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    Juventus, Danilo e Vlahovic i volti della disfatta. Ma sta davvero funzionando tutto?

    Juventus, Danilo e Vlahovic i volti della disfatta. Ma sta davvero funzionando tutto?

    • Cristiano Corbo, inviato a Torino
    Cosa c'è, sulla bilancia? Ha ancora senso fare un discorso di gioco e di risultato, di ambizioni e gap? La Juventus è un passo indietro rispetto alle dirette concorrenti per il titolo. Non l'ha detto la partita di San Siro contro l'Inter, l'ha certificato la gara-trappolone per eccellenza: un mercoledì freddo e torinese, l'Allianz Stadium pieno, il Parma che per lunghi tratti domina pure il gioco. Eccoci, allora, alla prima resa dei conti dell'era Thiago: a un quarto del campionato, la classifica indica 7 punti di distanza dal Napoli, 3 dall'Inter, 1 dall'Atalanta. La Fiorentina e la Lazio possono superare i bianconeri e riportarli addirittura al quinto posto. E' già finita la favoletta della buonanotte al passato?

    MANCANO RISPOSTE - Lo dirà il tempo, così come il tempo ha già decretato una distanza piuttosto netta con chi è davanti, Atalanta compresa. La sensazione generale è che in questo momento, alla Juventus, manchino risposte. E naturalmente i primi colpevoli sono i presunti e cosiddetti trascinatori. Quando è stato richiamato all'ordine, Danilo ha risposto in maniera estremamente altalenante; Dusan Vlahovic dopo il gol di San Siro - ma non la prestazione - è incappato nuovamente in una serata storta, divorandosi la prestazione e impregnandosi di rimpianti. E in mezzo, Locatelli a parte, grosse certezze non sono arrivate. Nemmeno dal mercato. Thuram è un'altalena, Douglas Luiz praticamente inutilizzato e inutilizzabile. E Koopmeiners è uno 0-0 ambulante: non entra mai nei tabellini, non incide nemmeno a gara in corso. 

    I FLOP PARTITA - Molto spesso tutto si riduce allora al numero nove. O a quanto riesci a tenere difensivamente. Del resto è la legge delle montagne russe: quando sei in picchiata provi ad aggrapparti alle certezze, a cosa ti dà più solidità, specialmente nei momenti di maggior timore. E' un istinto di sopravvivenza. Ed è un istinto rifarsi sugli errori, prevalentemente quelli di Vlahovic, specialmente quelli difensivi. Nel festival horror di Juve-Parma, due dati dovranno far riflettere Thiago Motta. Il primo: da quando Bremer si è infortunato, i gol subiti sono diventati 10 in appena 6 partite; 1 grande chance e 2 tiri sprecati come bottino finale di Dusan Vlahovic. In copertina ci sono loro, poco dietro c'è tutto il resto. Sta davvero funzionando, questa Juventus?

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