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Juvemania: quanti artisti in bianconero
Il presidente De Laurentis aveva dichiarato alla vigilia: "Se cominciamo, non ci fermiamo più ". Il problema è che con questa Juventus, "cominciare" è praticamente impossibile.
La festa allo Stadium è stata stupenda: i campioni, le famiglie dei campioni. I tifosi e le loro famiglie. Onore a tutta la rosa. Onore alla dirigenza che l'ha costruita. Non mi dilungo sugli episodi - uno davvero sgradevole - della gara. Faccio solo alcune considerazioni .
La prima: Buffon è in grandissima forma. Pogba sta arrivando. Tutti corrono a tavoletta.
La seconda: forse la Juventus ha trovato il nuovo Antonio Conte, inteso come giocatore: Sturaro. Un altro "bidone" scovato da Marotta.
La terza: Coman - mi gioco con chiunque una cena - diventerà grandissimo. Ha solo bisogno di giocare con continuità e di fare esperienza.
La quarta: il congedo di Simone Pepe (adesso è chiaro che se ne andrà ) è stato bellissimo. Grande, sfortunato giocatore. Ma soprattutto, grande uomo. Sui quattro scudetti consecutivi c'è anche la sua firma. Sul campo ha fatto sempre, generosamente, il suo. Come uomo spogliatoio non ha avuto eguali. La quinta: la curva ha ricordato le 39 vittime dell'Heysel con una coreografia toccante. Ha chiesto "rispetto" . Rispetto che non dovrebbe prevedere alcuna richiesta. Per l'Heysel, così come per i morti di Superga. Per Giacinto Facchetti come per Pessotto. Rispetto per i giocatori di colore, così come per la diversità – senza scomodare i vulcani - di una etnia. Ci sono vicende che dovrebbero unire. Unire e basta: nel nome della civiltà. Sarò un illuso ma io continuo a pensare sia possibile .
Chiudo con una suggestione. Forse si tratta solo di una promessa elettorale. Ma se la prossima stagione Ancelotti, lasciando il Real dovesse davvero tornare al Milan, la sfida con Allegri si annuncia esaltante. C'è un po' di Milan nella Juventus tiranna di questi ultimi anni. Senza gli "errori" di Berlusconi e Galliani (Pirlo, Allegri, Matri) forse la stagione di Madama sarebbe stata più accidentata.
ARTISTI E SOLDATINI
In una recente puntata di Tiki Taka su Italia 1 è stato detto che l'Inter è "artistica", quanto la Juventus "soldatesca" .
Il collega, Pierluigi Pardo, bravo la sua parte, ha inzuppato il biscotto della contrapposizione creando un godibile siparietto .
L'EINSTEIN INTERISTA
Certo l'Inter- nel corso della storia - è stata "artistica" con il suo Meazza che come dicevano i milanesi "accendeva la luce". Con con i suoi Nyers e Skoglund. Con il suo Angelillo. I suoi Suarez. Corso definito da Gianni Reif "l'Einstein di San Michele Extra". E poi Sandro Mazzola. I suoi Mattheus. I Recoba e il sottostimato Roberto Carlos. I Ronaldo, i Figo e i Milito .
L'ANGELO DALLA FACCIA SPORCA
Ma quanto ad artisticità anche la Juve non scherza .
Cesarini: l'uomo dei gol all'ultimo secondo. Quello della "zona Cesarini" . :Che faceva le cinque del mattino al night e poi andava in campo a far ammattire gli avversari. Che vestiva come un principe e girava con una scimmia sulla spalla .Poi Orsi. Poi Martino, l'uomo di una sola stagione. Che usava solo e sempre le medesime consunte scarpette.
Boniperti. Sì anche Boniperti: chi l'ha visto giocare centravanti sa di cosa fosse capace.
Omar Enrique Sivori: l'angelo dalla faccia sporca. L' extraterrestre dagli stinchi nudi che giocava per sfregio agli avversari senza parastinchi. Lo sfrontato Zigoni. Una stagione tre addirittura assieme: Causio chiamato da Vladimiro Caminiti "Brazil", Haller e Vieri padre. Uno che aveva il destro quasi come il sinistro di Sivori: e il triplo dei suoi vizi. Platini fu un elegantissimo re. Servito da Paolo Rossi e Vignola: due che facevano cantare il pallone .. Baggio ( Raffaello ): puro lirismo. Del Piero: molto, molto più che un Pinturicchio. L'incompreso Eugenio Corini: il miglior metodista italiano prima di Pirlo. Impiegato da un confusionario allenatore da trequartista.
Zidane con i suoi piedi prensili. Pirlo: uno come Renzo Piano. E poi il talento guerrigliero di Tevez .
Citerei anche la "poesia" di Gaetano Scirea. L'incomparabilità di uno Zoff o di un Buffon. Artisti nel loro ruolo.
Pogba è ancora in crescita: da definire.
Ma Nedved, beh Pavel è fuori categoria. Il tipo di giocatore che ti entra nel cuore. E ci resta. Per sempre. Più che poesia, epica. Artistica.
SOSTENEVA GIOANBRERAFUCARLO
Insomma qualche artista anche la Juve l'ha avuto nella sua storia. E secondo Gianni Brera - che stravedeva per Meazza - nessuno mai come. Cè Cesarini. Come arte e talento, meglio di tutti . Non saprei dire. Quando Cesarini giocava io non ero nato. E quello era un calcio diverso che si giocava al rallentatore rispetto ad oggi. Ma Brera è stato il più grande giornalista sportivo di questo Paese. Tendo a credergli. Lui il "Cè" sul campo lo aveva visto. E Gionbrerafucarlo certamente non poteva essere tacciato di avere simpatie "gobbesche". Se Giampiero Mughini mai dovesse leggere queste note, penso potrebbe confermarlo.
CHI VINCE A BERLINO?
Premessa: è solo una esercitazione dialettica.
Non è un pronostico.
E' un gioco.
Quindi: provocatori, astenersi. Almeno per una volta. Mostrate intelligenza. Vorrei evitare di mandarvi al diavolo. In minuscolo: a scanso di interpretazioni del cavolo .
VINCE IL BARCELLONA
Vince il Barcellona. Perché ha un tasso qualitativo più alto rispetto alla Juventus. Perché gioca con tre meravigliosi attaccanti (Suarez, Neymar e Messi) e un centrocampo votato alla costruzione e alla finalizzazione. E assai meno al contenimento. Perché a centrocampo ha un genio come Iniesta e la duttile solidità di Pique. Perché subisce pochi gol e ne realizza tantissimi. Perché ha pazienza e sa giocare la palla all'infinito se non trova sbocchi. Perché ha un possesso palla altissimo che inciuca gli avversari. Perché possiede una esperienza internazionale che la Juventus non ha. Perché l'occasione di succedere al fortunato Real di Ancelotti è troppo ghiotta per lasciarsela scappare. Perché è un club potente, che nel panorama calcistico conta e il cui peso politico è superiore a quello della Juventus. Perché gioca un calcio brillante dove il collettivo si sposa all'imprevedibilità dei suoi fuoriclasse.
L'IMMARCABILE LIONEL
E soprattutto perché ha Lionel Messi: centravanti atipico e camaleontico. A tratti Maradona, a tratti Puskas. Gioca da trequartista, ma ti "punta" come i centravanti. Non eccede nel dribbling ma cerca lo scambio in spazi tanto ristretti e a una velocità così elevata da renderlo non marcabile. Si può contenere ma non fermare. Le sue giocate sembrano quelle provate alla playstation. E' piccolo ma solido. Ha un baricentro basso e gambe fortissime : difficile anche stenderlo. Pensa con una rapidità sconosciuta alla maggior parte dei calciatori. E soprattutto ha l'istinto del gol: la freddezza, la varietà dei colpi, la fantasia della giocata impensabile. E un tiro "preparato" in una frazione di secondo. Come Jimmy Greaves. Il Barcellona non sembra avere punti deboli. Neppure in difesa, dove Mascherano assicura esperienza e lucidità. E dove gli esterni bassi spesso fungono da vere ali : bravi ad interpretare le due fasi del gioco. Vince il Barcellona. Sarebbe sorprendente non accadesse.
PERCHE' LA JUVE POTREBBE.....
Juventus, dunque spacciata ? Probabilmente. Ma la "maga" del mio amico Marcello Chirico, dominus di Jland - ad esempio - consultati, gli astri ha deciso di puntare cento euro sulla Signora vincente a Berlino. Nota: nel corso della stagione, la signora ha sbagliato solo due volte. E solitamente non punta un centesimo .
La Juventus è squadra diversa: nonostante i tanti stranieri, è formazione profondamente italiana. A cominciare dal gioco. Non fa il classico catenaccio: fa una zona a tutto campo. La inventò nel basket Bobby Knight. Con questa difesa e pochi fuoriclasse vinse titoli con Indiana State.
Copri il campo alzando la difesa. Sporchi ogni linea di passaggio, sostenendo il pressing a cominciare dagli attaccanti. Raddoppiando sul portatore di palla. Creando le premesse dell'errore altrui per innescare il contropiede. Che non è mai isolato, ma accompagnato. Spesso a risolvere è il "traino": il centrocampista che arriva a ridosso degli attaccanti. E' una difesa dispendiosa. Ma con questo sistema, la Juventus ti fa giocare sistematicamente la partita che non vuoi giocare. Ne giochi un'altra. A metà tra quella che vorresti (e che abitualmente giochi) e quella che la Juventus ti impone di giocare. Se tutti gli allenatori che l'hanno incrociata l'hanno definita una "rogna", il motivo è questo. Sul piano del gioco la Juventus - col Barcellona - non ha scampo. Ma sul piano tattico- probabilmente - può giocarsela.
UNA “ MALEDETTA” DI PIRLO
La Juventus ha una buona difesa. Che fa del fisico e della consuetudine la sua forza. In questa difesa non molto tecnica ma affidabile, la Juventus ha un portiere da Pallone d'oro: Gigi Buffon. Certi suoi interventi valgono quanto un gol realizzato. Non cambierei il centrocampo della Juventus con quello del Barcellona. Se stanno bene, Marchisio, Pirlo, Pogba e Vidal sono un centrocampo da urlo . E l'esplosività balistica di Pogba e Vidal potrebbe assicurare varianti rispetto ai consueti schemi. Ci metto anche la precisione di Pirlo su calcio da fermo: personalmente sogno una sua decisiva "maledetta". In attacco la Juventus è inferiore. Ma Morata è cresciuto - negli ultimi mesi - tantissimo : anche in zona gol. La sua velocità può risultare determinante. Il suo essere un ex Real, più che una scaramanzia. E poi c'è l'Apache. Uno che a questo tipo di gara arriva con la "garra" guerrigliera che lo contraddistingue. Magari non segna, ma è quasi certo che per la difesa del Barca sarà un grattacapo. La panchina della Juve con i Pereyra, Barzagli, Sturaro, il soldatino Padoin non mi sembra inferiore a quella dei catalani. E Matri è uno che a gara in corso ha dimostrato di essere determinante come e forse più di un Pedro .
IL “ DEBITO “ DI EUPALLA
Ci metto-ovviamente è un mio parere - anche una briscola "vestita": un re. E cioè la consapevolezza, per molti dei giocatori della Juventus, che questa potrebbe essere per loro, considerata l'anagrafe , l'ultima occasione per alzare la Coppa. Dico Buffon, Evrà, Barzagli, Tevez, Pirlo. La loro “ fame “ potrebbe essere un quid decisivo .
E questi, soprattutto questi ,giocheranno anche per uno che - dopo referendum - la maggioranza dei tifosi vorrebbe in campo in Germania: Pavel Nedved. Che da quella finale fu escluso per troppa generosità agonistica e per un giallo ingeneroso quanto (da regolamento) inevitabile. Giocheranno anche per il biondo. E proveranno a vincere: anche per lui. Eupalla, con lui, è in debito. Cosa altro ? Non è male per la Juventus arrivare a Berlino da sfavorita. Altre volte è arrivata alla finale di Champions con i favori del pronostico ed è stata sconfitta. A volte per demeriti, a volte per pessima lettura dei suoi allenatori, a volte per sfortuna, a volte per errore arbitrale. Ma per come è andata in questa stagione, arrivare da "sfavorita" all'evento le ha sempre portato bene. Perché alla fine toccherà anche alla Dea impegnarsi: se vorrà. Affinché una gara che in molt i- non senza ragioni - vedono "scritta" nel risultato, diventi una favola a lieto fine. Quella di una Cenerentola che in pochi avrebbero pronosticato al Ballo. Dallo stadio di Berlino mezza Italia spera di vederla uscire su una Zucca. Poi c'è l'altra metà. Quella ferocemente aggrappata al sogno di vederla tornare a Torino in Carrozza. Una carrozza con due "grandi orecchie" .
"I sogni – spiegava Thoreau- sono le pietre di paragone del nostro carattere". Tutto si può dire della Juventus. Ma non che - dello specifico materiale, il carattere - sia sprovvista.