Juventus, Conte: 'Garcia e la Roma alimentano la cultura del sospetto. Futuro? Penso solo al campo' VIDEO
E' un Antonio Conte che, seppur a fatica, continua a provare a tenere i piedi per terra quello che si è mostrato ai microfoni di Sky Sport per commentare la vittoria per 1-3 della sua Juventus contro il Sassuolo: “No è una festa scudetto perché ancora c'è possibilità per chi insegue e chi insegue ha il diritto di sperare ancora. È sicuramente un passo molto importante per la conquista dello Scudetto. Se la Roma sta facendo qualcosa di stratosferico, a questo punto non trovo aggettivi per quello che stiamo facendo noi che siamo a +8, ma per ora dobbiamo pensare all'Europa League, contro il Benfica sarà durissima. Sono certo che giovedì ci sarà uno stadio bollente e questa volta saremo noi ad avere il nostro dodicesimo uomo in campo. Possiamo farcela".
Ancora una volta, però, il tecnico bianconero non si risparmia una stoccata ai media e al suo rivale di questa stagione, Rudi Garcia: "Sono sicuro che nel caso in cui vincessimo l'Europa League si dirà che è una coppetta, mentre se dovessimo perderla diranno che non siamo ancora pronti per essere grandi in Europa. Mi sembra di poter dire che siamo condannati a vincere, ma anche a sentir fare i complimenti soltanto agli avversari. Ho sentito parlare di cultura, io credo che con le dichirazioni della Roma e di Garcia abbiano fatto fare un passo indietro, verso la cultura del sospetto".
Con un contratto in scadenza nel 2015, Conte non ha voluto ancora una volta sbilanciarsi restando concentrato solo sul campo: "Io sono felice di questi tre anni alla guida della Juventus, è stato un percorso incredibile. Il mio futuro? Cerchiamo di concludere nella giusta maniera, il presidente ci ha chiesto di centrare questo traguardo storico e noi ci proveremo".
La chiusura va all'attaccante in comproprietà fra Juventus e Sassuolo, Simone Zaza, ma anche al paragone naturale con lo Special One, Josè Mourinho: "Zaza è un giocatore forte che è cresciuto tanto. L'accostamento con Mourinho? Io ho sempre avuto certi atteggiamenti sin da quando ho iniziato ad allenare, sono un tipo passionale e lo ero anche da calciatore".