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    Juventus-Inter, la sfida dei croati: fra classe, potenza e strategia 'militare'

    Juventus-Inter, la sfida dei croati: fra classe, potenza e strategia 'militare'

    • Matteo Quaglini
    Una sfida nella sfida quella tra i croati di Juventus e Inter. Da una parte quella del talento tra Brozovic e Pjaca, dall’altra quella della forza atletica tra Mandzukic e Perisic. Quattro giocatori certamente diversi per caratteristiche tecniche e fisiche ma accumunati da tratti di gioco simili. In tutti c’è tanto talento e forza quanto caparbietà e indolenza. Sinonimi e contrari del loro calcio durante una partita.

    La sfida tra Brozovic e Pjaca può sembrare all’inizio impropria. Invece, approfondendo, ci sono due strade che la rendono possibile: quella del talento già raccontato e quella dell’attimo. Quella del gesto tecnico improvviso che tanto di testa quanto di piede Brozovic ha fatto vedere nell’avventura interista in questo campionato. E che Marko Pjaca ha lasciato intendere negli spezzoni delle otto partite (94 minuti) che ha giocato. Lì in alcune occasioni è arrivato a tu per tu con la porta, lì più defilato sull’esterno ha messo in mostra il suo dribbling stretto.
    Questa tra i due croati del nord – est che vengono dalla capitale Zagabria è la sfida appunto dell’attimo. Una sfida che in una partita mondiale come Juventus – Inter non immagini. Ma c’è nascosta tra le pieghe della gara e se la partita andasse verso il lato dell’equilibrio statico, forse, la zampata con inserimento dalle retrovie del “flaco” Marcelo o il dribbling stretto sull’esterno del giovane slavo che sogna da campione, potrebbero essere i gesti che in qualche modo decidano una partita lunga ed eterna.

    Da nord scendiamo a sud-est. Da Zagabria a Slavonski Brod passando per Spalato. Le due città di nascita di Mandzukic e Perisic, riferimenti tecnici della nazionale croata e simboli tattici degli impianti di gioco di Juventus e Inter. Questa è tra le due la sfida decisiva per interpretare questo Juventus – Inter in cui ci si gioca sia il campionato sia la qualificazione Champions. Una sfida di forza, di tattica, di tecnica e di strategia militare. Sul piano della forza siamo pari. Due giocatori con quadricipiti robusti sul piano atletico. Due giocatori che strappano le linee interne dell’avversario in due modi diversi: la corsa verticale e profonda per Ivan Perisic e il controllo arcigno e combattivo per Mandzukic.

    Sulla tecnica il croato di Spalato ha qualcosa in più. Può controllare la palla in velocità, sa calciare da lontano quando rientra, sa saltare l’uomo e creare superiorità. Il croato di Slavonski Brod è più un grande gregario dell’attacco. Mandzukic sa controllare il pallone con forza ma non lo rifinisce, non lo porta avanti come Perisic, lo lavora per i compagni. Due differenze comunque non da poco. Ma non è qui che si deciderà la sfida tra i due e di conseguenza, a nostro avviso, la sfida tra Juventus- Inter.

    La sfida tra i caldi calciatori slavi del sud si deciderà sul connubio tattica-strategia militare. Da quando Allegri ha varato le Juventus dei cinque attaccanti, la squadra campione d’Italia ha concentrato la sua attenzione sulla tattica (una delle prime volte) di squadra e sul concetto di alternative al gioco frontale. In questo impianto Mandzukic recita un ruolo decisivo: determina l’equilibrio. Attacca e difende. Lavora sull’esterno (come Eto’o nell’Inter imperiale). Da un uomo in più al centrocampo e un appoggio per l’inizio dell’attacco. 

    Ivan Perisic che esterno d’attacco è di professione e di nascita calcistica, interpreta il ruolo solo nella metà campo avversaria. Ma c’è un concetto di strategia militare che lega i due croati: la “Manouvre sur le derriere” di carattere napoleonico. Napoleone (una delle sue tre strategie di guerra) caricava su un lato per far scoprire il centro dell’esercito avversario e poi lì attaccarlo frontalmente fino alla vittoria. Ivan e Mario sono gli esterni napoleonici di Pioli e Allegri, e viaggiano sulla linea dell’out. D’altronde Ivan è di Spalato e con la sua corsa dritta sembra correre lontano dai dominatori bizantini, austrici e veneziani che hanno dominato nella storia la città. Mentre Mario è nato in una città che significa “fortezza barocca” su Brod, il fiume da guadare. Entrambi sono abituati a superare e sfondare gli ostacoli per aprire un varco, in questo caso il centro dell’area. Chi arriva prima a servire Higuain e Icardi vince Juventus – Inter. E la sfida tra croati. 

    @MQuaglini

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