Juventus, Nedved:| 'Regalatemi la Champions'
Nemmeno la tormenta di neve è riuscito a fermarlo. Impeccabile, in giacca e cravatta, Pavel Nedved ha «aggredito» la situazione, senza fallire l’obiettivo. Giungendo puntuale al JSet di Coumayeur, griffatissimo per l’occasione con i colori sociali e il main sponsor bianconeri. Il presidente Andrea Agnelli e Antonio Conte sono giunti un po’ più tardi, quando Nedved aveva già esposto il suo «credo» sulla super-Juve ai cronisti presenti per un evento che ha consegnato ai media l’ultima immagine ufficiale di Conte squalificato. La sanzione scadrà oggi, domani sarà in panchina a Palermo.
Buonasera Nedved: la Juve è doppiamente prima, in campionato e in Champions League.«Si tratta sicuramente di un risultato importante, che ci mancava da tanto, troppo tempo e ci ripropone fra le “grandi” d’Europa».
E’ un davvero un bel momento per la Juve.
«Bellissimo, da sfruttare ancora, fino in fondo. Anche perchè adesso dobbiamo continuare a fare bene in campionato».
Con i complimenti di Nedved.
«Certo, questa volta è giusto farli. Io non sono uno che fa complimenti lungo la strada, quando non si è vinto nulla. Ma a questo punto devo dire che questa è una squadra veramente forte, ha saputo superare ostacoli molto difficili». Che cosa è piaciuto di questa Juve?
«La grinta, il coraggio, la voglia di fare sempre bene anche non avendo il proprio allenatore vicino, in panchina. Questa Juve ha dimostrato di essere davvero una grande squadra».
Eppure la Champions ha sempre il suo fascino.
«Sì, ma ci vuole anche un po’ di fortuna, basta sbagliare una delle due partite e sei fuori...».
Quale squadra Conte non vorrebbe estrarre dall’urna?
«Il Real Madrid, non ho dubbi. Anche se questa Juve è in grado di battere chiunque, di poter competere contro qualsiasi avversario».
Che significato avrebbe per Nedved una Champions vinta da dirigente?
«Da calciatore avrei fatto qualsiasi cosa per conquistarla, per toccarla... E’ andata come è andata, lasciamo perdere... (la finale di Manchester 2002-2003, Milan in trionfo ai rigori, ndi). Ma se i ragazzi me la facessero vincere adesso impazzirei di gioia, darei loro qualsiasi cosa per una cosa simile».
Torna Conte, finalmente, sulla panchina dei campioni d’Italia.
«Sì, sono finite le belle giornate per i nostri giocatori... Io non vorrei averlo in panchina se fossi in loro... Neppure io avrei voluto averlo vicino. Scherzi a parte, si tratta di un momento molto bello per Antonio e per la Juventus». Cosa significa Conte per la Juventus?
«Antonio ha sofferto tantissimo. E’ stato squalificato il nostro vero fuoriclasse. Ora che torna sarà più difficile fermarci. Io vorrei che lui si lasciasse tutto alle spalle e pensasse al futuro».
A gennaio, però, sono in tanti ad attendere un top-player...
«Io dico, però, che questa Juve va bene così... Anche se sappiamo dove dobbiamo intervenire e vogliamo farlo».
Niente «Pallone d’Oro» per Pirlo.
«Bisogna avere anche fortuna per vincerlo. A me è andata bene nell’anno (2003, ndi) dove non c’erano Mondiali ed Europei. Ma, soprattutto, non c’erano Messi e Cristiano Ronaldo che avevano segnato tutti quei gol. Andrea è un fuoriclasse assoluto, sarà difficilissimo per l’Italia sostituirlo». Può essere davvero il Napoli l’anti-Juve per eccellenza?
«Io non parlo degli altri. Dico solo che questa Juventus deve pensare solo a fare bene. Se gioca come sa, non ha rivali».
Questa Juve è già paragonabile a quella dell’epopea di Lippi e Nedved?
«Sì, l’ha già dimostrato vincendo lo scudetto lo scorso anno. Lo ripeto: questa è una grande squadra».
Il Corriere dello Sport