Juvemania:| Da sudditanza ad arroganza
Ha ragione Beppe Marotta: 'La sudditanza è diventata arroganza'. Partiamo dal presupposto che la sudditanza psicologica, nei confronti delle grandi squadre, c'è sempre stata e sempre ci sarà. La Juventus, dal dopo Calciopoli in poi, non è più da annoverare tra le 'grandi'. Tutt'altro. Semmai una nobile decaduta. Una società che sta cercando di alzarsi dalle ceneri e di scrollarsi di dosso tutto il marciume respirato negli ultimi cinque anni. Oltretutto i bianconeri, da quell'assurdo 2006, è vista come il marcio da estirpare da un mondo perfetto. Un mondo, quello del calcio, che grazie a quell'assurda sentenza s'è ripulito definitivamente. Fatta fuori la triade e in particolar modo Luciano Moggi, il palazzo pallonaro s'è rimesso in sesto. In giro ci sono soltanto bande degli onesti. Nessuno ha rubato come 'i gobbi'. Nessuno faceva come loro. MI viene ancora oggi da ridere, ma soprattutto da piangere a pensare che hanno sfasciato il giocattolo più bello del mondo soltanto per aprire un'inchiesta basata su 'chiacchiere da bar' e sul 10% delle intercettazioni. Ma lasciamo perdere questo discorso. Già trito e ritrito. Un nervo scoperto, che farà male per sempre.
Ma negli ultimi tempi 'fa figo' fischiare contro la Juve o, nel dubbio, cavarsi gli occhi di fronte a clamorosi eventi sul rettangolo di gioco riguardanti 'i gobbi'. Il 'timore' o il 'rispetto' degli arbitri si sono ora trasformati in sudditanza al contrario. Nel dubbio, piuttosto non fischi. Ma come si fa a non dare addosso a Morganti? Come si fa a non pensare che, se non vogliamo chiamarla 'malafede', ci sia 'antipatia' nei confronti della vecchia Signora? Solo un cieco avrebbe lasciato correre sulla bracciata a stile libero effettuata da Bovo in area di rigore. Soltanto una talpa avrebbe sorvolato sulla vistosa e prolungata trattenuta di Andelkovic su Chiellini. Eppure in entrambe le occasioni l'arbitro era nella miglior posizione possibile per valutare. Non era impallato da nessuno. Però fa figo fischiare contro la Juve o far finta che gli avversari siano dei santi. Dunque ogni volta che Krasic subisce un fallo si fa finta di nulla. Il fischietto non finisce nemmeno tra le labbra. Così come ogni volta che Felipe Melo fa un fallo, anche se è il primo, scatta, in automatico, il cartellino giallo. Per carità: il serbo non ha dato di sé un'immagine proprio limpida con i tuffi di Bologna e Parma, ma è altrettanto vero che ha già pagato con due giornate di squalifica per la scenata allo stadio Dall'Ara. Così come anche il centrocampista brasiliano ha ormai la nomea di 'cattivo'. Ma anche lui ha già scontato la sua pena: tre giornate dopo il calcio in faccia rifilato a Paci. E allora basta.
Intendiamoci: nessuno vuole ricondurre la crisi della Juventus ai torti arbitrali. Ci mancherebbe. Così come siamo coscienti del fatto che altre squadre, come il Palermo ad esempio, lamentano errori arbitrali ben più clamorosi di quelli capitati alla Signora. E giustamente si sono lamentati e si lamenteranno sempre. I bianconeri, finora, non l'avevano ancora fatto. Ora sono sbottati. E Del Neri ha gridato: 'La Juve merita rispetto. Calciopoli è finita quattro anni fa, ammesso che ci sia stata'. E qui il pubblico calciofilo si sarà spezzato in due tronconi. Bianconeri contro anti-juventini. Questi ultimi avranno gridato allo scandalo pensando: 'Ma se fino a qualche anno fa rubavate, cosa vi lamentate oggi?'. Mentre i primi avranno pensato: 'Amen mister!'. Altri ancora, però, avranno ragionato: 'Una reazione, quella di Delneri, non da Juve. Non in stile Juve'. Ma chissene frega! L'operazione simpatia inaugurata nel 2006 in serie B è ormai cestinata. Meglio essere antipatici ed essere rispettati che simpatici e 'mazziati'. Una volta la Juve era antipatica perché vinceva. E allora speriamo che torni ad essere ancora più antipatica di prima. E in fretta! Giusto alzare la voce. Giusto farsi sentire. E chiudo con un pensiero di Marotta nel dopo partita dello stadio Barbera: 'Braschi nell'incontro che abbiamo avuto a Roma recentemente, disse che uno dei suoi principi è quello di far ruotare gli arbitri. Ha spiegato che aveva mandato non più di due volte un arbitro per ogni squadra. Noi con Morganti siamo già a tre. E in due occasioni, a Napoli e oggi, ci ha danneggiati. Diciamo che con noi è stato sfortunato'. Amen direttore!