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  • Juventus, Thiago Motta non cambia e resta convinto della sua idea. Basterà contro l'Inter?

    Juventus, Thiago Motta non cambia e resta convinto della sua idea. Basterà contro l'Inter?

    • Cristiano Corbo, inviato a Torino
    C'è una frase, che più di ogni altra, indica la serenità di Motta. Almeno quella apparente. "Stoccarda è il passato - dice Thiago -, e resta lì. Siamo convinti del gioco, della nostra idea". Che vuol dire, asciugato dalla filosofia: si fa come vuole lui, e non esiste alternativa. Non esiste alternativa nelle scelte e nei numeri (cioè nel modulo), ma anche nell'interpretazione della partita. C'è la Juventus, poi tutto il resto. E l'allenatore italo-brasiliano ha un'idea piuttosto precisa di come deve essere la prima, preparando i suoi ad affrontare la restante parte.

    FIDUCIA - Restante parte che declina in maniera anche un po' sfrontata: "L'Inter è una squadra che gioca molto bene, che mette in difficoltà sui contropiedi". E infatti, soprattutto in questa prima parte di stagione, lo schema è stato spesso uno solo e totalmente efficace: palla a Thuram e Lautaro, poi ripulita, e squadra che sviluppa in ampiezza. Poi, certo: ci sono le individualità. Dimarco è una delle più importanti, "ma non dimentichiamo Bastoni e Mkhitaryan", la fascia destra bianconera fa un po' spavento se rapportata al flusso di gioco nerazzurro. Thiago però resta con la testa dritta verso l'obiettivo e no, non snaturerà la squadra alla ricerca di un risultato. Cioè: è convinto di arrivarci, e di farlo attraverso quanto acquisito in questi mesi. 

    SCELTE IMPORTANTI - Basterà? Chi può dirlo. Non può farlo nemmeno l'allenatore, a prescindere da tutta la fiducia che si sta ricostruendo attorno all'ambiente dopo il ko di Champions. Di certo, neanche provare a cambiare qualcosa, pur con così tante defezioni e con una panchina che pian piano si sta ricostituendo, è un altro chiaro segnale dell'intransigenza di Motta. Ma tutti lo sapevano e nessuno pretendeva un trasformista. Semmai, bisognerebbe chiedersi i perché di queste scelte e poi darsi delle spiegazioni. Alcune ci sembrano molto intuibili: vuole dare un segnale di forza alla squadra, non squilibrarla nella costruzione dell'identità. Si fa così perché solo così si arriverà a giocare a memoria.

    SCONTRI DIRETTI - "Giocare a memoria", eh. Un concetto completamente diverso a quell'adattarsi alla singola partita, fortuna e sfortuna di Massimiliano Allegri, comunque marchio a volte impercettibile e altre fin troppo evidente. A proposito di Max: nell'ultimo anno ha pagato tante cose, e tra queste pure la gestione degli scontri diretti, mai realmente affrontati a testa alta. Ricordate? In lista, ci sono: il pari con l'Inter allo Stadium, il ko al ritorno a San Siro, quello al Maradona, all'Olimpico con la Lazio; l'altro pareggio con il Milan e poi con la Roma in appena 8 giorni. Magari, ecco, un atteggiamento più arrogante può persino fare la differenza.

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    Facciocacconaadossoachisaluto
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