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Juvemania: Agnelli, ora non cedere nessuno e apri il portafoglio
Una sconfitta senza attenuanti.
Da Cardiff a Torino, dieci mesi dopo, non è cambiato l’esito complessivo della sfida tra Juventus e Real Madrid.
Tre gol di differenza c’erano stati allora, tre gol di scarto ci sono stati nuovamente ieri sera e stavolta nemmeno con fantascientifiche ricostruzioni nello spogliatoio a giustificare la debacle.
Ma c’è davvero tutto questo divario tra le due compagini?
L'11 di CARDIFF era più forte
Punto primo.
Quando nei giorni scorsi ad amici, follower e colleghi avevo manifestato seria preoccupazione per il nuovo impegno contro il Real perché ritengo l’attuale Juve inferiore negli 11 titolari (anche considerando gli assenti di ieri sera) rispetto a quella di Cardiff sono stato tacciato di eccessivo pessimismo. Eppure al sottoscritto sembra evidente quanto scritto in tutti questi mesi, a partire dalla scorsa estate; la Vecchia Signora quest’anno ha sicuramente rinforzato la rosa per alternative offensive mettendo a disposizione del Mister indubbiamente il miglior parco attaccanti della sua era; va però evidenziato con forza che sulla bilancia a fare da contrappeso a questo dato di fatto c’è stato il netto indebolimento della difesa.
Il livello poco competitivo del torneo italiano ha illuso un pò tutti di un rinnovata solidità difensiva ma i numeri in Champions sono impietosi. In pratica in Europa la Juventus in 9 partite ha subito quasi gli stessi gol di un’intera stagione in campionato. Cosa vuol dire questo?
Che mentre il Real Madrid è rimasto allo stesso livello di Cardiff e addirittura sgombro e riposato dall’essersi preso un anno di riposo nella Liga, il livello generale della Juventus (logora dall’esser sempre impegnata su tutti i fronti in Italia) è diminuito nel complesso degli 11 titolari, aumentando il divario tra le due formazioni nella gara singola.
Non crediamo che ci siano tre gol di differenza tra Juve e Real ma almeno uno o due si, soprattutto nelle condizioni sopra esposte.
L'unico vero fenomeno è CRISTIANO RONALDO
Punto secondo.
Proprio per il livello imbarazzante delle difese (e non solo) del campionato italiano si esaltano mediaticamente in fretta alcuni giocatori etichettandoli a torto con troppa facilità come campioni; ma l’abbiamo visto ancora una volta ieri sera cosa vuol dire esser fenomeni fino in fondo.
Cristiano Ronaldo sono oltre 10 anni che fa la differenza in campionato, in Nazionale e in Coppa. Ovunque. Ecco cosa vuol dire essere fenomeni veri.
Questa lezione deve aiutarci in futuro a dettare le linee guida dei giudizi espressi.
Inutile esaltare a dismisura giocatori che poi nei fatti al di fuori del campionato italiano poco competitivo raramente fanno la differenza. Dopo una sconfitta di queste proporzioni non sarebbe nemmeno corretto puntare il dito in particolare contro qualcuno piuttosto che un altro (per questo oggi eviteremo di fare nomi) ma è sicuramente più giusto alzarsi in piedi per applaudire l’avversario più forte come fatto in maniera splendida da tutti i tifosi bianconeri presenti allo Stadium in occasione del secondo gol della serata di Cristiano Ronaldo realizzato con un’epica rovesciata che rimarrà immagine scolpita di questa competizione (e non solo) per le future generazioni.
JUVE, adesso arriva il bivio
Punto terzo.
Cosa fare adesso?
Peccato per il terzo gol subito da Marcelo nel finale, perché con Sergio Ramos (il miglior difensore del Real e forse addirittura del mondo) fuori gioco per squalifica al ritorno magari ci si sarebbe anche potuto provato a ribaltare i due gol; con pochissime possibilità ovvio, ma almeno una flebile speranza anche solo un’illusione si sarebbe potuta coltivare nei prossimi giorni.
Adesso invece con uno 0-3 sulle spalle praticamente impossibile da rimediare non mi stupirei di vedere un turnover pro-campionato da parte di Allegri nella partita di ritorno a Madrid. Quasi una passerella, un commiato per chi magari a fine stagione deciderà di smettere con la Juventus. A fine gara il Mister ha pubblicato sui social il suo pensiero, che sembra quasi aver ripreso il concetto espresso dal sottoscritto nel pomeriggio di ieri, prima della gara.
Caro Mister, purtroppo però temo che solo col lavoro (che serve sempre, ci mancherebbe) non si potrà colmare la grande differenza vista in campo in questi ultimi due anni contro il Real Madrid.
Se davvero si vuole ridurre il gap contro le superpotenze d’Europa bisognerà mettere mano al portafoglio ed investire in maniera consistente sul mercato, evitando magari se possibile anche di cedere ogni anno uno o due pezzi pregiati della squadra per fare cassa. L'alternativa low cost per la proprietà altrimenti è quella di investire su un allenatore che punti sul gioco corale di squadra ancor prima che sulla prodezza del singolo campione. Ma ne varrebbe davvero la pena?
@stefanodiscreti