Juvemania: Missori, Volpato e la candida ammissione di Carnevali. Partnership sospette solo per la Juve?
L'amministratore delegato del Sassuolo, Giovanni Carnevali, in un'intervista tv ha candidamente ammesso l'esistenza di rapporti di amicizia e mutuo soccorso tra le società di calcio. Le cosiddette partnership, uno dei tanti capi d'imputazione nei confronti della Juventus nell'inchiesta Prisma. L'accusa è stata quella di aver creato da parte del club bianconero un vero e proprio sistema di società satelliti, con lo scopo di ottenerne favori e benefici finanziari.
Carnevali ha svelato pubblicamente che questi rapporti di amicia tra club esistono da sempre: "Abbiamo acquistato due giocatori dalla Roma perché sono degli amici e avevano bisogno" ha detto. E lo ha dichiarato in totale serenità perché non c'è nulla da nascondere, è una prassi comune tra club. Conosciuta pure dai signori della Federazione, e il procuratore Chinè infatti non aprirà nessuna inchiesta sul passaggio di Volpato e Missori dalla Roma al Sassuolo.
Nonostante Carnevali questa cosa non l'abbia detta di nascosto, durante una telefonata, ma davanti ad una tv. Perché sapeva di poterla dire, non c'era nulla di male. A meno che quei giocatori non glieli avesse ceduti la Juve, a quel punto Chinè avrebbe drizzato le antenne e fatto partire un'inchiesta. Perché in Federazione, sensibili come sono al "sentimento popolare" (e condizionati anche dal proprio tifo), vedono il marcio soltanto in ciò che fanno i dirigenti della Juventus. E la chiamano pure giustizia sportiva.
Carnevali ha svelato pubblicamente che questi rapporti di amicia tra club esistono da sempre: "Abbiamo acquistato due giocatori dalla Roma perché sono degli amici e avevano bisogno" ha detto. E lo ha dichiarato in totale serenità perché non c'è nulla da nascondere, è una prassi comune tra club. Conosciuta pure dai signori della Federazione, e il procuratore Chinè infatti non aprirà nessuna inchiesta sul passaggio di Volpato e Missori dalla Roma al Sassuolo.
Nonostante Carnevali questa cosa non l'abbia detta di nascosto, durante una telefonata, ma davanti ad una tv. Perché sapeva di poterla dire, non c'era nulla di male. A meno che quei giocatori non glieli avesse ceduti la Juve, a quel punto Chinè avrebbe drizzato le antenne e fatto partire un'inchiesta. Perché in Federazione, sensibili come sono al "sentimento popolare" (e condizionati anche dal proprio tifo), vedono il marcio soltanto in ciò che fanno i dirigenti della Juventus. E la chiamano pure giustizia sportiva.