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Juvemania: Allegri impari da Mancini. Quanta Juve nel trionfo dell'Italia, ma che rimpianto Donnarumma...
C’è una bella fetta di Juventus nella torta azzurra confezionata sapientemente da Roberto Mancini che ha riportato l’Italia a trionfare nuovamente in un campionato europeo dopo 53, lunghissimi, anni. Le prestazioni difensive di Bonucci e Chiellini all’interno della competizione sono state al limite del leggendario a conferma di quanto il loro apporto sia stato fondamentale per la Juventus nel corso degli anni anche se obiettivamente è venuto nettamente meno in termini di rendimento, vuoi per il tempo passato vuoi per gli infortuni, nel corso degli ultimi tempi (soprattutto nell’ultimo biennio). Eppure, ogni volta che si sta lì lì per celebrare il funerale sportivo di Chiellini e Bonucci, ecco che in coppia te li vedi annullare prima Lukaku e poi Kane, ovvero i due centravanti europei più forti e devastanti in circolazione in questo momento. Diciamo che Allegri potrà contare ancora sul loro apporto, perlomeno in alcune gare decisive, e che il pensionamento è sicuramente rimandato almeno per un altro anno. Fondamentale poi è stato l’apporto di Federico Chiesa che ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per diventare un grandissimo nel corso dei prossimi anni, sicuramente uno dei migliori nel suo ruolo. La sua crescita all’interno del torneo è stata assolutamente evidente ed impressionante al punto dall’esser stato l’unico ad aver ribaltato le gerarchie iniziali in casa azzurri. Se Locatelli aveva cominciato da titolare per l’infortunio di Verratti ed Emerson Palmieri ha dovuto rimpiazzare l’infortunato Spinazzola, Chiesa scavalcando Berardi nelle gerarchie di Mancini è stato il solo calciatore della Nazionale a prendersi il posto da titolare a furor di popolo e di prestazioni di livello e non per infortunio altrui. Una crescita anche nella testa che sicuramente avrà impressionato lo stesso Allegri e fatto piacere alla dirigenza bianconera che sull’ex giocatore della Fiorentina ha investito tanto. Anche Bernardeschi, un altro ex giocatore della viola sulla quale la Juventus ha investito e che sembrava ormai perso viste le prestazioni assai deludenti dell’ultimo biennio, è riuscito a rialzarsi e risultare decisivo per la vittoria finale dell’Italia trasformando forse il rigore più pesante contro l’Inghilterra di Southgate (quello dello spartiacque della gara) come già aveva fatto nel turno precedente contro la Spagna di Morata.
RIMPIANTO DONNARUMMA - Un Europeo, quello itinerante del 2020, che riconsegna ad Allegri la consapevolezza di disporre ancora di una rosa di qualità sulla quale andrà lavorato bene per i necessari accorgimenti ma non certo per azzerare un gruppo che ha ancora molto da dare. Peccato per come è andata a finire la possibile storia tra la Juventus e Donnarumma, miglior giocatore del torneo europeo. Il super portiere italiano avrebbe consolidato assolutamente la tradizione bianconera dei migliori ultimi difensori nostrani e su di lui si sarebbe davvero potuta cementare la rinascita della gloriosa difesa bianconera. E’ andata così e se l’è preso (purtroppo per la Juve e per il calcio italiano) il PSG pigliatutto che dopo le delusioni dell’ultimo biennio (ad un passo dalla Champions) ha deciso di rinforzare ancora di più la squadra, quasi a voler vincere in partenza la Coppa per manifesta superiorità.
ALLEGRI, IMPARA DALL'ITALIA - Ma il calcio si sa, a differenza di altri sport, si ama più di tutti proprio per la capacità di ribaltare i pronostici e vincere nonostante l’avversario sia notevolmente più forte, almeno sulla carta, almeno in partenza. Questo ha fatto anche l’Italia di Mancini, assolutamente non una delle favorite alla vigilia. Anzi. La forza del gruppo, la tenacia, la consapevolezza nei propri mezzi e anche tanta fortuna (senza di quella non si vince nulla altrimenti) hanno mixato le basi per riportare la Coppa in Italia dopo un’eternità. Negli abbracci strappalacrime tra Vialli e Mancini e nella dedica di capitan Chiellini al compianto Astori tutta la poesia di questo sport, capace di togliere e ridare quando meno te l’aspetti. Anche a distanza di anni, di decenni. L’importante è non partire mai battuti e crederci sempre sino alla fine. Sicuramente questa impresa italiana aiuterà (o spronerà) Allegri ad avere maggiore autostima internazionale nonostante la rosa attuale della Juventus dove anche con il pluricapocannoniere Cristiano Ronaldo a disposizione non si può, allo stato delle cose, sicuramente considerare l'organico tra i migliori in Europa.
RIMPIANTO DONNARUMMA - Un Europeo, quello itinerante del 2020, che riconsegna ad Allegri la consapevolezza di disporre ancora di una rosa di qualità sulla quale andrà lavorato bene per i necessari accorgimenti ma non certo per azzerare un gruppo che ha ancora molto da dare. Peccato per come è andata a finire la possibile storia tra la Juventus e Donnarumma, miglior giocatore del torneo europeo. Il super portiere italiano avrebbe consolidato assolutamente la tradizione bianconera dei migliori ultimi difensori nostrani e su di lui si sarebbe davvero potuta cementare la rinascita della gloriosa difesa bianconera. E’ andata così e se l’è preso (purtroppo per la Juve e per il calcio italiano) il PSG pigliatutto che dopo le delusioni dell’ultimo biennio (ad un passo dalla Champions) ha deciso di rinforzare ancora di più la squadra, quasi a voler vincere in partenza la Coppa per manifesta superiorità.
ALLEGRI, IMPARA DALL'ITALIA - Ma il calcio si sa, a differenza di altri sport, si ama più di tutti proprio per la capacità di ribaltare i pronostici e vincere nonostante l’avversario sia notevolmente più forte, almeno sulla carta, almeno in partenza. Questo ha fatto anche l’Italia di Mancini, assolutamente non una delle favorite alla vigilia. Anzi. La forza del gruppo, la tenacia, la consapevolezza nei propri mezzi e anche tanta fortuna (senza di quella non si vince nulla altrimenti) hanno mixato le basi per riportare la Coppa in Italia dopo un’eternità. Negli abbracci strappalacrime tra Vialli e Mancini e nella dedica di capitan Chiellini al compianto Astori tutta la poesia di questo sport, capace di togliere e ridare quando meno te l’aspetti. Anche a distanza di anni, di decenni. L’importante è non partire mai battuti e crederci sempre sino alla fine. Sicuramente questa impresa italiana aiuterà (o spronerà) Allegri ad avere maggiore autostima internazionale nonostante la rosa attuale della Juventus dove anche con il pluricapocannoniere Cristiano Ronaldo a disposizione non si può, allo stato delle cose, sicuramente considerare l'organico tra i migliori in Europa.
@stefanodiscreti