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Kakà: 'Milan, è stato amore a prima vista'. Ancelotti: 'Non lo conoscevo, quando è arrivato in Italia...'
Ancelotti: “Io non lo conoscevo Kakà, mi sono fidato della società. Mi avevano detto che somigliava a Cerezo e quindi mi ero fatto un’idea diversa. Ma poi si è dimostrato un giocatore veloce e con una progressione impressionante”.
Kakà: “Io ero contento perché nel ruolo dove giocavo c’erano Rivaldo e Rui Costa. Ho pensato che se giocavo andava bene, altrimenti avrei imparato qualcosa. Arrivavo nella migliore squadra d’Europa”.
Ancelotti: “E’ stata una sorpresa per tutti, la partita di Ancona ha sorpreso tutti, ma alla fine lui ha fatto vedere le cose che faceva in allenamento”.
Kakà: “Dall’esordio ad Ancona sono iniziati i paragoni, la velocità come sono successe le cose mi ha sorpreso”.
Ancelotti: “La posizione di Kakà era particolare, bisognava dare un equilibrio efficace alla squadra. Abbiamo iniziato a giocare con i due trequartisti per questo e anche per un infortunio di Inzaghi”.
Ancelotti: “Kakà è stato un acquisto fondamentale non sono per quell’anno lì, ma soprattutto per gli anni successivi come si è poi visto”.
Kakà: “Il primo derby non capisci bene quello che significa per i tifosi. Mi ero messo sotto pressione per il primo gol, avevo ancora l’amarezza di non aver segnato fino a quel momento. Segnare poi nel derby è stato bellissimo”.
Ancelotti: “Quelle con la Roma e con la Juventus sono state e due partite che hanno dato la nostra forza. Dopo il blackout con i Deportivo abbiamo più che altro gestito, ma è stato un bel campionato”.
Kakà: “Il Milan di solito perde sempre la partita prima di Natale”, mi dissero Galliani e Ancelotti. Alla fine è successo quello che avevano detto contro l’Udinese. Questa sconfitta è stata importante a livello mentale. La partita importante per me quella a Empoli quando segno da 30 metri”.
Kakà: “Per me i gol erano bonus di una partita, mi piaceva di più fare assist e partecipare nel gioco. Penso che quello nel derby è stato il più importante per me”.
Ancelotti: “Il campionato è un’emozione che sale gradualmente, ti abitui un po’ a vincerlo. La Champions è un’emozione scioccante, non sai mai nulla fino all’ultimo secondo”.
Kakà: “Quello che mi ha colpito è vedere giocatori che avevano già vinto tutto festeggiare con una carica incredibile quello scudetto”.
Kakà: “E’ stata una cosa molto autentica il mio rapporto con i tifosi, molto naturale. Questo per me è quello che mi ha colpito di più. I risultati sono sicuramente importanti, ma comunque il rapporto è stato sempre chiaro e sincero. E’ stato amore a prima vista”.
Ancelotti: “La felicità da allenatore e giocatore è uguale. Hai più responsabilità da allenatore e quindi forse è più appagante. Quella squadra è stata facile da gestire pur essendoci tanti campioni, ma tutti professionali”.
Ancelotti. “Il calcio cambia in fretta, Kakà potrebbe giocare anche nel calcio di adesso. E’ stato il primo giocatore dell’era moderna del calcio”.
Kakà: “Lui è stato l’allenatore che mi ha fatto rendere al meglio nella mia carriera. Non parlo solo di me, ma tanti altri riesce ad ispirare i giocatori tanto da tirare il meglio. Per avere una sensibilità nel momento giusto e di dire le cose giuste. Oltre alle sue competenze ha l’abilità di gestire le persone”
Kakà: “Mi vengono i brividi quando sento quel coro, grazie mille milanisti”.