Juvemania:| Altro che grande squadra...
Leggendo i giornali di oggi sembra che la colpa sia tutta di Del Neri. Dopo aver visto la partita di Lecce è tutto il contrario. La colpa è solo e soltanto dei giocatori. Questa volta il tecnico di Aquileia non c'entra nulla. Su di lui c'era e c'è un progetto a breve-medio termine di almeno due anni. Il primo della rifondazione con assestamento annesso e il secondo, si spera, di conferme e soddisfazioni. Dopo nemmeno sei mesi dall'inizio del progetto, mi viene da ridere nel leggere i giornali di oggi. 'Capolinea Del Neri', 'Del Neri Game over' e via dicendo. Ma se nemmeno sette giorni fa si osannava l'operato dell'allenatore e tutta la squadra, com'è possibile, sette giorni dopo, arrivare a scrivere l'esatto contrario? Siamo in Italia. Questo è il calcio e non c'è equilibrio. C'è sempre più frenesia e caccia al colpevole. Per forza. Sempre e comunque. La critica mangia sempre più allenatori e non c'è più pazienza per aspettare. C'è un progetto? Si aspetta! Perché non possiamo fare come in Inghilterra? Quanto ci ha messo a vincere Alex Ferguson? Tre anni e mezzo. E i vertici del Manchester United non hanno battuto ciglio. C'era un progetto, e loro l'hanno portato avanti. Certo non voglio assolutamente paragonare i due allenatori e le due situazioni, sarebbe una bestemmia bella e buona. Così come Del Neri non può permettersi di aspettare così tanto prima di tornare a vincere qualcosa. Però dobbiamo avere pazienza. Almeno fino al prossimo anno.
C'è un progetto di due stagioni? Portiamolo avanti. Del Neri deve rimanere a bordo, anche in caso di mancata qualificazione in Champions League. Altrimenti il piano andrà a farsi benedire e la Juventus si troverà, per l'ennesima volta dal 2006 ad oggi, a dover ricominciare da capo. Nuovamente l'anno zero. Andrea Agnelli, qualche settimana fa, subito dopo la chiusura del mercato invernale, aveva ammesso: 'Se anche l'anno prossimo la Juventus dovesse essere in questa situazione (senza Europa, Coppa Italia e sesta in classifica) allora la posizione del tecnico andrebbe rivista, ma abbiamo fiducia in lui'. Ma ora non possiamo gettare tutto alle ortiche per una partita storta. Eroi contro l'Inter, schiappe con il Lecce? E' tutta colpa dei giocatori. O quasi tutta. Facciamo così: 90% della squadra e 10% del tecnico. Nedved l'aveva intuito già in settimana: 'Basta festeggiare la vittoria contro l'Inter'. Il ceco s'era già accorto che c'era troppa euforia e che si rischiava di perdere di vista la partita contro il Lecce e prenderla sotto gamba. E difatti è andata proprio così. Per carità: la Juve ha giocato in dieci per tutta la partita dopo l'espulsione di Buffon e la situazione s'è complicata pesantemente. Oltretutto se Mazzoleni avesse fischiato il rigore su Toni ed espulso Ferrario dopo nove minuti sarebbe stata tutta un'altra partita. Ma la questione è che in campo ci sono andati i giocatori, non il tecnico. Quelli molli sono stati Del Piero & Co., non Del Neri.
Il tecnico non sarà un grande motivatore. Non sarà un Lippi, un Capello o un Mourinho (le bacheche e i trofei parlano da soli), e in campo la Juve è scesa molle, prevedibile e presuntuosa. Ma la colpa è soltanto dei giocatori. Sono loro che si sono montati la testa dopo i tre punti con l'Inter. Sono loro che hanno festeggiato fino a venerdì come se avessero vinto uno scudetto. E qui c'è anche un'ultima riflessione da fare: la Juve non è una grande squadra. Non pensa come le grandi. E lo ha dimostrato ieri all'ora di pranzo. Fino a prima di Calciopoli, quando la Juve era abituata a vincere trofei e a competere a certi livelli, i tre punti conquistati con i nerazzurri valevano esattamente come quelli contro il Lecce. Ora quei tempi sono andati. L'abitudine a vincere non c'è più e basta battere gli odiati cugini per montarsi la testa. Si perde il contatto con la realtà e la giusta tensione per evitare figuracce come quella in Salento. Ora i sette punti di distacco dalla zona Champions League cominciano a preoccupare e l'Europa è sempre più lontana. Ma anche se Del Neri non dovesse riuscire a centrarla, per una volta, facciamo le persone mature. Cerchiamo di dimenticarci di essere italiani e proviamo a dare ancora fiducia a Del Neri. D'altronde cosa possiamo pretendere? Si trova con una squadra completamente rifondata, che viene da un'annata disastrosa, che deve ritrovare autostima e che deve ritrovare l'abitudine alle vittorie. Anche Ranieri, a metà della seconda stagione, era stato bistrattato. Eppure i migliori risultati raggiunti dal dopo Calciopoli in poi portano la sua firma. Ed eppure siamo stati capaci di mandarlo a casa. Come? Cominciando a fargli terra bruciata attorno con gli stessi titoloni di oggi sui quotidiani. All'orizzonte c'è un altro anno di transizione. Ma se Del Neri sarà liquidato, l'anno prossimo bisognerà ricominciare da capo e gli anni di transizione potrebbero diventare due. Sarebbe assurdo!