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Juvemania: Agnelli ha perso la scommessa, senza Champions rischia la rivoluzione come post-Calciopoli
Nel giorno in cui l’Uefa minaccia sanzioni devastanti nei confronti delle squadre che hanno aderito alla costituzione della nuova SuperLega tanto voluta da Andrea Agnelli, il presidente juventino incassa l’ennesima sconfitta stagionale sul campo per un progetto tecnico completamente sbagliato nei tempi e nei modi. Una scommessa evidentemente persa. Nell’anno dell’emergenza Covid, dove per mancanza di tempo non si poteva provare la squadra con amichevoli né si poteva plasmarla su indicazioni tecniche ben precise per via di un mercato devastato dalla crisi economica, aver puntato su un allenatore completamente esordiente è stata un’assoluta follia che adesso la Juve rischia di pagare caro, carissimo. Non bastasse l’onta di esser stati tagliati fuori dalla lotta scudetto con mesi di anticipo, la formazione di Pirlo (chissà ancora per quanto se continuerà così…) rischia di non disputare la prossima Champions League. Quello che fino a poco tempo fa sembrava solo un brutto sogno adesso si sta trasformando in un vero e proprio incubo, partita dopo partita.
SPAREGGIO PERSO - Contro l’Atalanta, in un vero spareggio per ottenere il pass per disputare la massima competizione europea nel corso del prossimo anno, la Juventus ha ottenuto un’altra brutta sconfitta stagionale. Forse sarebbe stato più giusto il pareggio ma la squadra bianconera, orfana di Cristiano Ronaldo, non ha praticamente mai tirato in porta anche per via della prestazione incolore di Morata, sempre più uno dei fattori negativi di questa squadra nel 2021. Vedere l’attaccante spagnolo giocare titolare inamovibile nella Juventus è la dimostrazione anche nei fatti di come la formazione bianconera sia stata evidentemente indebolita dalle ultime sessioni di calciomercato. Morata non è assolutamente l’unico problema della Vecchia Signora, ci mancherebbe, ma aver puntato per l’attacco su un calciatore che ha praticamente sempre fatto panchina negli ultimi anni ovunque sia stato (Real Madrid, Chelsea e Atletico Madrid) ci spiega al meglio nei fatti il mercato confusionario ed estremamente negativo messo in atto da Paratici nel triennio ultimo ovvero da quando rimasto orfano di Marotta. Una squadra, quella di Pirlo, che praticamente basa il suo attuale gioco solamente sulle giocate personali di Cuadrado, unica vera fonte di fantasia all’interno di una formazione che ha nel centrocampo l’evidente punto debole. McKennie-Bentancur-Rabiot (ma anche il subentrante Arthur nel secondo tempo) è una linea mediana del campo che non giocherebbe titolare in nessuna formazione top europea. Nessuna. La squadra di Gasperini, proprio per questo, ha avuto il pallino del gioco per larghi tratti della partita pur non creando tantissime occasioni da gol per via della prestazione stoica della coppia De Ligt – Chiellini che ha cercato in tutti i modi di mettere più pezze possibili sulle evidenti falle presenti nella squadra allenata da Pirlo; purtroppo non è bastato nemmeno questo!
RISCHIO RESET - Alla fine, perso anche questo spareggio, alla Juventus non resta che prendere consapevolezza (e paura) del grandissimo rischio di andare ulteriormente a fare del male su un bilancio finanziario già in evidente crisi negli ultimi anni, ovvero dall’affare Ronaldo in poi. Senza la qualificazione alla prossima Champions League (che ormai non è più ipotesi così fantascientifica) la squadra juventina rischia davvero un ridimensionamento epocale paragonabile solamente a quello subito nell’era del post Calciopoli, a meno che la SuperLega non prenda davvero vita rapidamente, fregandosene di UEFA e rispettivi campionati nazionali. Ma questa è un’altra storia...
@stefanodiscreti
SPAREGGIO PERSO - Contro l’Atalanta, in un vero spareggio per ottenere il pass per disputare la massima competizione europea nel corso del prossimo anno, la Juventus ha ottenuto un’altra brutta sconfitta stagionale. Forse sarebbe stato più giusto il pareggio ma la squadra bianconera, orfana di Cristiano Ronaldo, non ha praticamente mai tirato in porta anche per via della prestazione incolore di Morata, sempre più uno dei fattori negativi di questa squadra nel 2021. Vedere l’attaccante spagnolo giocare titolare inamovibile nella Juventus è la dimostrazione anche nei fatti di come la formazione bianconera sia stata evidentemente indebolita dalle ultime sessioni di calciomercato. Morata non è assolutamente l’unico problema della Vecchia Signora, ci mancherebbe, ma aver puntato per l’attacco su un calciatore che ha praticamente sempre fatto panchina negli ultimi anni ovunque sia stato (Real Madrid, Chelsea e Atletico Madrid) ci spiega al meglio nei fatti il mercato confusionario ed estremamente negativo messo in atto da Paratici nel triennio ultimo ovvero da quando rimasto orfano di Marotta. Una squadra, quella di Pirlo, che praticamente basa il suo attuale gioco solamente sulle giocate personali di Cuadrado, unica vera fonte di fantasia all’interno di una formazione che ha nel centrocampo l’evidente punto debole. McKennie-Bentancur-Rabiot (ma anche il subentrante Arthur nel secondo tempo) è una linea mediana del campo che non giocherebbe titolare in nessuna formazione top europea. Nessuna. La squadra di Gasperini, proprio per questo, ha avuto il pallino del gioco per larghi tratti della partita pur non creando tantissime occasioni da gol per via della prestazione stoica della coppia De Ligt – Chiellini che ha cercato in tutti i modi di mettere più pezze possibili sulle evidenti falle presenti nella squadra allenata da Pirlo; purtroppo non è bastato nemmeno questo!
RISCHIO RESET - Alla fine, perso anche questo spareggio, alla Juventus non resta che prendere consapevolezza (e paura) del grandissimo rischio di andare ulteriormente a fare del male su un bilancio finanziario già in evidente crisi negli ultimi anni, ovvero dall’affare Ronaldo in poi. Senza la qualificazione alla prossima Champions League (che ormai non è più ipotesi così fantascientifica) la squadra juventina rischia davvero un ridimensionamento epocale paragonabile solamente a quello subito nell’era del post Calciopoli, a meno che la SuperLega non prenda davvero vita rapidamente, fregandosene di UEFA e rispettivi campionati nazionali. Ma questa è un’altra storia...
@stefanodiscreti