Juvemania:| Del Neri è solo. E il Milan...
La settimana scorsa il Milan è passato in vantaggio sul Napoli grazie ad un fallo di mano molto dubbio trasformato un calcio di rigore da Rocchi. Un gol che ha poi spianato la strada al Diavolo per la vittoria finale. Ieri sono stati negati due rigori al Napoli (il secondo su Mascara clamoroso!) che alla fine ha pareggiato 0-0 contro il Brescia. E se una cosa del genere fosse successa alla Juventus qualche anno fa? Già immagino i titoloni dei giornali: 'Bianconeri favoriti dagli arbitri', 'Sudditanza psicologica nei confronti della Juventus', 'Moggi influenza gli arbitri' eccetera. Ed invece del Milan, che grazie a questi errori ha allungato sulle dirette inseguitrici, nessuno parla. Abbiamo la netta sensazione che il vero cancro del calcio, ad oggi, sia rossonero. E abbiamo l'impressione che lo strapotere del Milan, al di là di quello visto sul campo soltanto in alcune gare, sia ancora più evidente fuori. Ma d'altronde il mondo del calcio, una volta eliminato Luciano Moggi, s'è purificato. Il marcio è stato estirpato. Non è quello che si continua a ripetere? Ingenuo chi ci crede. Il palazzo continua ad avere gli stessi padroni di prima, e il Milan ora può godere senza che nessuno possa più mettergli il bastone tra le ruote. Moggi aveva semplicemente capito come difendersi, e per tutelare la 'sua' Juve s'era adeguato ai metodi che imperavano nel mondo del calcio e che, stando a quanto si vede, forse continuano a regnare.
Questo discorso non vuole assolutamente distogliere l'attenzione dai problemi della Juventus e dal momento super-negativo che sta attraversando la squadra di Del Neri. E la squadra di Allegri ha battuto la Juve meritatamente sul campo. D'altronde Buffon & Co. non hanno mai tirato in porta nemmeno una volta nell'arco dei novanta minuti. Non esiste più un gioco, non esistono più idee. I giocatori in campo sembrano la brutta copia di quelli d'inizio stagione e sono sempre più depressi. Lo si vede e lo si sente pure: 'Dobbiamo trovare la voglia di uscire da questa situazione. Sarà fondamentale ritrovare l'entusiasmo'. Questo il Del Piero pensiero sabato sera a fine gara. E se il capitano di mille battaglie ammette la triste situazione mentale dello spogliatoio, vuol dire che la depressione ha nuovamente fatto capolino all'interno della squadra. I ragazzi di Del Neri sono rientrati nel tunnel dello scorso anno. E se anche Buffon prende un gol fantozziano su un tiro 'ciofeca' di Gattuso, vuole dire che tutta la Juve ha ammainato la bandiera e che c'è poco da fare per salvare questa stagione ormai. La Lazio è distante dieci punti, la Champions League pure, mentre l'Europa League ne dista 'soltanto' cinque. Il problema? E' che ora Del Neri è accerchiato. I giocatori giurano di seguirlo ancora e di avere fiducia nel proprio coach, ma i tifosi l'hanno abbandonato, Agnelli l'ha ripudiato e pure Beppe Marotta, colui che l'aveva voluto portare a tutti i costi sotto la Mole dopo la strepitosa stagione doriana, ha ammesso che 'saremo obiettivi nel valutare le sue colpe'.
Il tecnico di Aquileia ora è solo, e ha sempre più le ore contate. Oltretutto non sa più che pesci prendere. A fine partita, nonostante il ko senza gioco e senza mordente, ha avuto il coraggio di ammettere che dal punto di vista caratteriale ha visto dei passi in avanti rispetto alle gare contro Lecce e Bologna. Ma ci prende in giro o ha completamente perso la bussola? Questa sua frase mi ricorda quelle sconclusionate e fuori dal mondo dell'anno scorso fatte da Alberto Zaccheroni. Secondo lui c'erano sempre motivi per sorridere, e intanto la sua Juve affondava giornata dopo giornata. Ed è quello che sta succedendo a questa Juve, senza più comandante. Lo striscione di sabato sera visto in curva Scirea, parafrasando Boniperti, mi ha dato ragione: anche i tifosi della Juve hanno perso la bussola. Sono rimasti alla Juve di Lippi e di Capello. Quella che stravinceva e faceva sfaceli ovunque: 'Alla Juventus vincere non è importante: è l'unica cosa che conta'. Non hanno capito nulla: facile essere tifosi quando si conquistano tutti i trofei del mondo. Scappare di fronte alle difficoltà è ancora più facile. I tifosi della Juve non accetteranno mai di soffrire per anni bui e di difficoltà, peggiorando la situazione e costringendo la società a cambiare ogni anno, ogni due anni, senza dare continuità a qualsiasi tipo di progetto. Così siamo tutti colpevoli: dirigenza, staff tecnico, squadra e tifosi. Così non si va da nessuna parte.