo nello stesso albergo e tra noi è scattato subito il feeling. Leao e Mckennie sono i miei amici più cari in questo ambiente. Con Rafa ho dei progetti musicali a cui stiamo lavorando. McKennie invece tira fuori il bambino che è in me: ridiamo tantissimo, anche di cose stupide. Altrimenti la vita diventa triste”.

    COMMISSO - "Il centro di allenamento alla Continassa è bellissimo e funzionale ma il Viola Park è qualcosa di meraviglioso. Perfetto per lavorare. In un ambiente così non puoi che fare bene. Bisogna fare un applauso al presidente Commisso, sta dando tanto amore alla Fiorentina".

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    (9)

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    Utente vxl 318199
    Utente vxl 318199

    Logicamente un giocatore che ha grandi ambizioni lascia la Juve e va alla Fiorentina. A fine ca...

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