Juventus, Nedved:| 'Krasic, grande acquisto'
Nedved a tutto campo. Il ceco si racconta a Radio Dee Jay, e per prima cosa 'benedice' Milos Krasic, da molti considerato il suo erede: «Io mi facevo notare perché ero biondo, ora ce n’è un altro, di biondo: Krasic, che è diverso ma mi piace tantissimo. Sì, è un acquisto azzeccato. E spero faccia tanta strada, come me».
RICORDI - Poi i ricordi del campo: «Mi accusavano di essere un musone. Non lo so, credo di essermi sempre espresso sul campo in modo diverso rispetto a quello che sono in privato. Forse ho una doppia faccia. E durante i match, magari con Gattuso, ci scappavano i paroloni. Poi, finiva lì. E quanti insulti negli stadi, soprattutto a San Siro. Era solo il mio lavoro, lo facevo al massimo: un po’ mi dispiaceva. Comunque, diventava uno stimolo».
ALLENAMENTO - Nedved si tiene in allenamento, e pensa a una maratona: «Non mi sono pesato, a dire il vero. Qualcosa avrò preso, ma gioco una volta la settimana, con gli amici, il giovedì. E chi mi prende in squadra di solito vince. Penso di correre una maratona in futuro. Certo, la difficoltà esiste: sarà una questione di testa... » . Ai calciatori consiglia di impegnarsi di più. «Lavorate di più. Rispetto ad altri sport, i calciatori sono privilegiati, sono meno impegnati. Io adoravo le ripetute, mi allenavo anche da solo. D’estate mi fermavo solo cinque- sei giorni, e ripartivo di continuo, perché ci credevo molto. D’inverno, andavo a Pila, in altura, a 2000 metri. Ne traevo benefici. E credo di essere stato abbastanza bravo anche tecnicamente. Alla base, per un professionista, ritengo ci sia il lavoro fisico. Devi essere pronto per ogni situazione e devi avere una condizione al 100%. Ho puntato su quello. E’ vero che oggi si gioca troppo, ma va insegnata la cultura del lavoro ai giovani: paga».
MAI ALL'INTER - Ripensa a quando poteva andare all'Inter e non si pente affatto della scelta fatta: La telefonata di José Mourinho. «Mi chiese di andare all’Inter nel 2009, mi ha fatto piacere, lui è un grande. Alla fine, non mi vedevo con un’altra maglia e sono rimasto juventino. Altrimenti, sarebbe suonato come un tradimento. Resta solo il rimpianto della Champions League, che loro hanno vinto: la cambierei con il pallone d’oro, tutta la vita. Tanto che non so neppure se è in banca, quel trofeo. Dovrei chiedere a mia moglie... » .
NUOVO RUOLO - Si è calato in pieno nel suo nuovo ruolo da consigliere. «Ora non sono operativo come dirigente, sono consigliere d’amministrazione, do consigli, sto vicino al presidente Agnelli. Degli acquisti si occupano Marotta-Paratici-Del Neri, un grandissimo gruppo, molto capace e affiatato, uno staff valido. Io cerco di aiutare i ragazzi, sto vicino alla squadra. E guardo partite. Calcio inglese? Poco. Seguo soprattutto la Liga spagnola, mi piace di più».