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Juventus: Evra, parole da leader
Patrice dopo il ko con il Sassuolo, proprio il primo giorno di ritiro a noi di Sky Sport, ci avevi rilasciato un'intervista esclusiva in cui avevi richiamato all'impegno i tutti comapgni di squadra. Qualcuno non aveva capito cosa voleva dire essere un giocatore della Juventus, ora ti chiedo cosa è successo da allora?
"Penso che dopo abbiamo fatto una riunione, abbiamo parlato tutti insieme e abbiamo detto le cose che dovevamo fare, basta sempre trovare delle scuse. E alla fine ci siamo rimessi tutti in discussione e abbiamo capito l'importanza di giocare in questa società e di rispettare questa maglia. Secondo me era un problema psicologico. Psicologicamente c'era qualcosa che non andava e alla fine ritrovarci tutti e dire le cose che non vanno, fare il sacrificio per i compagni, invece, sempre di lamentarsi. Alla fine penso che abbiamo tutti lavorato nella stessa direzione e non c'è più stato un problema di nuovi acquisti o anziani ci siamo riuniti e abbiamo riformato una famiglia. E alla fine stiamo andando nella direzione che volevamo già dall'inizio del campionato. Ho sempre creduto che quando giochi con la Juve l'obiettivo a inizio anno è quello di vincere il campionato e tanti titoli. È sempre stato questo, io per questo quando ho fatto la mia intervista ho detto: può darsi che la gente si metta a ridere però io ci credo ancora. Non l'ho detto così perché io credo ai miei compagni, credo in questa società e credo che possiamo fare qualcosa di grande. Non dobbiamo dimenticare, non siamo ancora la Juve. Perché la Juve vera vince il campionato, infatti è alla fine che dobbiamo parlare. All'inizio la gente ha parlato ed è normale non abbiamo fatto un buon inizio di campionato, ma adesso che la gente dice che noi siamo favoriti non cambia niente. Perché l'obiettivo rimane uguale e per me non abbiamo fatto niente ancora. Io ho sempre rispetto per tutte le altre squadre e tutte le altre squadre possono vincere il titolo, però con le squadre contro cui ho giocato ho detto l'avversario più pericoloso è la Juventus. Non è arroganza è che lo penso, perché ho totalmente fiducia nei miei compagni, perché se noi facciamo il massimo arriviamo alla fine dei nostri obiettivi. Per questo per l'avversario più pericoloso è la Juventus".
Guardiamo anche alla Champions League, ti chiedo come si fa a superare un top team come il Bayern Monaco?
"Si fa giocando come la Juve sa giocare. Io ho sempre detto ai miei compagni quando sono arrivato qua l'anno scorso dopo il Dortmund ho detto andiamo in finale e la gente si metteva a ridere. Perché sono stato veramente in ammirazione di come le squadre italiane sono organizzate. E quando sei organizzato così anche contro una grande squadra e anche in finale ci è mancato un pelino di vincere la finale contro il Barcellona. Cioè la Juve è una squadra difficile da battere per questo secondo me anche il Bayern non ha saltato di gioia nel prendere la Juventus per gli ottavi di finale".
Come stai vivendo questa alternanza tra campo e panchina insieme ad Alex Sandro sulla fascia sinistra, forse è una novità rispetto alla passata stagione...
"Io sono uno a cui piace giocare tutte le partite e non mi piace troppo fare il turn-over. Ma Alex Sandro sta facendo meglio rispetto all'inizio di campionato e anche io gli do qualche consiglio. Io la vivo bene, perché come ho detto la cosa più importante sono i risultati. Dobbiamo lasciar crescere i nuovi acquisti. Io sono più il presente che il futuro della Juventus, per questo la viviamo con calma e con una bella collaborazione. Come ho detto mi piace giocare tutte le partite e come dicevo a Ferguson mi riposerò quando finirà la mia carriera. Per il 2016 io chiedo ancora più sacrificio, più collaborazione di tutti. L'obiettivo non è ancora raggiunto e l'obiettivo sarà raggiunto quando saremo Campioni d'Italia per la 5ª volta consecutiva".
Hai fatto una settimana di stop, so che è stata una settimana speciale per te. Ti chiedo se ci racconti cosa hai fatto in questo periodo natalizio?
"È una cosa veramente importante. È una cosa più importante del calcio e di vincere la Champions, io dal 2012 sto facendo con l'Unicef e con il mio progetto ho tre orfanotrofi dove ci sono i bambini. Abbiamo iniziato con 20 bambinai e adesso sono 500 bambini. Dove? In Senegal in un quartiere di Dakar molto povero. Sono stato li tre giorni per vedere questo lavoro. E per me non ringrazio abbastanza Dio per darmi l'opportunità di aiutare questi bambini che non hanno proprio niente. E vedere il lavoro dello staff in Senegal e quello che stanno facendo per loro è una cosa veramente piena di emozione sono ancora commosso della mia esperienza. Sono state le vacanze più belle della mia vita".