Juvemania: Higuain uomo del destino, ma questa Juve non basta per l'Europa
Quando ieri mattina il corriere ha suonato al citofono della mia abitazione per consegnarmi le prime copie del mio nuovo libro (di prossima uscita in libreria), “Un giorno all’improvviso”, dedicato proprio ad Higuain, nella stessa giornata in cui si sarebbe disputata proprio la “sua” partita, ho subito pensato che non poteva non essere un segno del destino.
Come già capitato alla prima di campionato contro la Fiorentina (ovvero subito gol decisivo dopo pochi minuti dal suo ingresso in campo) era scritto che proprio lui, proprio “El Pipita”, avrebbe deciso la sfida anche contro il “suo” Napoli.
Così come era scritto, che pur segnando il gol determinante non avrebbe esultato per rispetto dei suoi ex tifosi per i quali lui ormai è comunque ormai “Giudain”, rubando definitivamente il titolo di “Core ‘ngrato” a Josè Altafini. Una rasoiata di chirurgica precisione, il suo gol, grazie al secondo “fantozziano” assist di serata al contrario di Ghoulam. Della prima svirgolata del terzino franco-algerino ne aveva brillantemente approfittato Bonucci portando in vantaggio la Juventus nonostante il Napoli, come più volte sottolineato da Bergomi in telecronaca, avesse la gara “in controllo”. Vantaggio che era però durato poco più di 3’ perché Lichtsteiner, in evidente disagio nei movimenti dei 3 di difesa, non era salito per tempo tenendo in gioco Callejon.
Salvate il soldato Pjanic
Ancora una volta in stagione le scelte iniziali di Allegri non hanno convinto. Con il doppio attaccante schierato in avanti, come si può lasciare fuori dalla formazione titolare Cuadrado, l’unico che, una volta subentrato all’infortunato Chiellini, ha proposto ripetutamente cross di ottima fattura dalla fascia? Perchè arretrare sulla linea dei difensori Lichtsteiner dopo l'infortunio di Chiellini e non passare invece alla difesa a 4? Perché schierare nuovamente il centrocampo Khedira - Hernanes - Pjanic? Nonostante Hernanes non abbia disputato la sua partita peggiore contro il Napoli, anzi, quando questi tre si trovano a giocare insieme il gioco della Juve rallenta in maniera spaventosa nella zona nevralgica del campo, diventando noioso e ripetitivo.
Khedira vicino ad Hernanes sembra essere ancora più lento di quello che effettivamente è.
Pjanic, se non scortato da mediani assatanati alla Nainggolan o alla Strootman, tende ad isolarsi dalla partita, soprattutto se poi schierato anche fuori ruolo. E’ evidente che, con questi interpreti, la Vecchia Signora non si può più permettere il 3-5-2. Non si può non sottolineare che gli unici assist decisivi della serata a favore della Juventus sono arrivati dagli avversari, anzi in particolare da un singolo avversario in serata decisamente no. Questa Juve, nonostante il primo posto in campionato, gioca male e osa davvero troppo poco. Poi in Italia, visto lo strapotere della rosa, basta la zampata del campione a far valere la differenza di qualità con le avversarie ma in Europa tutto questo non può bastare.
Marchisio è la chiave di svolta
Nonostante l’importanza dell’avversario, giusto non aver fatto giocare Marchisio dall’inizio della sfida, per non correre il rischio di affrettarne troppo il recupero. Ora sono rimaste due partite prima della nuova sosta, Lione in Casa e Chievo in trasferta. In queste due gare non c’è attesa per grandi stravolgimenti tattici, ma per la ripresa del campionato contro il Pescara in casa prima e la trasferta di Siviglia poi si. Ci aspettiamo che ad Allegri venga la voglia di osare. Il tempo per provare non manca. Con il completo recupero di Marchisio bisogna avere il coraggio di cambiare: per recuperare Pjanic, per fare giocare il rientrante Dybala almeno 20-30 metri più avanti, per giocare meglio ma soprattutto per avere ambizioni anche in Europa. Higuain è l'uomo del destino in Italia ma per "esportarlo" anche in Champions serve supportarlo con un gioco adeguato.
Il destino è scritto ma si può sempre cambiare!
@stefanodiscreti