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Juventus, Danilo e Vlahovic i volti della disfatta. Ma sta davvero funzionando tutto?
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MANCANO RISPOSTE - Lo dirà il tempo, così come il tempo ha già decretato una distanza piuttosto netta con chi è davanti, Atalanta compresa. La sensazione generale è che in questo momento, alla Juventus, manchino risposte. E naturalmente i primi colpevoli sono i presunti e cosiddetti trascinatori. Quando è stato richiamato all'ordine, Danilo ha risposto in maniera estremamente altalenante; Dusan Vlahovic dopo il gol di San Siro - ma non la prestazione - è incappato nuovamente in una serata storta, divorandosi la prestazione e impregnandosi di rimpianti. E in mezzo, Locatelli a parte, grosse certezze non sono arrivate. Nemmeno dal mercato. Thuram è un'altalena, Douglas Luiz praticamente inutilizzato e inutilizzabile. E Koopmeiners è uno 0-0 ambulante: non entra mai nei tabellini, non incide nemmeno a gara in corso.
I FLOP PARTITA - Molto spesso tutto si riduce allora al numero nove. O a quanto riesci a tenere difensivamente. Del resto è la legge delle montagne russe: quando sei in picchiata provi ad aggrapparti alle certezze, a cosa ti dà più solidità, specialmente nei momenti di maggior timore. E' un istinto di sopravvivenza. Ed è un istinto rifarsi sugli errori, prevalentemente quelli di Vlahovic, specialmente quelli difensivi. Nel festival horror di Juve-Parma, due dati dovranno far riflettere Thiago Motta. Il primo: da quando Bremer si è infortunato, i gol subiti sono diventati 10 in appena 6 partite; 1 grande chance e 2 tiri sprecati come bottino finale di Dusan Vlahovic. In copertina ci sono loro, poco dietro c'è tutto il resto. Sta davvero funzionando, questa Juventus?