
Juventus, dall'Empoli al -9 dall'Inter: i 5 errori di Allegri
QUANTI ERRORI - L'autore del miracolo sportivo ha rinnegato se stesso e si è ritrovato a commettere errori su errori non da lui. La delusione più grande in questo momento no è stato proprio il crollo del suo comandante. Dalle scelte tattiche in campo a quelle tecniche in allenamento, passando poi proprio per quelle che da sempre sono state le sue armi migliori, quelle comunicative. Sono stati almeno 5 gli errori da matita rossa che Allegri ha compiuto in sole 4 gare e che hanno fatto precipitare le quote scudetto fino al -9 (potenziale -12 dato che l'Inter ha una gara in meno) in classifica e con addirittura la possibilità di un sorpasso da parte del Milan sfumato solo grazie al Monza.
ECCOLI TUTTI E 5, SIETE D'ACCORDO?

1) MILIK-YILDIZ - È facile tornare indietro a Juventus-Empoli e considerare la scelta di mandare in campo Milik accanto a Vlahovic come l'incipit di tutti gli errori. Eppure c'è altro dietro questa scelta, perché la coppia Milik-Vlahovic non era mai stata schierata dal 1' in stagione. Perché Yildiz era in un magic moment e, al netto di scelte comportamentali, era la miccia che accendeva una Juventus che aveva iniziato a segnare e produrre più di una rete a partita. Scegliere di privarsene e contemporanemanete vedere Milik farsi espellere al 16esimo minuto ha portato all'inizio della crisi.

2) DANILO OUT - In quella gara, tuttavia, quello di Milik-Yildiz non fu l'unico errore di formazione. Al netto delle assenze di Rabiot e Chiesa e della scelta su Yildiz, Allegri scelse di rinunciare anche al suo capitano, Danilo, per scelta tencica. Il motivo? Turnover, o meglio preservarlo in vista dell'Inter. Il brasiliano era infatti diffidato e in caso di ammonizione avrebbe saltato il Derby d'Italia. Risultato? Pareggio con l'Empoli, sconfitta con l'Inter e Danilo che il giallo coi nerazzurri lo prende e salta per squalifica la gara contro l'Udinese poi persa. Pioli l'ha scoperto sulla sua pelle contro il Monza, Inzaghi, al contrario, non lo ha fatto neanche con la Salernitana e i risultati lo stanno premiando. I migliori devono giocare sempre, la gara più importante in una corsa così serrata è quella che si deve giocare, non quella dopo.

3) UDINESE, CHE CAMBI? - Proprio la gara con l'Udinese, l'altra saltata da Danilo, è stata in realtà la partita peggiore di tutte le ultime 4. Perché sì, senza Vlahovic e il suo capitano, i bianconeri non sono riusciti a produrre praticamente nulla verso la porta difesa da Okoye. Il tandem Chiesa-Milik con Yildiz in panchina ha mostrato tutti i suoi limiti, ma il peggio Allegri lo da nella ripresa con una gestione dei cambi che ancora va spiegata. Con i bianconeri sotto 1-0 solo 4 sostituzioni e, oltre a Yildiz obbligato, fanno discutere le bocciature proprio di Chiesa e Locatelli (va detto insufficienti) per mettere però in campo Iling Junior e Nicolussi Caviglia con infine il cambio Cambiaso per il baby Cerri che fa ancor più storcere il naso. Sì perché anche senza Vlahovic seduti in panchina c'erano Miretti, Alcaraz e Kostic, giocatori in grado di poter cambiare in positivo questa gara.

4) RUGANI VS ALEX SANDRO - Allegri dovrà poi spiegare a mezzo stampa cosa ha fatto di male Daniele Rugani anche perché i numeri, in realtà, evidenziano solo tutto ciò che di buono ha fatto in questa stagione. Ma soprattutto Allegri dovrà dirci cosa di meglio vede in Alex Sandro rispetto al centrale italiano. Con l'ex Empoli in campo la Juventus non ha mai perso con 9 vittorie e 3 pareggi di cui uno nel Derby d'Italia contro l'Inter all'andata. Alex Sandro, invece, ha all'attivo 6 vittorie (solo 2 da titolare) 4 pareggi e due sconfitte.

5) SCELTE COMUNICATIVE - L'errore più grande, però, Allegri lo fa come detto in ciò che da sempre lo contraddistingue, ovvero la capacità comunicativa. Tenere la squadra, fatta di ragazzi giovani, lontana dalle polemiche mettendo tutta la pressione su se stesso era stata la scelta vincente fino a prima dell'Empoli. Il voler continuare a parlare soltanto di posto Champions, di guardi e ladri, di Inter costruita per vincere aveva portato i nerazzurri quantomeno ad "irritarsi", a scomporsi creando le basi perfino per il sorpasso (che c'è stato e va ricordato, soltanto per la gara in meno dei nerazzurri) in classifica. Poi il dietrofront, il "meglio che non faccia battute che c'è chi si offende" coinciso con l'inizio della crisi.