Juvemania: Thiago Motta ha iniziato come Allegri (e Pirlo), ma sembra completamente un'altra vita
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Dopo il Como c'è il Verona, e dal Verona si passerà alla prima sfida di alto profilo con la Roma. Verrebbe da affrontare questi giorni con il sorriso sornione di Motta, che altro non è che il suo personalissimo guizzo di orgoglio: "Non vediamo l'ora di giocare", aveva detto alla vigilia. E sapeva - esattamente - perché lo stava dicendo, a chi lo stava dicendo. A tutti quelli che non ci credevano.
Avanti, su, c'è posto. C'è posto sul carro delle nuove idee. E c'è posto persino per chi rinnega il presente per aggrapparsi al passato, perché non di solo risultato vive oggi il tifoso juventino e perché quest'ultimo è un concetto che evidentemente non è ancora entrato nelle teste, specialmente in quelle poco sognanti.
La stagione è iniziata con un 3-0 esattamente com'erano partite le ultime due: con l'Udinese l'anno scorso, con il Sassuolo nel 2022. Pure Pirlo aveva debuttato in questo modo e gli avevano dato del predestinato. Coincidenze? Sì. Proprio così. E per una questione di uomini, che va ben oltre le idee di Motta o quello che potrà dare di diverso il tecnico in questa stagione. La vecchia Juve non esiste più, e quella si cibava dei successi. Questa qui, questa che si sta formando, con una media età da 24,4 anni, è una storia completamente differente. Di queste serate deve nutrirsi, per crescere e distendere la patina di tensione inevitabilmente accumulata tra dentro e fuori la Continassa.
Quindi: Motta non è come Allegri, e su questo pochi dubbi. Ma non è nemmeno come Pirlo, e su questo ancor meno dubbi. Non è Sarri, che pure aveva dimostrato fragilità difensiva inizialmente, ma la rivoluzione difensiva può avere sembianze simili. Non è Conte, ma è il più simile a Conte: per il riempimento degli spazi, per il lavoro della punta, per il fatto di partire da zero e di riuscire in un reset immediato con tutto quello che c'era stato.
Quel che sarà lo dirà naturalmente il tempo, che si unirà al campo, e che decreterà vinti e vincitori. Quel che è diverso però possiamo vederlo sin da subito: il clima pesante di uno Stadium assente, di una tifoseria divisa e di una dirigenza in attesa solo di voltare pagina… eh, son tutti ricordi. Neanche tanto piacevoli, a prescindere dalla serata di Roma e dalla Coppa Italia.
Il naso chiuso di tre mesi fa è diventato un respiro a pieni polmoni. Sembra un'altra vita proprio perché lo è.