Juvemania: sempre 30, scudetti e milioni
Trent'anni fa, nel 1982, la Juventus vinceva il suo 20° scudetto. Sempre trent'anni fa, la Nazionale italiana si laureava campione del Mondo con sei juventini protagonisti assoluti (Zoff, Gentile, Cabrini, Scirea, Tardelli e Rossi). E il numero trenta ritorna anche oggi, dopo tre decenni: sono trenta gli scudetti che la Juve di Andrea Agnelli rivendica di aver vinto sul campo. E sono trenta i milioni che la società bianconera deve spendere per coronare un mercato che finora è stato più che positivo: Beppe Marotta e Fabio Paratici si sono assicurati due giovani talenti come Leali e Boakye, un difensore con esperienza da Champions come Lucio, e due centrocampisti di sicuro affidamento come Asamoah e Isla. E poi hanno riportato a casa Giovinco.
Ora però il mercato della Juventus deve essere completato con un grande attaccante, il carico da '30' (milioni) in grado di far compiere alla squadra di Antonio Conte (saldamente sul ponte di comando) il salto di qualità necessario per essere competitiva anche a livello internazionale. Sulla cifra non ci sono dubbi: milione più, milione meno, è quella la cifra che i campioni d'Italia devono spendere per portare a casa un big. Perché spendendo meno non lo si acquista. Van Persie (oggi più lontano), Suarez (ancora più lontano), Cavani (difficilissimo, quasi impossibile), Jovetic (il più abbordabile): per portare a Vinovo uno di questi giocatori (o un altro attaccante di pari livello), la cifra da scucire è sempre la stessa: 30 milioni di euro. Mentre Inter e Milan vendono, la Juventus, prima grande squadra italiana con uno stadio di proprietà, è già in grado di fare un investimento del genere in tempi di crisi per il calcio italiano? Oppure bisognerà attendere la prossima estate, sperando che una Champions ad alto livello (almeno quarti di finale), e un altra stagione di ricavi derivanti dallo Juventus Stadium, consentano ai bianconeri di avere a disposizione il budget giusto?