Juvemania:| Tutti in fila per la panchina
Difficile capire chi sarà il prossimo allenatore della Juventus, ammesso e non concesso che a fine stagione Luigi Del Neri abbandoni la nave e non venga confermato. Sarebbe la soluzione migliore, nel nome della continuità, come avevo ricordato qualche articolo fa. D'altronde la squadra bianconera è stata rifondata e sono arrivati 14 nuovi giocatori. Quattordici, non due. Anche in corso Galileo Ferraris è cambiato tutto: dalla presidenza alla dirigenza. E anche la guida tecnica non è più la stessa: quinto allenatore in cinque anni.
Ergo, dare un pizzico di continuità al progetto tecnico e alle sue idee non sarebbe sbagliato, anche se i risultati sportivi, a maggio, non saranno quelli preventivati a bocce ferme. Se poi ci aggiungiamo la miriade di infortuni che per l'ennesima stagione hanno minato la rosa, il conto è presto fatto. Proviamo a pensare ad un a squadra 'sana' per la prossima stagione, più due o tre grandi campioni innestati e un tecnico che già conosce l'ambiente seguito dallo spogliatoio. Potrebbe venire fuori un miscuglio interessante.
Ma al di là di questo, la Signora si sta guardando intorno e le parole di Marotta di qualche giorno fa sembrano dare poche chances al 'timoniere di Aquileia'. Attorno alla Juventus gravitano diversi nomi: da Mancini a Mazzarri, da Conte a Spalletti, fino a Vilas Boas. Tutti nomi altisonanti e di personalità. Partiamo dall'ultimo dell'elenco. Il Porto ha blindato l'ex braccio destro di Mourinho con una clausola rescissoria di 10 milioni di euro per evitare l'assalto da parte di altri club. E siccome la Juventus non ha questa disponibilità economica da investire per il nuovo tecnico, lo 'Special Two' è da escludere categoricamente.
Anche l'attuale tecnico del Napoli è stato blindato, a parole, dal presidente De Laurentiis, ma non è un mistero l'interessamento della Signora nei suoi confronti. Mazzarri ha dalla sua la continuità nei risultati. Dal 2004 ad oggi, ovunque sia andato (Reggina, Sampdoria e Napoli) ha sempre fatto un ottimo lavoro. Per quanto riguarda il tecnico del Siena, che ha già un piede e mezzo in serie A, ci sono dei seri dubbi, soprattutto sulla sua volubilità caratteriale. E' un sanguigno e ovunque è andato è riuscito a litigare con tutto e tutti.
E' successo a Bari, s'è ripetuto a Bergamo e anche in Toscana non tutto è filato liscio (basti ricordare l'acceso diverbio avuto qualche tempo fa con i giornalisti). Certamente non lo si può paragonare a Ciro Ferrara, giunto sotto la Mole senza alcuna esperienza pregressa e, come per magia, ora diventato tecnico della Nazionale Under 21. Però il rischio che non abbia la giusta maturità per allenare una squadra di rango come la Juve c'è, e il fallimento è dietro l'angolo. Non restano che Spalletti e Mancini, entrambi con esperienza internazionale e carattere da vendere. Arrivare al primo è complicato.
A San Pietroburgo ha aperto un ciclo vincente, il club è ricco e ambizioso e lui non sta facendo alcuna pressione per andare via. Dunque perché lasciare la Russia? Soltanto per stimoli: fare bene a Torino dopo anni di fallimenti sarebbe per lui motivo d'orgoglio, un'altra missione impossibile da portare a termine e un'occasione irripetibile per tornare in Italia e confermare il suo valore. Per quanto riguarda il Mancio, la società terrà conto dei malumori dei tifosi o farà orecchie da mercante?
Stankovic e Floro Flores non sono arrivati sotto la Mole proprio perché malvoluti dalla piazza. Varrà lo stesso discorso anche per l'allenatore? Potrebbe essere l'uomo giusto per la Juve del futuro. E' stato persino sponsorizzato da Moggi. Ma tra il dire e il fare c'è sempre di mezzo il mare. E tanti tifosi non dimenticano quando, da allenatore dell'Inter, accusava la Juve di ogni tipo di malefatta. Ma ormai nel calcio non ci si stupisce più di nulla. Anche Capello disprezzava la Signora e ne diceva di tutti i colori sul suo conto. Peccato che nel 2004 è scappato da Roma, di notte, pur di firmare un contratto milionario con la Juve.