Juve come nonno Simpson: la Vecchia Signora non ha bisogno della sciccheria, ma dell'affidamento
I Simpson prevedono cose. C'era un periodo in cui tutto, dalle finali del Superbowl a Trump presidente degli Stati Uniti d'America, sembrava già disegnato in quel mondo creativo da Matt Groening che ha cambiato la televisione. Se è da un po' che le previsioni sono andate scemando, non si può non dire che il giallo Simpson stia bene comunque su tutto. E sì, anche sulla nostra Serie A.
In Italia, l'11 maggio del 1996, va in onda la puntata Mamma Simpson, quella in cui Homer, che ha finto la sua morte con un suo manichino, rincontra sua madre, che pensava fosse morta e invece è lì a piangere sulla tomba del figlio. Era scappata 25 anni prima, ricercata dall'FBI, in quanto membro di un gruppo di protesta contro la guerra batteriologica. Hippy, si innamorò dei basettoni di Willy Namath in tv, durante il Superbowl. Mentre Abraham, contrariato dal quel mondo, "era inchiodato al suo plastico scenario di Madison Avenue". E infatti... "Ecco Johnny Unitas, quella sì che è una pettinatura su cui fare affidamento".
E la Vecchia Signora del nostro campionato, la Juventus, sembra essere un po' come nonno Abe. Ha provato a cambiare in realtà, puntando sul giovane Andrea Pirlo, privo di esperienza da allenatore ma con idee e una visione di calcio che hanno intrigato Andrea Agnelli e tutto il management, un po' come Mamma Simpson e "le basette, l’apogeo della sciccheria statuaria”. Però le cose non stanno andando come previsto: difficoltà, nessuna identità, uscita dalla Champions agli ottavi col Porto e fuori dalla lotta scudetto. E sembra essersi snaturata, non rimanendo fedele a sé stessa. Forse bisogna fare un passo indietro...
Per questo, la Juve, in realtà è Abe, come ha sottolineato la splendida pagina Facebook Simpsball (nella gallery le foto della scena... rivista): ha bisogno di affidabilità, concretezza, continuità. Insomma, di Massimiliano Allegri, un uomo come Johnny Unitas, quello con la "pettinatura su cui fare affidamento". Perché del resto, come ha detto lo stesso ex tecnico bianconero, per allenare la Juventus c'è bisogno solo di una cosa: "vincere". E quello ora cerca: uno che la faccia vincere. Lo diceva Boniperti: che possa piacere o no, la Juventus ha un solo motto, vincere è l'unica cosa che conta.