Kalinic e André Silva: 63 milioni per il 'lavoro sporco', quello di Lapadula
UNICI, MA SOLO SENZA PALLA - Nel post-partita Vincenzo Montella ha commentato così la prestazione dei suoi uomini offensivi: "Credo che i nostri attaccanti siano speciali e unici per il lavoro che fanno senza palla, però devono crescere in fase risolutiva se vogliamo crescere". Insomma: bravi sì, ma al momento solo nel 'lavoro sporco'. Non esattamente quello che si aspettavano il Milan e soprattutto i suoi tifosi, scottati dal mancato arrivo di un vero e proprio top player in estate: ma come si spiega il rendimento sotto le aspettative? Tre storie, quelle dei tre attaccanti, completamente diverse l'una dall'altra e che per un verso o nell'altro hanno contribuito ad acuire delle divergenze di veduta tra tecnico e dirigenza. Certamente non molto si può rimproverare a Patrick Cutrone, rivelazione dei primi mesi di stagione: decisivi i suoi gol e tanta buona volontà per aiutare la squadra, quella che si addice a un ragazzo che vuole mettersi in mostra in maniera costruttiva con i colori che porta addosso fin dal settore giovanile. Non si poteva pretendere che il 19enne mantenesse la media realizzativa dell'estate ed è comprensibile che il più giovane della truppa si 'sacrifichi' per i compagni, meno invece che anche André Silva brilli solo in questo aspetto. Non il prototipo di attaccante che cercava Montella probabilmente, basti pensare che invece Nikola Kalinic è stato un obiettivo fortemente voluto dal tecnico per la sua capacità di fare a a sportellate e andare trovare la via della rete in una realtà propositiva come quella della Fiorentina ed è subito diventato il titolare in campionato, relegando il portoghese (almeno inizialmente) al ruolo di uomo di coppa. Il modulo avrebbe dovuto mettere i due a loro agio (specialmente l'ex viola, abituato al 3-5-2) rendendo possibile anche la convivenza, ma trame offensive ancora singhiozzanti e intensità a corrente alternata hanno contribuito ad aumentare le difficoltà dei due centravanti e alla lunga i risultati si sono visti: dai 4 gol contro i modesti Austria Vienna e Rijeka André Silva è sceso a 0, peggio ha fatto Kalinic che oltre alla doppietta con l'Udinese non ha regalato altre gioie. 'L'indesiderato' Silva e 'lo sprecato' Kalinic, un'incomprensione di mercato tra Montella e Fassone-Mirabelli: 63 milioni di euro per due attaccanti 'speciali' sì, ma solo 'senza palla' e non sotto porta.
E LAPADULA? - Curiosamente, proprio il lavoro senza palla è stata la qualità principale messa in mostra nella sua breve parentesi rossonera da Gianluca Lapadula, che torna a San Siro da avversario con il suo Genoa. Pochi gol, 8 lo scorso campionato, ma tanto aiuto in copertura e movimenti in profondità per aprire le maglie delle difese avversarie e favorire gli inserimenti dei compagni. Per tanti tifosi non bastava, anche per la dirigenza che quest'estate lo ha ceduto ai rossoblù per 13 milioni di euro, una cifra comunque importante: sacrificato per fare cassa e contribuire a finanziare l'acquisto di veri e propri bomber. A distanza di pochi mesi, nonostante l'ex Pescara sia al rientro solo ora da un infortunio che ha pregiudicato il suo avvio di stagione, c'è chi però storce il naso: visto il rendimento di André Silva e Kalinic e l'exploit di Cutrone, il Milan avrebbe fatto meglio a investire quei 63 milioni per un solo colpo e tenere Lapadula? Dubbio insinuatosi nella testa di tanti tifosi che non troverà risposta, ma che può essere ancora messo a tacere. Tutto passa come sempre dal campo, da come i protagonisti reagiranno al momento difficile: Montella, André Silva e Kalinic riusciranno ad ottenere il rendimento sperato e a premiare le mosse di mercato di Mirabelli e Fassone?
@Albri_Fede90