Partiamo dalla prestazione: contro la Lazio di Petkovic la Juve ha giocato meglio rispetto a quanto fece contro la Lazio di Reja. Ieri i biancocelesti sono stati costretti a giocare nella loro area e sono stati salvati solo da Marchetti e dalla traversa. La gara di aprile invece fu equilibrata e venne risolta solo da una prodezza su calcio di punizione da parte di Alex Del Piero. 

 

Ed eccoci al dunque, al numero dieci che la Juventus non ha più e che non ha ancora sostituito, sia come numero di maglia che come tasso tecnico in campo. Quel tipo di giocatore è ciò che manca ai campioni d'Italia: il campione in grado di risolvere le partite che altrimenti non vinceresti mai, come si è visto ieri allo Juventus Stadium. 

 

E in una partita dominata, ma non vinta, un giocatore del genere sarebbe servito ancor di più rispetto alla gara del campionato scorso, perché non riuscire a trasformare in gol una tale mole di gioco e di occasioni è davvero incredibile. Ma è quello che inevitabilmente succede quando manca Pirlo e quando l'unico vero goleador della squadra, Quagliarella, è in serata no. Perché Giovinco, Bendtner e l'attuale Matri (ma anche Vucinic, ieri assente) il gol nel sangue non ce l'hanno proprio, specialmente il gol decisivo.  

 

Non vogliamo ritornare, in questa sede, sulle motivazioni che hanno portato alla fine della storia fra la Juventus e Del Piero. E accettiamo anche l'ipotesi che a un vecchio campione di 38 anni si possa anche rinunciare. Ma purché lo si sostituisca con qualcuno di uguale tasso tecnico e capacità di essere decisivo. E Agnelli, Marotta e Paratici questa operazione non l'hanno fatta, pur avendola annunciata per tutta l'estate.