Il nuovo anno zero della Juve riparte dai cinque scudetti e dalle nove coppe vinte da Conte con la maglia bianconera e dai due campionati più i sette trofei conquistati da Pirlo col Milan. Basta provincia e 'operazioni di quantità', come Marotta etichettò quelle dell'anno scorso: adesso si comincia a costruire dalla qualità, perché c'è una storia da riportare ai livelli del passato e un gioiellino di stadio da onorare e, possibilmente, riempire.

Va di corsa la seconda Juve di Andrea Agnelli che affida la guida a chi ha meglio rappresentato in campo il tremendismo del ciclo vincente lippiano. Conte arriva direttamente dal centro dell'impero (che vinceva) e nella dignitosa periferia del grande calcio - prima Bari e poi Siena - ha affinato le qualità che più piacciono al popolo bianconero e al suo giovane presidente: idee chiare e grinta da vendere in panchina, allenamenti maniacali, grande attenzione alla tattica e capacità di valorizzare i giovani. Però visto che i soli attribuiti sono condizione necessaria ma non sufficiente per vincere, ecco la ritrovata qualità che ha sempre caratterizzato la Juve che vinceva.

(Leggo - Edizione Torino)