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    Juvemania: Locatelli dice la verità, il futuro con Thiago Motta è un'incognita

    Juvemania: Locatelli dice la verità, il futuro con Thiago Motta è un'incognita

    • Cristiano Corbo
    Non è il momento di farsi prendere dal panico, ma nemmeno di cullarsi nell'illusione che tutto andrà per il meglio senza affrontare i problemi. La verità, come sempre, si trova nel mezzo: è complessa, sfaccettata, fatta di luci e ombre. E proprio questa Juventus è un mix di nuove partenze e di entusiasmo da prima volta. Ma possiamo considerarlo accettabile alla data del 20 febbraio? Ha senso, a otto mesi dall'arrivo di Thiago Motta sulla panchina bianconera e a sei mesi dall'inizio della stagione, trovarsi ancora in questa fase di transizione? Per non lasciarvi in sospeso, vi diamo subito la risposta: al momento, no. E il futuro, ora più che mai, resta un'incognita.

    Thiago Motta, forse più preoccupato di quanto lasci trasparire, ha individuato un limite fondamentale della sua squadra: l'incapacità di mantenere un livello competitivo per l'intera durata della partita. "Non riusciamo a giocare alla pari con l'avversario per tutti i 95 minuti", ha dichiarato l'allenatore, evidenziando una fragilità strutturale che si manifesta sempre più spesso. La Juventus appare brillante a tratti, soprattutto nei primi tempi, quando la spinta iniziale e la voglia di osare le permettono di esprimersi con intensità e determinazione. Ma quando il gioco si fa duro e la resistenza fisica e mentale diventano determinanti, ecco che i bianconeri si sciolgono, lasciandosi travolgere dall'avversario. Lo si è visto chiaramente nella ripresa contro il PSV: la squadra, dopo un primo tempo incoraggiante, è crollata sotto la pressione degli avversari, sopraffatta dall'ambiente, dall'intensità e dalla "voglia superiore degli altri", come ha ammesso Manuel Locatelli in un'analisi cruda ma realistica. Una frase difficile da digerire per una squadra che dovrebbe essere tra le più ambiziose d'Europa.

    Curiosamente, la partita contro il PSV sembrava quasi una risposta diretta all'invito di Thiago Motta ai suoi giocatori: laddove non si può arrivare con l'astuzia e la tecnica, bisogna sopperire con il fisico. Gli olandesi hanno incarnato perfettamente questo concetto, trasformando la sfida in una battaglia atletica che ha fatto emergere le lacune più evidenti della Juventus. Il secondo tempo è stato un monologo del PSV, che ha imposto un ritmo insostenibile per i bianconeri, svuotati di energie e incapaci di trovare soluzioni. Non c'erano idee, non c'era un gioco chiaro, mancavano sensazioni positive ed emozioni: c'era solo una squadra che andava al doppio della velocità rispetto all'altra. E la Juventus, in balìa dell'avversario, ha mostrato un'evidente mancanza di benzina, sia a livello fisico che mentale. 

    Juvemania: Locatelli dice la verità, il futuro con Thiago Motta è un'incognita

    Da qui bisogna partire per un'analisi più approfondita. Le responsabilità sono da ricercare sia nelle scelte di Motta sia nel momento generale della Juventus. Vero, prima di questa battuta d'arresto erano arrivati quattro successi consecutivi, ma è altrettanto vero che nessuna di queste vittorie aveva realmente convinto fino in fondo. Forse solo la ripresa contro l'Inter aveva dissipato qualche dubbio, ma le incertezze non sono mai sparite del tutto. E i dubbi, come i dissennatori di Harry Potter, tornano sempre a risucchiare ogni speranza, insinuandosi silenziosi e pericolosi. Uno di questi interrogativi è particolarmente insidioso: quanto è davvero cresciuta questa squadra? Quali progressi ha fatto? E soprattutto: come li sta facendo? 

    Siamo ormai a fine febbraio e la Juventus continua a essere un enigma. Le domande che ruotano attorno alla squadra non riguardano solo aspetti tattici o tecnici, ma assumono una natura quasi esistenziale. E allora vale la pena porsi l'interrogativo più grande di tutti: il progetto Motta è quello giusto? E il percorso in Champions League potrebbe cambiare la percezione della società su di lui? La risposta non è semplice, perché si muove in un delicato equilibrio tra speranza e delusione. Da un lato, il progetto Motta rappresenta senza dubbio una strada nuova, che potrebbe portare a una crescita progressiva della squadra. Ma questa crescita è sufficiente? E soprattutto, è sostenibile in un contesto come quello della Juventus, dove la pressione e le aspettative sono costantemente alle stelle?

    La sensazione è che la Juventus voglia dare fiducia a Motta, almeno per il momento. L'idea di proseguire su questa strada ha senso solo se la squadra riuscirà, nel breve periodo, a diventare realmente competitiva e a centrare almeno l'obiettivo minimo del quarto posto in campionato. Se così fosse, allora varrebbe la pena continuare a investire su questa filosofia di gioco. Tuttavia, se il primo grande obiettivo stagionale dovesse fallire, il rischio è che il vento possa cambiare rapidamente e che la dirigenza cominci a rivedere le proprie valutazioni.

    Non è ancora il momento di prendere decisioni drastiche, ma la Juventus deve essere consapevole che il tempo a disposizione non è infinito.
    Bisogna dimostrare, nei prossimi mesi, di aver tratto insegnamento dagli errori e di poter competere con le migliori squadre d'Europa. Solo allora si potrà dire se il percorso intrapreso sia davvero quello giusto. Nel frattempo, resta un periodo di riflessione e di attesa, con la speranza che le risposte arrivino prima che sia troppo tardi. 
     

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    Luca82
    Luca82

    X me si possono prendere a braccetto tutti e due e andare a f@nkuler e rimanerci

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