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  • Juventus, Chiellini: "Allegri capì subito i valori della Juventus pur non avendoci mai giocato"

    Juventus, Chiellini: "Allegri capì subito i valori della Juventus pur non avendoci mai giocato"

    • Emanuele Tramacere
    Si vede tanto e parla poco, ma quando lo fa, Giorgio Chiellini, non è mai banale. Da quando è tornato alla Juventus nel ruolo di Head of Football Institutional Relations ha lavorato tanto e in silenzio per cercare di entrare come meglio più nel suo nuovo ruolo istituzionale. Nella giornata di venerdì è stato ospite dell'Università Luiss di Roma ed è stato inevitabile un commento sul momento negativo della squadra allenata da Thiago Motta. 

    IL FUTURO - "A Los Angeles ho lasciato il cuore, non so quando ma tornerò. Però volevo dare stabilità alla mia famiglia e rientrare a Torino, non precludo nulla ma mi vedo ancora lì per tanti anni". 

    MOMENTO NEGATIVO  - "Nel 2015 abbiamo vissuto qualcosa di simile. Partimmo malissimo e ad ottobre ci fu la sconfitta in casa del Sassuolo, dove fui anche espulso. Quello era un periodo di scarsa lucidità e in quel momento fu determinante Buffon a spingerci a tirare qualcosa di diverso. Gigi ha dei valori che ha dentro il cuore, è riuscito a toccare le corde giuste di tutti e a farci tornare sulla retta via. Poi oltre a quello c’è il lavoro quotidiano, però quello che ha riacceso l’orgoglio e che ci ha fatto risalire sono state le sue parole".

    RAPPORTI UMANI - "Io ho sempre cercato di essere un esempio di dedizione, costanza, abnegazione e resilienza per i miei compagni, soprattutto per quelli più giovani. Ho sempre puntato ad avere il rispetto di tutti per quello che facevo, ancora prima per ciò che dicevo. In un ambiente come il nostro, dove si viaggia a duemila all’ora, è importante partire dalle basi e instaurare un ottimo rapporto umano con tutti. Ogni tanto può capitare un confronto in pubblico, soprattutto in situazioni di emergenza, ma è specialmente in privato che si risolvono i problemi".

    GUIDA E CAPITANO - "Per quanto mi riguarda, dopo aver superato i 30 anni, non è stato facile rappresentare 25 persone, di differente età, cultura e provenienza, anche se tutti con lo stesso obiettivo che poi era quello della società. Ma non è facile se pensiamo che giocano solo 11 calciatori su 25, meno della metà, e che spesso ci sono delle gerarchie da rispettare. Poi ogni anno nella rosa ne cambiavano 7-8 e spesso si ripartiva da zero. Essere il tramite tra vecchi e nuovi non era facile, cercavo il più possibile di capire le persone per estrarre da loro il meglio".

    ALLEGRI - "Di lui ho apprezzato la leggerezza nell'essere allenatore e nel farsi scivolare addosso quel che capitava. È stato bravo a non appesantire un mondo già pesante e pieno di pressioni. Ha dato fiducia e libertà alla squadra pur pretendendo tanto da tutti. Ti dà tanto ma ti controlla, anche a livello umano è riuscito a capire subito i valori della Juve pur non avendoci mai giocato. È cresciuto tanto come persona, ha studiato per migliorarsi ed essere adatto al ruolo di allenatore nel Cagliari, Milan e nella Juve per fare suoi certi valori. Ero l’unico che capiva le sue battute in livornese e dovevo tradurle agli stranieri ma anche agli italiani".

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    Dieguto2380
    Dieguto2380

    Allegri il top..

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