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    Juvemania: rischio Perugia per Conte

    Juvemania: rischio Perugia per Conte

    • Gianluca Minchiotti

     

    Un altro pareggio per la Juventus, che a Udine controlla il gioco per gran parte del match ma non riesce a sbloccare il risultato. Zero sconfitte, ma sette pareggi (record stagionale in Serie A, insieme al Catania) e primato in classifica in coabitazione con il Milan (col il vantaggio bianconero, però, dello scontro diretto vinto).

    E' la settimana di Natale e, d'accordo con Antonio Conte, guardiamo il bicchiere mezzo pieno: la Juventus negli ultimi mesi ha fatto passi da gigante sotto il profilo del gioco, è diventata una vera squadra, e ha colmato parte del gap che la separava dalle altre big del campionato.

    Ma guardando al futuro, e in particolare a quello che si potrà fare sul mercato a gennaio, tutti questi pareggi devono suonare come un campanello d'allarme. Non perdere mai, infatti, non è per forza sinonimo di successo finale in campionato. E ad insegnarlo ai bianconeri è una squadra che, nella storia della Juventus (ricordando l'acquazzone del 2000 e l'ombrello di Collina), è sinonimo di pericolo: il Perugia.

    Nella stagione 1978-79, il Perugia terminò il campionato imbattuto, prima squadra nella storia della Serie A a girone unico (prima del girone unico ci erano riusciti la Pro Vercelli nel 1912-13 e il Genoa nel 1922-23). Bene, il Perugia di Ilario Castagner rimase sì imbattuto, ma collezionò il record di pareggi di quel campionato (19, oltre a 11 vittorie) e arrivò secondo in classifica dietro (guarda caso) al Milan, che perse tre partite, ma ne vinse 17 e ne pareggiò solo 10. Pareggiare troppo fa male, quindi, e se questo valeva con i due punti a vittoria, figuriamoci con i tre punti.

    Il mercato quindi, per pareggiare meno e vincere di più. Mentre a inizio stagione l'urgenza, se non l'emergenza, era quella di sopperire all'assenza di un difensore centrale di spessore internazionale, ora la priorità, come ho già scritto nei giorni scorsi, è chiaramente quella di intervenire sull'attacco. Non è che non serva anche un grande difensore, ma ancor più serve qualcuno che segni. Perché se non lo fa Matri, non possono sempre pensarci Marchisio e Pepe. E Quagliarella e Del Piero non sembrano proprio in una delle loro migliori stagioni da questo punto di vista, mentre Vucinic non è mai stato un grande realizzatore.

    Basterebbe un Borriello? Io ho i miei dubbi, anche se, come ha detto Beppe Marotta, è un buon giocatore. Mi chiedo però come mai la Juventus sia stata così rinunciataria e passiva su Tevez. Se sul mercato c'è un grande attaccante, uno che segna, bisogna cercare di prenderlo, a tutti i costi, magari anche facendo la guerra con il Milan! E invece Tevez quasi sicuramente sarà rossonero e la società bianconera si affretta a precisare che Tevez non interessa e che non c'è alcuna intenzione di mettere il bastone fra le ruote rossonere...                                   

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