
Juventus, inizia l'era Thiago Motta: la posta in palio, il gioco, il mercato e il fattore Inter, che scalda i tifosi
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L'arrivo di Motta alla Juventus rappresenta una svolta importante per il mondo bianconero, una sfida che porta con sé una serie di opportunità ma che nasconde anche alcune insidie.
IL GIOCO
L'arrivo dell'allenatore italo-brasiliano, fortemente voluto da Cristiano Giuntoli, segna una svolta ideologica su almeno due fronti nel mondo bianconero. Innanzi tutto a Motta si chiede una svolta dal punto di vista dell'approccio alle partite. Se partiamo dai due grandi partiti nei quali Arrigo Sacchi divide gli allenatori, i 'tattici' e gli 'strateghi', Motta fa parte di questa seconda categoria, almeno per quello che ci ha fatto vedere con lo Spezia e con il Bologna. E di conseguenza allo stratega si chiederà un gioco più propositivo rispetto a quello al quale ci hanno abituato i bianconeri negli ultimi anni, e gli si chiederà di 'fare la partita', senza adeguarsi alle caratteristiche dell'avversario, ma imponendo le proprie.
IL MERCATO
In secondo luogo, il fatto che la Juve chieda a Motta innovazione e un’impronta tecnico-tattica chiara fin dal principio, comporta come conseguenza il fatto che il tecnico sia coinvolto nelle riflessioni e nelle scelte di mercato. Motta, e lo si è già intuito in queste prime settimane di mercato, gode fin da subito di un trattamento che pochissimi tecnici hanno avuto nella storia della Juventus, ovvero la possibilità di manifestare un parere personale importante sulle scelte di mercato. Ci viene in mente Fabio Capello ad esempio, decisivo per le scelte di Cannavaro, Ibrahimovic ed Emerson, mentre la maggior parte degli allenatori che hanno fatto la storia della Juventus (compresi Marcello Lippi, Massimiliano Allegri e Antonio Conte) non hanno goduto di questo privilegio, nonostante lo avessero desiderato.
IL MOTTO DI MOTTA
Motta (con il sostegno di Giuntoli) si propone quindi come un vero e proprio "rivoluzionario". E come conseguenza, all'ex centrocampista di Barcellona e Inter verranno affidati ampi poteri per trasformare la Continassa in un personalissimo laboratorio di idee. La rivoluzione di Motta comporta ovviamente molti rischi per la Juventus e per Motta stesso. Il motto coniato da Giampiero Boniperti infatti sembra non lasciare scampo: "Vincere non è importante, è l'unica cosa che conta" è un mantra e una legge che sembra inderogabile nel mondo bianconero. E tanti commentatori, compresi grandi ex della Juve, si sono affrettati a ricordarcelo nei giorni in cui il suo arrivo fu ufficializzato, ammonendo Motta: se non vinci, finisce male. Ora, senza scomodare il fantasma di Gigi Maifredi, arrivato dal Bologna per rivoluzionare la Juventus, proprio come Motta, e cancellato dalla storia dopo una sola stagione, con la restaurazione bonipertiana che riportò in panchina Trapattoni, ci sono due esempi più recenti che possono essere illuminanti, e ci riferiamo a Maurizio Sarri e Andrea Pirlo.
CONTA SOLO VINCERE?
Ecco, sia Sarri che Pirlo alla Juventus hanno vinto: lo Scudetto il primo, la Coppa Italia e la Supercoppa italiana il secondo, ma non è bastato neanche questo. Thiago Motta quindi stia tranquillo e segua la sua strada e le sue idee, perché se sapranno coinvolgere, convincere e appassionare i tifosi della Juventus, così ingrigiti in questi ultimi anni, basteranno da sole a fargli vincere la rivoluzione, e a conquistare la Juventus. Le vittorie poi arriveranno come diretta conseguenza, e non, viceversa, come punto di partenza obbligatorio.
IL FATTORE INTER
Quando Motta questa mattina è arrivato al JMedical, alcuni tifosi presenti hanno intonato il coro "Chi non salta interista è", sul quale Thiago… non ha saltato, per poi sorridere di fronte a un'altra richiesta arrivata dal popolo juventino: "Distruggi l'Inter!". A seguire il tecnico italo-brasiliano ha firmato una piccola riproduzione della Champions League, dopodiché qualche altro saluto e lo spostamento all'interno del JMedical. Ecco, la sfida a distanza con la rivale storica dei bianconeri, sia sul campo che a livello di comunicazione, sarà un altro bel banco di prova per Motta, che da calciatore è stato uno dei protagonisti del Triplete dell'Inter nel 2010.