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Juvemania: con i soldi di Chiesa ci compravi Thiago Alcantara e Dest! Così è dura vincere
Ci regala subito anche la sfida degli ex, Pjanic-Arthur, due calciatori al centro di una delle poche trattative vere di mercato di questa campagna acquisti estiva 2020 assai povera nei contenuti e nella liquidità finanziaria.
Una sessione di trasferimenti che sta lentamente avvicinandosi verso la fine senza botti.
Chiesa serve? Solo se parte Douglas Costa - La Juventus (dal canto suo) non molla Federico Chiesa, come confermato anche da Paratici. Premesso che la valutazione che circola riguardo al suo cartellino (circa 60 milioni tra prestito, diritto/obbligo di riscatto e bonus vari) è decisamente fuori mercato, la domanda che nasce spontanea è:
la Vecchia Signora che ha evidenti lacune sugli esterni in difesa, che manca di un regista a centrocampo e di un centravanti di peso in attacco perché dovrebbe dirottare tutte le sue forze finanziarie residue su un esterno offensivo, ruolo in cui la squadra bianconera risulta già ampiamente coperta?
La risposta porta in un’unica direzione, il sacrificio di Douglas Costa. L’esterno brasiliano in questi anni ha dimostrato, purtroppo, di non esser affidabile da un punto di vista fisico. Il suo immenso talento cristallino è stato costantemente intervallato da lunghi periodi di indisponibilità.
Nonostante quindi da un punto di vista tecnico non ci sia minimamente paragone tra Douglas Costa e Chiesa, la Juventus con questa mossa punterebbe ad assicurarsi una maggiore sicurezza in rosa in termini di affidabilità e presenze.
Per arrivare all’esterno della Fiorentina c’è però bisogno perlomeno di piazzare qualche colpo in uscita da qui a Lunedì 5 Ottobre. I nomi, in tal senso, sono sempre gli stessi:
Rugani che praticamente Paratici sta provando a piazzare senza successo da ormai oltre 3 anni, Khedira che dopo il folle rinnovo degli anni scorsi non ha alcuna voglia di andare via ed infine lo stesso Douglas Costa, che nella testa dei dirigenti bianconeri dovrebbe fare spazio a Chiesa sia da un punto di vista tecnico che da quello finanziario.
Sinceramente, e lo diciamo in anticipo onde evitare che qualcuno ci rinfacci poi il “facile parlare dopo”, anche questa operazione di mercato non ci sembra quella giusta, quella che davvero serve ad Andrea Pirlo. Già l’affare Morata ha lasciato l’amaro in bocca, l’acquisto di un esterno offensivo, quando sono evidenti altre priorità, ad un prezzo tra l’altro decisamente fuori mercato (basti pensare che con quella cifra si potevano prendere, per dire, Thiago Alcantara e Dest, due ruoli fondamentali che servivano davvero a questa Juve) lascia davvero perplessi.
Sembra che la formula di acquisto (prestiti, scambi porta plusvalenze, parametri zero) nel corso degli ultimi anni abbia avuto la precedenza sulle reali volontà, necessità, tecnico/tattiche dell'allenatore di turno. Con questi presupposti sarà davvero, durissima, per la Juventus arrivare sino in fondo in Champions League ( e non solo) quest’anno.
Girone abbordabile - Ovviamente non parliamo del girone eliminatorio dove, oltre il già accennato spettacolare duello con il Barcellona di Messi, la Vecchia Signora si troverà davanti due squadre assolutamente alla propria portata:
la Dinamo Kiev allenata da quella “vecchia volpe” di Mircea Lucescu (maestro di Andrea Pirlo al Brescia) e il Ferencvaros, che torna in Champions League venticinque anni dopo l’ultima esperienza. In merito alla squadra ungherese mi ha fatto molto sorridere un commento a caldo ricevuto su uno dei profili social personali subito dopo l'abbinamento “finalmente potremo vendicare la finale del 1965”.
Eh si, perché pochi sanno o ricordano che nel 1965 la Juventus perse nel vecchio Comunale di Torino la finale di Coppa delle Fiere per 1 a 0 proprio contro gli ungheresi del Ferencvaros, prima squadra dell’Est Europa, all’epoca, a trionfare in una competizione continentale.
Fatte tutte le doverose premesse del caso per la Juventus e con grande rispetto per tutte le avversarie possibili non passare il turno in un girone di questo livello sarebbe però un fallimento totale. Senza se, senza ma.
Con o senza Federico Chiesa.
@stefanodiscreti