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    Juvemania:| Mal comune, mezzo gaudio?

    Juvemania:| Mal comune, mezzo gaudio?

    • Andrea Bonino

    Dopo questo turno di coppe europee, viene a galla un dato inequivocabile: il calcio italiano è in crisi. L'anno scorso, grazie al triplete di Mourinho (che a questo punto assume contorni quasi mitologici), ci eravamo illusi. Sembrava che il calcio nostrano, dopo aver toccato il fondo dal 2006 in poi, anno dei Mondiali, potesse rinascere dalle proprie ceneri. Come l'Araba Fenice, giusto per rimanere nell'ambito della mitologia. E invece, dopo una stagione paradisiaca (d'altronde l'Inter di italiano ha ben poco), siamo precipitati nuovamente sulla Terra. E in maniera fragorosa. Dopo Sampdoria, Palermo e Juventus, eliminate al primo turno di Europa League, anche Napoli (ai sedicesimi di Europa League), Roma e Milan (agli ottavi di Champions League) sono usciti con le ossa rotte dall'ultimo 'happening' fuori dai confini nostrani, uscendo dalle rispettive competizioni.

    Certo: il Milan è primo in campionato e può consolarsi, così come giallorossi e partenopei possono godere del fatto di 'stare sopra alla Signora'. E anche il Palermo ha messo il fiato sul collo ai ragazzi di Del Neri. L'unica che se la passa peggio è la Doria. Ma alla fine i dati europei che emergono quasi quasi consolano i tifosi della Juventus. Certo: mi rendo conto che questa possa essere una magra consolazione per chi ha la Juventus nel sangue ed è abituato a guardare gli avversari dall'alto verso il basso. Anzi: magrissima. 'Chi se ne frega degli altri?'. Il tifoso juventino guarda in casa propria. E da due anni a questa parte non è per nulla soddisfatto. Quasi furibondo. Ma almeno siamo in ottima compagnia. Non si può essere per nulla soddisfatti delle prestazioni dei ragazzi di Del Neri da gennaio in poi, contando, oltretutto, sul fatto che ad inizio stagione, a bocce ferme, si era convinti che l'anno zero voluto da Agnelli avrebbe portato a qualcosa di buono. Si era arrivati a pensare: 'Fare peggio dell'anno scorso è  impossibile!'. Ed invece tutto è ancora possibile.

    Il calcio italiano è alla frutta. Lo è da tempo. Abbiamo anche perso la battaglia con la Germania, che dal 2012 in poi ci scipperà un posto in Europa. È una magrissima (ed inutile) consolazione, ma almeno siamo in ottima compagnia. Tutti fuori dall'Europa, anche se un turno dopo rispetto alla Juventus, rimasta al palo già durante la fase a gironi. Resta solamente l'Inter, che martedì sera dovrà cercare di ribaltare lo 0-1 patito in casa contro il Bayern Monaco, impresa non facile visto che i tedeschi venderanno carissima la pelle. Se gli odiati cugini nerazzurri dovessero uscire dalla porta di servizio dalla competizione, la soddisfazione raggiungerebbe livelli ancor più elevati e il quadro sarebbe completo, rispecchiando perfettamente il momento disastroso che sta attraversando il nostro calcio. Questo per dire che il calcio italiano è andato. Non è in crisi soltanto la Juventus, ma tutto il movimento 'pallonaro' nostrano.

    Ripeto: immagino non sia motivo di sollievo per nessuno. Saremmo anche in buona compagnia fuori dalle coppe europee, ma abbiamo un record solitario per nulla invidiabile: negli ultimi anni abbiamo sperperato milioni di euro a destra e a manca. Prima le colpe erano di Alessio Secco, adesso grosse responsabilità le ha Beppe Marotta. Per carità: il direttore generale ha semplicemente eseguito gli ordini del suo 'capitano' (Del Neri), ma anche lui ci ha messo del suo. Resto ancora basito pensando che Martinez è stato pagato 12 milioni di euro e che il nostro uomo mercato non sia riuscito a trovare nulla di meglio rispetto a Motta e Rinaudo. Senza contare che Trezeguet è stato buttato via come una scarpa vecchia, salvo poi andare a pescare dal carro attrezzi un bomber come Toni, persin più vecchio (di cinque mesi) del franco-argentino. Cercherò di consolarmi almeno martedì sera, gustandomi Bayern-Inter. 'Sei italiano? In coppa è giusto tifare per le squadre italiane', mi rammenta mio padre sin da piccolo. Ma tanto l'Inter non è una squadra italiana. E poi è l'Inter. Come si fa a fare il tifo per la 'banda degli onesti?'.

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