Juventus, il mese nero di Pepe
L'avventura di Simone Pepe alla Juventus è sempre più vicina all'assomigliare a una montagna russa, e non è solo un gioco di parole. Una prima stagione sottotono e nel mirino di critica e tifosi; la rivincita nell'anno dello scudetto con sei gol in campionato e tante buone presenze; il mese nero post tricolore che ne ha fatto precipitare le quotazioni nell'ambiente juventino tra posto in squadra perso, convocazioni in Procura e addio all'Europeo sempre in favore di Giaccherini.
Dopo aver vinto il suo primo scudetto la carriera dell'attaccante romano sembrava sul punto di svoltare. Trentuno presenze e sei reti compresa quella decisiva per buona parte contro la Lazio. Quel 6 maggio Simone Pepe ha raggiunto l'apice del suo successo, ma da quel momento le cose non sono andate come si aspettava. Antonio Conte ha dimostrato più volte di preferirgli Emanuele Giaccherini come esterno offensivo nonostante le sue palle in buca (esultanza). Poi lo scandalo scommesse in cui è stato coinvolto dagli ex giocatori del Bari per un Udinese-Bari del 2010. Le convocazioni in Procura gli hanno tolto serenità e con ogni probabilità un posto tra i 23 di Prandelli che, tanto per far piovere sul bagnato, gli ha preferito Giaccherini. Doppio smacco.
Infine la sua permanenza alla Juventus è tutt'altro che sicura al momento. L'arrivo di Giovinco è un'ombra più che ingombrante per Pepe che, non a caso, è stato inserito in più di un'occasione come contropartita per costosi trasferimenti. Luciano Spalletti, allenatore dello Zenit, lo vorrebbe in Russia e l'ha chiesto come parte di conguaglio per Bruno Alves. Il passaggio a San Pietroburgo potrebbe essere la chiusura del cerchio bianconero del giocatore. Una montagna russa, appunto. Sempre che non venga squalificato, lì il mese nero diventerebbe ancora più pesante.