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    Juventus, ecco perché per Allegri è impossibile rinunciare a Mandzukic

    Juventus, ecco perché per Allegri è impossibile rinunciare a Mandzukic

    • Giuseppe Garetti
    Mario Mandzukic alla Juventus è diventato qualcosa di più di un semplice giocatore. Più di altri in questo momento incarna lo spirito della Juve e della juventinità, fino a diventarne quasi un emblema. I tifosi lo amano alla follia, come dimostra l'intera coreografia dedicatagli prima della partita tra i bianconeri e il Barcellona nella fase a gironi di Champions League della scorsa stagione. Per capire quanto questo gesto sia importante, basti pensare che l'unico altro giocatore in rosa a ricevere una coreografia a lui dedicata da quando il croato fa parte della Juventus, fu l'ex capitano Gianluigi Buffon nel giorno del suo addio in bianconero.

    PROPENSIONE AL SACRIFICIO - Mandzukic è la dimostrazione vivente che la "garra charrua" non è solo proprietà del popolo uruguagio. Il carisma che trasmette ai suoi compagni di squadra fino al novantesimo minuto e la cattiveria con cui si scaglia su ogni pallone nel suo raggio d'azione gli hanno fatto guadagnare il soprannome di "Mr.No good" con il quale la stessa società ha spesso ironizzato nelle sue campagne social. Il croato ad ogni inizio stagione, dopo le campagne acquisti della Juventus, viene sempre escluso dagli undici della formazione ideale, salvo poi vederlo in campo ogni domenica da titolare. La vera motivazione è che solo un pazzo si priverebbe di Mandzo, che pur di giocare si è adattato ad ala, percorrendo tutta la fascia sinistra e aiutando spesso più in difesa che in fase offensiva. Una vera trasformazione tattica quella ideata da Allegri, che ha stravolto Mandzukic. Un giocatore che al Bayern Monaco si limitava a trascorrere la sua partita nei pressi dell'area di rigore avversaria (come ogni prima punta), d'un tratto si ritrova tuttocampista, risultando il più delle volte il migliore in campo.

    SEMPRE DECISIVO - Nell'arco della sua carriera il croato è sempre andato a segno nelle partite importanti che ha giocato. Nella finale di Champions League del 2013 vinta dal Bayern Monaco, segnò il goal del momentaneo vantaggio dei bavaresi contro i rivali del Borussia Dortmund, ma non solo, Mandzukic andò a segno anche nella finale di Cardiff del 2017, poi persa dai bianconeri contro il Real Madrid, con una spettacolare rovesciata che valse il momentaneo pareggio. Per finire, segnò anche nella sua terza finale giocata in carriera, la più importante, quella del Mondiale in Russia, contro la Francia, anche se, come a Cardiff, il suo gol non permise alla propria squadra di aggiudicarsi il trofeo. Quest'anno in campionato Allegri ha rimescolato un po' le carte, avvicinandolo nuovamente alla porta, complice anche la propensione più offensiva della nuova Juventus, dopo l'acquisto di Ronaldo, facendo sì che il croato ritrovasse la propria vena realizzativa che era venuta a mancare, per ovvi motivi, nel suo impiego da ala sinistra. Proprio nelle partite più sentite, Mandzukic è sempre andato a segno, siglando un gol alla Lazio, al Milan, all'Inter nell'ultima di campionato e addirittura una doppietta nello scontro diretto contro il Napoli.

    SOTTO CON LO YOUNG BOYS - La prossima sfida è di fondamentale importanza, come ammesso dallo stesso Allegri, perché una vittoria a Berna contro lo Young Boys darebbe alla Juventus la matematica certezza di finire prima nel proprio girone di Champions, avendo in futuro un cammino più agevolato per la strada che porta alla finale di Madrid. E chissà che non possa essere proprio il numero 17 a decidere la gara, visto anche il buon periodo di forma che sta attraversando.

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