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Juventus, primo contatto con Thiago Motta. Il ko con l'Inter e i vecchi dubbi su Allegri
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Una telefonata allunga la vita, recitava il noto claim di un’ancora più celebre campagna pubblicitaria degli anni Novanta. Ma in questo caso, se applicata al calcio e alle ultime evoluzioni di casa Juventus, si ha l’impressione che gli spifferi sempre più insistenti attorno alla figura di Thiago Motta, allenatore che alla guida del Bologna ha finito per attirare le attenzioni di diverse formazioni di alto profilo, non possano che indirizzare le strategie di Cristiano Giuntoli e di chi sta sopra di lui sul dossier Massimiliano Allegri. Che, secondo quanto rivela Il Corriere della Sera, si è arricchito di un capitolo molto importante negli ultimi giorni: una prima presa di contatto, una telefonata appunto, con l’entourage del tecnico italo-brasiliano.
HA CONVINTO - Forse l’esponente più convincente della nouvelle vague in Serie A, quello che sembra essere quello più pronto per il grande salto: dopo la gavetta nelle giovanili del Paris Saint-Germain e alla guida dello Spezia, è a Bologna che Motta ha trovato la dimensione ideale per coniugare una proposta all’insegna dell’organizzazione di gioco e pure dell’estetica a quella di risultati importanti - i rossoblù sono a pieno titolo nella corsa per un piazzamento Champions - senza alcun timore reverenziale nei confronti delle big, come dimostrano i pareggi strappati in trasferta a Juve, Inter e Milan e lo scalpo prestigioso dei nerazzurri detentori del titolo negli ottavi di finale di Coppa Italia. Sull'ex nazionale italiano va segnalato l'interesse pure dei rossoneri per il dopo Pioli - ma resiste la forte suggestione che conduce ad Antonio Conte - oltre al Paris Saint-Germain del grande amico Nasser Al-Khelaifi, mentre nelle scorse ore si è defilato a parole il Barcellona dell'ex compagno di squadra di Motta, Deco.
DECO PARLA COSI' DEL DOPO XAVI
DI NUOVO IN DISCUSSIONE - E con Allegri che succede? L’allenatore che è tornato a guidare la Juve del post Sarri e del post Pirlo, dopo due anni sabbatici e per riportarla ai livelli del passato e che invece - complice una serie di incidenti di percorso e di errori a tutti i livelli - ha ridimensionato le ambizioni della Vecchia Signora, che sul prato di San Siro ha confermato di non essere ancora all’altezza dell’Inter, dominatrice della Serie A. Con la sconfitta sono tornati a galla i soliti discorsi su una condotta di gara poco coraggiosa ed una gestione dei cambi - la staffetta tra Yildiz e Chiesa, in primis - giudicata eccessivamente conservativa. Non è da oggi che l’ambiente bianconero e la galassia dei tifosi, i cui umori sono amplificati dalla portata dei social, alla Juventus filtra il desiderio di provare qualcosa di diverso e di ripuntare su un allenatore emergente e portatore di idee più fresche e moderne. E ad alimentare il sospetto che il momento della verità per Allegri si avvicini c’è anche un indizio, lasciato per strada proprio dal diretto interessato…
ENIGMATICO - Una risposta evasiva, quasi sfuggente, strappata dal collega di Sportmediaset al termine della serena analisi di una sconfitta contro l’Inter che nella testa di Massimiliano Allegri non cambia - e non deve cambiare - nulla delle prospettive della sua Juventus da qui al termine di stagione. L’obiettivo prioritario di riportare i bianconeri in Champions League, peraltro in un’edizione dal nuovo format e con premi di partecipazioni molto più ricchi che in passato, è ampiamente alla portata, dall’alto di un vantaggio che resta di ben 15 punti sulla quinta in classifica. Certificato quel traguardo, si potrà programmare il futuro della squadra bianconera e verosimilmente anche quello di un allenatore che ad oggi non si sbilancia, forte di un contratto in scadenza a giugno 2025 ma altrettanto consapevole che, qualora si decidesse di proseguire, sarebbe molto rischioso farlo con la prospettiva di iniziare una nuova stagione da tecnico in scadenza.
BILANCI - Come abbiamo già raccontato nelle scorse settimane su calciomercato.com, Massimiliano Allegri e i rappresentanti dirigenziali della Juventus si sono dati appuntamento alla prossima primavera, magari in concomitanza con la sosta per le nazionali che arriverà dopo il turno di Serie A del 17 marzo, quando il quadro sarà più chiaro e quando si comincerà ad affrontare concretamente la programmazione dell’annata sportiva che verrà. Ad oggi resta tutto aperto - rinnovo fino al 2027 con ingaggio ridotto rispetto agli attuali 7 milioni netti più bonus, esonero o addio consensuale - e la sensazione, mai come in questo momento, è che la palla passi proprio all’allenatore livornese, che nel maggio 2021 accettò di riprendere il timone della formazione bianconera dopo due anni di sosta, pur consapevole che la Juve che si sarebbe trovato ad allenare non sarebbe stata quella formidabile del primo ciclo vincente dal 2014 al 2019. Ha faticato enormemente nella prima stagione, dovendo fronteggiare le critiche feroci di chi non lo riteneva più all’altezza di un compito tanto importante dopo due mesi passati più a ritemprarsi che ad aggiornarsi dal punto di vista tattico, ma che ha saputo mostrare nella stagione successiva la capacità di andare oltre la tempesta piovuta addosso alla società, tra processi sportivi, indagini della giustizia ordinaria sul caso plusvalenze e sulle presunte alterazioni ai bilanci, oltre al repulisti generali sul fronte dirigenziale che lo ha privato soprattutto del suo principale “alleato” all’interno del club, l’ex presidente Andrea Agnelli.
PRIMISSIMA SCELTA - Discorsi vecchi, passati, perché la Juventus di quest’anno è ripartita ancora più forte e ancora più determinata a prendersi quello che il destino le ha negato e, chiuso il cerchio, sarà tempo di parlare di bilanci, di programmazione e di comprensione su quali e soprattutto quanti altri step servano per avvicinare la corazzata Inter e riportare la Vecchia Signora a lottare per lo scudetto. Avanti insieme dunque? Non per forza, perché Cristiano Giuntoli ha già fatto trapelare all’esterno un segnale molto chiaro: se con Allegri sarà separazione, Thiago Motta è una primissima scelta.
HA CONVINTO - Forse l’esponente più convincente della nouvelle vague in Serie A, quello che sembra essere quello più pronto per il grande salto: dopo la gavetta nelle giovanili del Paris Saint-Germain e alla guida dello Spezia, è a Bologna che Motta ha trovato la dimensione ideale per coniugare una proposta all’insegna dell’organizzazione di gioco e pure dell’estetica a quella di risultati importanti - i rossoblù sono a pieno titolo nella corsa per un piazzamento Champions - senza alcun timore reverenziale nei confronti delle big, come dimostrano i pareggi strappati in trasferta a Juve, Inter e Milan e lo scalpo prestigioso dei nerazzurri detentori del titolo negli ottavi di finale di Coppa Italia. Sull'ex nazionale italiano va segnalato l'interesse pure dei rossoneri per il dopo Pioli - ma resiste la forte suggestione che conduce ad Antonio Conte - oltre al Paris Saint-Germain del grande amico Nasser Al-Khelaifi, mentre nelle scorse ore si è defilato a parole il Barcellona dell'ex compagno di squadra di Motta, Deco.
DECO PARLA COSI' DEL DOPO XAVI
DI NUOVO IN DISCUSSIONE - E con Allegri che succede? L’allenatore che è tornato a guidare la Juve del post Sarri e del post Pirlo, dopo due anni sabbatici e per riportarla ai livelli del passato e che invece - complice una serie di incidenti di percorso e di errori a tutti i livelli - ha ridimensionato le ambizioni della Vecchia Signora, che sul prato di San Siro ha confermato di non essere ancora all’altezza dell’Inter, dominatrice della Serie A. Con la sconfitta sono tornati a galla i soliti discorsi su una condotta di gara poco coraggiosa ed una gestione dei cambi - la staffetta tra Yildiz e Chiesa, in primis - giudicata eccessivamente conservativa. Non è da oggi che l’ambiente bianconero e la galassia dei tifosi, i cui umori sono amplificati dalla portata dei social, alla Juventus filtra il desiderio di provare qualcosa di diverso e di ripuntare su un allenatore emergente e portatore di idee più fresche e moderne. E ad alimentare il sospetto che il momento della verità per Allegri si avvicini c’è anche un indizio, lasciato per strada proprio dal diretto interessato…
ENIGMATICO - Una risposta evasiva, quasi sfuggente, strappata dal collega di Sportmediaset al termine della serena analisi di una sconfitta contro l’Inter che nella testa di Massimiliano Allegri non cambia - e non deve cambiare - nulla delle prospettive della sua Juventus da qui al termine di stagione. L’obiettivo prioritario di riportare i bianconeri in Champions League, peraltro in un’edizione dal nuovo format e con premi di partecipazioni molto più ricchi che in passato, è ampiamente alla portata, dall’alto di un vantaggio che resta di ben 15 punti sulla quinta in classifica. Certificato quel traguardo, si potrà programmare il futuro della squadra bianconera e verosimilmente anche quello di un allenatore che ad oggi non si sbilancia, forte di un contratto in scadenza a giugno 2025 ma altrettanto consapevole che, qualora si decidesse di proseguire, sarebbe molto rischioso farlo con la prospettiva di iniziare una nuova stagione da tecnico in scadenza.
BILANCI - Come abbiamo già raccontato nelle scorse settimane su calciomercato.com, Massimiliano Allegri e i rappresentanti dirigenziali della Juventus si sono dati appuntamento alla prossima primavera, magari in concomitanza con la sosta per le nazionali che arriverà dopo il turno di Serie A del 17 marzo, quando il quadro sarà più chiaro e quando si comincerà ad affrontare concretamente la programmazione dell’annata sportiva che verrà. Ad oggi resta tutto aperto - rinnovo fino al 2027 con ingaggio ridotto rispetto agli attuali 7 milioni netti più bonus, esonero o addio consensuale - e la sensazione, mai come in questo momento, è che la palla passi proprio all’allenatore livornese, che nel maggio 2021 accettò di riprendere il timone della formazione bianconera dopo due anni di sosta, pur consapevole che la Juve che si sarebbe trovato ad allenare non sarebbe stata quella formidabile del primo ciclo vincente dal 2014 al 2019. Ha faticato enormemente nella prima stagione, dovendo fronteggiare le critiche feroci di chi non lo riteneva più all’altezza di un compito tanto importante dopo due mesi passati più a ritemprarsi che ad aggiornarsi dal punto di vista tattico, ma che ha saputo mostrare nella stagione successiva la capacità di andare oltre la tempesta piovuta addosso alla società, tra processi sportivi, indagini della giustizia ordinaria sul caso plusvalenze e sulle presunte alterazioni ai bilanci, oltre al repulisti generali sul fronte dirigenziale che lo ha privato soprattutto del suo principale “alleato” all’interno del club, l’ex presidente Andrea Agnelli.
PRIMISSIMA SCELTA - Discorsi vecchi, passati, perché la Juventus di quest’anno è ripartita ancora più forte e ancora più determinata a prendersi quello che il destino le ha negato e, chiuso il cerchio, sarà tempo di parlare di bilanci, di programmazione e di comprensione su quali e soprattutto quanti altri step servano per avvicinare la corazzata Inter e riportare la Vecchia Signora a lottare per lo scudetto. Avanti insieme dunque? Non per forza, perché Cristiano Giuntoli ha già fatto trapelare all’esterno un segnale molto chiaro: se con Allegri sarà separazione, Thiago Motta è una primissima scelta.