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Juvemania: in politica tifo e ironia sempre contro la Juve. E' un'ossessione?
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Il carosello di dichiarazioni no-stop della settimana l'ha iniziata il presidente del Senato, Ignazio La Russa, dicendo prima ad un convegno (politico) che lui avrebbe voluto fare nell'attuale esecutivo di Governo il ministro dello Sport per potere massacrare la Juventus ("scherzavo", ma intanto l'ha detto) e poi - dopo la vittoria della Juve a Monza - che la squadra di Allegri aveva rubacchiato.
Poi si è aggiunto persino Mario Draghi, assoluto fuoriclasse della politica, dicendo che anche lui da giovane tifava per la Roma, nei tempi in cui vinceva sempre una squadra "innominabile". Neanche pochi giorni dopo la stessa battuta è stata mutuata dal presidente del Torino, Urbano Cairo. Super Mario insomma come Cairo.
Infine ha chiuso la (momentanea) serie di interventi Enrico Borghi di Italia Viva, presidente del Toro club di Montecitorio, sostenendo che la Juve ruba da 50 anni e andrebbe istituita in Parlamento un'apposita commissione d'inchiesta.
Ovviamente tutti hanno specificato che le loro sono semplici battute, e così si sono salvati in corner. Infatti non c'è niente di male ad essere tifosi e a fare dello sfottò, il problema è come lo fai e che ruolo hai: quando si riveste un incarico istituzionale bisognerebbe moderare i propri interventi, cercando piuttosto di contribuire a trasmettere educazione sportiva, abituando la gente al rispetto dell'avversario anziché indulgere alla sua denigrazione.
Eppoi, perché sempre e solo battute e ironia contro la Juventus e mai verso le altre squadre? C'è forse anche in Parlamento una forma di ossessione?