Juvemania: tutto da buttare, tranne la finale. Allegri non si snatura e dirà addio, ma ha una rosa senza personalità
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Il resto è tutto da buttare, perché la prestazione è stata identica a tutte quelle che l'hanno preceduta, ovvero pessima. La squadra è stata messa in campo con l'intento di evitare di prendere 2 gol dalla Lazio, ma il piano gara è saltato dopo appena 49 minuti. E sarebbe potuta finire anche peggio se Castellanos, improvvisamente risvegliatosi dopo una stagione incolore (5 soli gol per lui fino a ieri sera ), oltre alla sua doppietta avesse segnato pure la terza rete che avrebbe qualificato i laziali.
Invece a segnare è stata la Juve, tornata a schierare nei 10 minuti finali il tridente. La solita mossa disperata già utilizzata da Allegri a Cagliari, ma col modulo più offensivo è arrivata la rete qualificazione di Milik. Questo a dimostrazione che se questa squadra avesse osato maggiormente anche durante il resto della stagione, forse qualche vittoria in più sarebbe arrivata, insieme ai punti. Ma purtroppo Allegri non è questo, non si snatura: prova ne sono il fatto che abbia schierato dall'inizio uno come Alex Sandro, esperto quanto si vuole ma che solo il tecnico livornese considera ancora affidabile (il 1° gol di Castellanos nasce da un suo errore di marcatura), così come, appena raggiunto il 2-1, l'aver sostituito subito Chiesa aggiungendo a centrocampo Alcaraz.
Perchè il suo DNA è quello e non lo schiodi. La fase difensiva prima di tutto. Ma il calcio cambia e anche la Juve vuole cambiare, quindi anche se verrà conquistata la 15° Coppa Italia le strategie future non cambieranno: andrà via Allegri, arriverà Motta, e verrà messa mano pure alla rosa. Che ha palesato in questi mesi la sua mediocrità, oltre ad una scarsa personalità: non è possibile siano necessari sempre 2 ceffoni (prima a Cagliari, poi con la Lazio in Coppa) per svegliarsi. L'allenatore ha le sue responsabilità, ma anche i giocatori ci mettono sempre del loro.