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    Juvemania: se si esce dalla Champions con il Lione salteranno molte teste

    Juvemania: se si esce dalla Champions con il Lione salteranno molte teste

    • Stefano Discreti
    Quando due settimane fa, al termine della sofferto pareggio in Coppa Italia contro il Milan, dalle pagine di questa rubrica titolammo “giocando così si va fuori pure col Lione” in molti ci accusarono di ingiustificato pessimismo, di voler per forza cercare la polemica in casa Juve. E’ un dato di fatto invece davvero evidente e su cui si può discutere davvero poco. Questa squadra gioca ad un ritmo compassato ed è sempre più Ronaldo dipendente. Le sorti della formazione di Sarri dipendono ormai quasi esclusivamente dalle giocate del portoghese e questa cosa, a prescindere dal valore del singolo, non è mai buona. E quando capita che il fenomeno si prenda un turno di riposo ogni tanto per la formazione bianconera sono guai seri. Certo, fosse stato fischiato uno dei due episodi contestati nel finale in area del Lione (perchè non è intervenuto il VAR?), ora staremmo commentando probabilmente una partita speculare a quella andata in scena nella semifinale di andata di Coppa Italia. Ma cercare scusanti al termine di una prestazione così negativa sarebbe offensivo verso i tifosi e tutto l’ambiente bianconero in generale.
     
    FALLIMENTO - Non giriamoci intorno, se la Juventus dovesse uscire agli ottavi di finale contro il Lione di Garcia sarebbe un assoluto fallimento che porterebbe sicuramente alla caduta di teste importanti sia nell'area tecnica che in quella dirigenziale. Non ribaltare il risultato al ritorno sarebbe una delle peggiori imprese in negativo della Vecchia Signora degli ultimi 20 anni. Per quanto la formazione francese si sia impegnata e abbia cercato di ribattere colpo su colpo alla Juventus è stata comunque evidente la differenza tecnica tra le due squadre. Stiamo parlando di una compagine, quella francese, che in Italia farebbe fatica a stare tra le prime 8. Un Cagliari meno tecnico, un Torino meglio messo in campo; con tutto il rispetto possibile per le due italiane appena citate.
    Non si può (non si deve) nemmeno prendere in considerazione per un attimo un’eliminazione europea contro una squadra di questo spessore. L’unico giocatore a salvarsi davvero sino in fondo dallo scempio di Lione è stato De Ligt, assoluto baluardo difensivo juventino che partita dopo partita sta crescendo sempre di più. Non un caso che il gol partita realizzato da Tousart sia arrivato con il difensore olandese fuori dal campo per medicarsi la brutta ferita alla testa. Il resto della squadra è stato un misto tra prestazioni anonime e prestazioni imbarazzanti. A spiccare in negativo (ancora una volta più di tutto il resto) il centrocampo bianconero, vero punto debole di questa squadra. Imbarazzante il modo in cui Bentancur si è fatto saltare in occasione dell’azione del gol dei francesi. Imbarazzante la capacità di rallentare il gioco di un Pjanic non al massimo della condizione (si doveva per forza recuperare così in fretta?). Imbarazzante vedere un giocatore come Rabiot, strapagato con un ingaggio da top player, non riuscire a fare mai la differenza in campo.
     
    TUTTI IMPUTATI - Non si salva praticamente nessuno (De Ligt a parte) da una sconfitta così, forse in assoluto la peggiore partita della stagione dei bianconeri con un primo tempo disputato con ritmi e modalità ai limiti dell’indecenza. Sarri ha sicuramente le sue colpe, perché non si può giustificare una squadra messa in campo in quel modo senza la dovuta adrenalina e concentrazione necessaria per una partita di Champions; se si trova però a giocare un ottavo di Champions con Danilo e Rabiot titolari la colpa di certo non è sua. C’è tempo per rimediare e chi scrive è convinto che al ritorno la Juventus ribalterà il risultato perché il divario tecnico tra le due squadre è troppo evidente, netto, ma negare il senso di imbarazzo dopo una partita di questo livello oltre che ammettere l’inconsistenza di un reparto, quello di centrocampo, chiaramente mal assortito da inizio stagione sarebbe arrampicarsi sugli specchi. La dirigenza, al pari (o anche più) di Sarri, ha colpe ben evidenti. Chiare mancanze. Così come alcuni giocatori come Bonucci, che parlano bene fuori ma poi in campo razzolano male. Bisogna invertire subito questo trend negativo anche perché alla prossima partita c’è il big match contro l’Inter e serve assolutamente una scossa all’ambiente. Per raddrizzare una stagione che rischia davvero di incanalarsi su un binario distruttivo bisogna invertire la rotta. Subito, ora, prima che poi sia troppo tardi!

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