Juventus, i dolori del solito Vlahovic: “leader” insofferente. Ma Motta ha due piani per lui
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NUMERI OK - I numeri ci sono come sempre e ci saranno sempre per un attaccante con il suo potenziale, le sue caratteristiche e il suo arsenale. Vlahovic ha tutto: senso del gol, tecnica, soluzioni in area di rigore e fuori ma la sensazione è quella che manchi qualcosa ogni volta per chiudere il cerchio. La media anche quest’anno parla di due gol in quattro gare, come quella dello scorso anno con sedici centri in trentatré match e come quella delle sue prime stagioni juventine (sette gol nelle prime quindici nel 2022 e dieci in ventisette nel 2022/23). Si può contare sul suo fatturato in termini di reti, meno sulla sua costanza e presenza nella manovra, sul suo effettivo coinvolgimento nelle sorti della squadra della quale spesso sembra un corpo estraneo. Poche occasioni, pochi sorrisi, tanta voglia di fare che sfocia in un costante nervosismo. Anche al Castellani-Computer Gross gli è capitata forse una sola palla buona. Gliel’ha recapitata Nico Gonzalez che lo liberato di fronte a Vasquez, non superato dal serbo che ha perso un tempo di gioco e gli ha calciato addosso. Poi, poco altro da segnalare: poco coinvolgimento, poco movimento, una prestazione insufficiente dopo quella con la Roma, simile a questa in tutto e per tutto.
CON MOTTA - E se in precedenza una parziale scusa alle sue prestazioni poteva essere la mentalità della Juve di Allegri, che preferiva difendere con un blocco basso e poi ripartire, la stessa non sussiste più oggi che i bianconeri hanno voltato pagina con Thiago Motta e predicano un calcio diverso. Il tempo di razzolare però non è ancora arrivato e Vlahovic è di nuovo insofferente: un vorrei ma non posso del quale si è accorto ovviamente anche il suo allenatore. Nel post partita ha detto di lui che sta migliorando ma che non deve vivere per il gol e pensare anche alle altre cose che dà alla squadra, anche in difesa. “Deve mantenersi concentrato e pensare solo a giocare, è un leader positivo del gruppo", la chiosa. Ma nelle sue parole c’è anche un monito per i suoi compagni: quello di metterlo in condizioni di rendere al meglio. "Dobbiamo servirlo sia in profondità sia arrivando lateralmente. Lui attacca bene l'area e la palla, ha il gioco di testa. Possiamo arrivarci in due modi, perché possa segnare più goal”, un avviso ai naviganti, soprattutto a quelli che sono appena arrivati come Nico Gonzalez, Conceicao e Koopmeiners. La stagione di Vlahovic passerà anche dal loro contributo per farlo rilassare, fargli credere nelle sue possibilità, fargli segnare gol a grappoli a partire, magari, dalla sfida al Psv in Champions League, una competizione in cui con questa maglia ha già segnato – contro il Villarreal - con quello che di fatti era stato il suo primo pallone tra i grandi.