Juventus:| Pronto il progetto futuro
Non è la spinta emozionale a far muovere la Juventus, ma la programmazione. L’ennesima riprova, qualora fosse rimasto in circolazione qualche scettico, piuttosto che un irridicibile ottimista (sulla volontà di spendere a tambur battente) si è avuta ieri pomeriggio quando il management della Juve si è confrontato in corso Matteotti negli uffici della Exor per una riunione finalizzata a varare il piano industriale per il prossimo triennio. Quello che si concluderà nella stagione 2013-14, quando il fair play finanziario voluto da Michel Platini entrerà nella fase 2 (deficit massimo di 30 milioni, con divieto di ripianamento attraverso i prestiti degli istituti di credito). Sponsor, diritti tv, incassi da botteghino. Ma pure stipendi, minusvalenze, eventuali mancate partecipazioni alla Champions. Tutto è stato pesato, previsto, messo in conto. Ogni eventualità prevede una via d’uscita, se le cose andranno male. Ma pure un’ulteriore spinta verso l’alto, qualora tutto vada nel verso giusto.
JUVE STYLE - C’è davvero molto di torinese e di juventino in questo approccio. Refrattario a farsi condizionare dagli umori di una tifoseria spiazzata dalle recenti sconfitte, lo stato maggiore bianconero ha ovviamente discusso dell’attuale campionato, inserendo però i ragionamenti in un contesto decisamente più ampio. Tanto è vero che investimenti, anche importanti, sono stati messi a budget per il medio e lungo periodo. Ma dovranno essere autorizzati dalle entrate che la Juve è certa di ottenere (quando si parla di introiti legati al nuovo stadio e ai diritti tv) e spera di raggiungere (quando si ipotizza la partecipazione alla più importante competizione continentale). Su un punto di vista il popolo bianconero può stare tranquillo: gli Agnelli non hanno intenzione di derogare al proprio ruolo storico, infatti guardano al futuro. A modo loro. Per esempio costruendo non castelli di carta, ma un concretissimo stadio che a partire da agosto tutti i club italiani invidieranno alla Juve. Per contro è ufficiale che qualora Marotta voglia tornare sul mercato a gennaio (e anche ieri ha confermato di essere determinato a muoversi in quella direzione: «L’obiettivo è sostituire Quagliarella, che era il nostro bomber ») potrà farlo, ma a patto di non andare a intaccare il bilancio. Quindi gli eventuali innesti dovranno essere preceduti da cessioni utili a fare cassa, oppure l’amministratore delegato dovrà ancora una volta convincere i club venditori ad accettare la formula del prestito con diritto di riscatto (guarda caso ieri Fabio Paratici ha proposto questo tipo di operazione all’Udinese per Floro Flores).