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    Kakà: 'Leao starebbe bene nel mio Milan. Maldini? Un esempio, anche per il mio futuro'

    Kakà: 'Leao starebbe bene nel mio Milan. Maldini? Un esempio, anche per il mio futuro'

    Notte di Champions League per il Milan, che a San Siro affronta il Napoli nell'andata dei quarti di finale. A presentare la sfida c'è anche un grande ex come Ricardo Kakà, ospite di Radio Rossonera: "La prima cosa che mi viene in mente pensandomi con la maglia del Milan in Champions? Solo dei bellissimi ricordi. Quando mi parli di quello ho ricordi meravigliosi dei momenti speciali vissuti con questa maglia. E vedere il Milan vivere questi momenti in Champions mi porta sempre una gioia molto speciale".

    DNA CHAMPIONS - "Il Milan ha sempre avuto questi bellissimi risultati internazionali e questa grande presenza nelle coppe. Penso sia nel DNA e nella cultura del club, c’è sempre stata questa vicinanza. In particolare con la Champions League. Leggevo oggi che il Milan ha vinto in tutte le sfide contro le italiane in Europa, quindi vediamo se la storia ci porta a un altro traguardo bellissimo".

    CHI GLI HA TRASMESSO LA STORIA AL SUO ARRIVO IN ROSSONERO - "Un po’ tutti, soprattutto quelli con più esperienza come Maldini, Ambrosini, Costacurta, Pirlo… Conoscevano già la società, l’Italia e il Milan. Ma c’erano anche gli stranieri che cercavano di trasmettere questi valori: Shevchenko, Kaladze, Cafu, Dida… Tutti questi giocatori mi hanno aiutato a capire cosa significasse indossare la maglia del Milan e giocare queste partite importanti. È stato bellissimo avere questi compagni che mi hanno trasmesso la voglia di vincere di questo club".

    MILAN-NAPOLI - "Penso che sarà sicuramente una gara molto difficile. Il Milan ha vinto benissimo in campionato e questo ci dà un po’ di fiducia per giocare a San Siro una partita di Champions. Ma oggi è un’altra partita e sarà diverso. E con elementi importanti in gioco, perché sono due squadre italiane molto vicine a una semifinale. Il Milan sicuramente non arriverà al primo posto in campionato e vuole vincere qualcosa di importante. E quando le squadre italiane che tornano a essere importanti in Europa... Tutto gira intorno alla partita di questa sera, ma io da milanista ovviamente voglio che sia il Milan ad andare avanti. E chissà, magari a Istanbul ancora una volta...".

    FINALE A ISTANBUL, COME NEL 2005 - "È una situazione strana ma bella, perché possiamo tornare in una città che ci ha dato tristezza e amarezza. Anche se quella sconfitta ci ha dato una gioia e una soddisfazione in più ad Atene. Però tornare lì con un risultato diverso non sarebbe male".

    UN GIOCATORE DEL MILAN ATTUALE CHE VEDREBBE BENE IN QUELLO DEL 2007 CAMPIONE D'EUROPA - "A me piace molto Leao. Sono affezionato a lui. È un giocatore che in quella squadra con noi potrebbe stare, anche se ce ne sono altri. Mi piace molto, è talentuoso e molto bravo".

    UN CONSIGLIO PER I GIOVANI - "Per me è stato molto importante capire un po’ il mio ruolo nella squadra, sapere che è importante per tutti avere i propri tempi e la fiducia nella squadra. Alla fine non giochi solo con 11, ma con 15, 16, 18 giocatori! È importante averli sempre tutti carichi e motivati. Capire il proprio posto è fondamentale. Anche fruttare le opportunità è stata una cosa che mi ha aiutato tanto".

    COSA HA TROVATO AL MILAN CHE ALTROVE NON C'E' - "Ci siamo incontrati poco tempo fa nel Mondiale in Qatar con Nesta, Pirlo, Galliani e altri. A volte quando si sta vivendo una situazione non si riesce a realizzare come sia. Ma quando passa il tempo ti accorgi di com’era bello quanto abbiamo vissuto in quel periodo. Il filmato che hanno girato (a DAZN, ndr) ‘Stavamo Bene Insieme’ è la sintesi giusta: stavamo proprio bene insieme. Era piacevole anche solo star lì a Milanello a chiacchierare...".

    LA MAGIA CHE SI CREAVA - "Sono state magia e connessione molto belle con squadra, dirigenti e allenatore. Abbiamo vissuto momenti unici. I risultati aiutano, ma se fai le cose per bene con una squadra talentuosa poi arrivano".

    QUANDO HA CAPITO CHE POTEVA DIVENTARE UN GIOCATORE CHE LASCIA IL SEGNO NELLA STORIA DEL MILAN - "Penso che sia successo poco a poco. Giocavo e le cose accadevano piano piano. Riuscivo a entrare nell’ambiente Milan e nel cuore dei tifosi, ma anche il Milan per me è stato molto importante. Un momento preciso non c’è, ma questa costruzione degli eventi con questa maglia sì. Arrivato il primo anno abbiamo vinto lo Scudetto, poi la finale di Istanbul, poi siamo arrivati in semifinale di Champions e lottavamo sempre per il campionato... C’è stato poi l’anno speciale 2007. Pian piano succedevano cose, come quando dovevo andare al Manchester City. Un momento unico nella mia vita e nella mia carriera. Tutte situazioni che in me e nei tifosi milanisti lasciavano il segno".

    IL MANCATO TRASFERIMENTO AL MANCHESTER CITY - "Questo mi ha legato tantissimo ai tifosi e alla società, l’amore per il Milan in quel caso ha parlato di più. Un momento molto speciale che mi ha legato di più a tutto l’ambiente".

    PROGETTI FUTURI - "Adesso ormai da 5 anni ho smesso di giocare, ho studiato un po’ di calcio perché volevo imparare cose anche al di fuori ma attraverso il calcio. Ho visto che per fare un bel lavoro in questo sport devi prenderti molto tempo e lavorare. Per il momento ho tanta voglia di stare vicino alla mia famiglia. Non penso sarà a breve il mio ritorno nel calcio, ma probabilmente nel futuro sì".

    MALDINI - "Sono contentissimo di vedere Paolo che fa molto bene come dirigente. Non che lo sapessi già, però lo immaginavo già da quando giocava. Per come è fatto lui, per la sua volontà, per il suo carattere e per la maniera con cui affronta vita e calcio. È stato bellissimo vederlo vincere lo Scudetto l’anno scorso. Mi fa molto molto piacere e per me è un esempio. È tornato nel calcio dopo 10 anni e forse anche per me ci vorrà quel tempo (ride, ndr)".

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