Juvemania:| Niente più alibi
Giorgio Chiellini spera di fare un favore all'Inter battendo il Milan. Ma la Juventus il favore, conquistando tre punti contro i rossoneri, lo farebbe soprattutto a sé stessa. Il quarto posto, ultima piazza disponibile per la Champions League, sebbene dalla porta di servizio, è lontana sette lunghezze. Battere la squadra di Allegri diventa fondamentale. Non soltanto per la classifica, ma soprattutto per il morale e per Del Neri. Vincere farebbe ritrovare un po' di tranquillità ai bianconeri che, chissà perché, dopo l'importante ed incoraggiante vittoria con l'Inter soprattutto dal punto di vista dell'atteggiamento, hanno perso due partite più che abbordabili (per non dire scontate) con Lecce e Bologna. La sensazione è che la squadra sia di nuovo entrata nel tunnel dell'anno scorso e che la depressione e la sfiducia siano tornate a fare capolino nella testa di giocatori che, nove mesi fa, chiudevano nel peggiore dei modi (qualificandosi per l'Europa dei poveri) la peggior stagione degli ultimi 20 anni.
Altrimenti non si spiega come sia possibile non tanto perdere, quanto giocare male senza un minimo di idee e senza un minimo di accortezza tattica sia contro il Lecce che nel primo tempo contro il Bologna. Fino a prima di Natale la Signora aveva trovato un'identità di gioco. Era piacevole vedere che Del Piero & Co. imponevano il loro gioco contro qualsiasi avversario e che, soprattutto, sapevano come muoversi sia con la palla tra i piedi che senza palla. Ora sembra passato un secolo. Sembrano due stagioni diverse, lontane anni luce. Ma la vittoria sarebbe un toccasana soprattutto per Del Neri. La sua panchina mai come in questo momento scotta, e gli eventuali tre punti contro la capolista la raffredderebbero. Andrea Agnelli continua a difenderlo e non può fare altrimenti: d'altronde è stata sua la scelta di portarlo sotto la Mole dando retta a Beppe Marotta e, soprattutto, non può andare in giro a dire 'Il tecnico è in dubbio ma per ora andiamo avanti'. Sarebbe come chiedere a un dead man walking di avere fiducia nel domani. L'ambiente non riuscirebbe a lavorare con serenità e il progetto di quest'estate avrebbe le ore contate, mettendo a rischio queste undici finali che mancano.
In casa Juve, dal dopo Calciopoli in poi, si respira un'aria strana. La stessa che si respirava e si respira tutt'ora alla Sisport, dove si allenano i cugini del Toro. Un'aria di scarso equilibrio. Basta una vittoria per esaltarsi, basta una sconfitta per strisciare come dei vermi e sentirsi dei falliti. Questo si respira da anni in casa granata. I giocatori che arrivano si 'inscarsiscono' di colpo e non riescono più a rendere come prima. Lo spogliatoio, poi, è continuamente depresso e chiunque entra lì dentro assorbe il pessimismo per osmosi. Purtroppo è la stessa aria che si respira negli ultimi anni a Vinovo. Non c'è più equilibrio. Lippi prima e Capello poi, insieme a Moggi, in questo, erano fenomenali. Tenevano sempre la squadra sulle spine e riuscivano ad infondere lo stile Juve: quello di non mollare mai e di sentirsi, sempre e comunque, vittoriosi o sconfitti, i migliori giocatori del Mondo. Quello spirito ormai è morto e sepolto e ci si deprime alle prime difficoltà o ci si esalta (festeggiando una settimana) soltanto per aver battuto l'Inter, cosa che una volta era all’ordine del giorno. Questa settimana a Vinovo si sono visti giocatori convinti, rabbiosi che hanno lavorato bene, dimostrando di essere ancora con Del Neri.
Ma la domanda è: i giocatori sono carichi perché giocheranno contro il Milan o perché hanno ritrovato lo spirito? Sono consci del fatto che devono farsi perdonare due gare inguardabili, che rischiano di rovinare tutto un'altra volta e che Del Neri rischia la panchina in caso di ko? O è solamente perché contro i rossoneri è facile trovare gli stimoli giusti salvo poi perderli con le piccole? Ultimo appello per la Juve per ritrovarsi, recuperare terreno e tentare di centrare l'unico obiettivo rimasto. Quello della Champions League. Perdere sabato sera metterebbe quasi la parola fine sulla stagione della Signora. Servirà la partita perfetta e i giocatori non hanno più alibi. Sono loro che scendono in campo. E non possono essersi dimenticati come si gioca da un mese all'altro. Del Neri o non Del Neri.