Juvemania: meglio di tutti, grazie Allegri
Allegri - subentrato a Conte, al termine di tre esaltanti stagioni ma con un addio traumatico e per certi versi ancora poco leggibile - era stato accolto con sputi ed insulti. Pesava il suo passato milanista e pesavano alcune parole, non precisamente simpatiche nei confronti della Juventus. Non aveva cominciato bene, Allegri, sconfitto ai rigori nella sfida di Supercoppa a Doha dal Napoli. E non avevano cominciato bene, alcuni nuovi arrivati. Da Morata, subito infortunato, ad Evra, piantato in mezzo al campo e condannato da quel flash nel derby, arrancante e impotente contro una saetta brasilera del Toro. Ma da gennaio, dopo Capodanno, tutto alla Juve è cambiato. La squadra ha cominciato a brillare anche negli elementi maggiormente criticati. Evra su tutti: prima quasi un ex giocatore, da gennaio un fulmine. La stagione di Allegri è andata in crescendo. Vittoria in Campionato. Vittoria in Coppa Italia. La forza e l'esperienza della Juventus, si è abbinata ( anche in Champions) a un pizzico di fortuna. A Berlino si è consumata la prima delusione. Troppo forte il Barcellona. Ma l'1 a 3 che nella finale ha punito la Juventus , oltre i suoi demeriti, aveva dimostrato anche la compattezza di una squadra che paradossalmente ha perso quando - convinta di poter vincere - aveva attaccato, colpita in contropiede da una formazione che fa del possesso palla la sua fede, filosofia, legge. Avrebbe dovuto la Juve, continuare a difendersi cercando il contropiede. Forse il risultato di quella finale sarebbe cambiato. Forse.
LA GRANA DI SHANGAI - Archiviata la Champions la Juventus ad agosto ha messo in bacheca la Supercoppa Italiana, disputata a Shangai, in una giornata da dimenticare, per la scadente qualità del terreno di gioco, delle riprese televisive e infine per la poca affidabilità di un "allestitore" truffaldino, moroso (fino ad ora nessuno ha visto un euro) nei confronti di Lega, Lazio e Juventus. Ma a Shangai si è avuto un assaggio di quello che sarebbe successo nei mesi successivi. Supercoppa firmata Mandzukic e Dybala. Coppia che ha consentito a Madama la rincorsa vincente in campionato, dopo un avvio a dir poco disastroso. Se debutti, perdendo nel tuo “fortino“ contro una squadra di media-bassa classifica, a suonare è un allarme che non puoi ignorare. La colpa di Allegri è stata questa: minimizzare l'accaduto e contemporaneamente inseguire il sogno di un modulo, semplicemente inapplicabile con i giocatori a disposizione. Infortuni, sfortuna, presunzione della squadra, hanno poi fatto il resto. Fino al famoso “patto dello spogliatoio“ con i senatori che chiedono il permesso alla dirigenza di “parlare fuori dai denti“ all'allenatore. Ad Allegri, Buffon e soci spiegano che con il 3-5-2 si sentono più sicuri. Tradotto: basta trequartista, basta esperimenti.
JUVENTUS IN STRISCIA - Con il modulo conosciuto (e alternando esterni e punte ) arriva - oltre al raggiungimento degli ottavi in Champions - una nuova vittoria nel derby di Coppa Italia. E una striscia di sette vittorie consecutive in campionato. Il fiocco lo mette la Dea con quel gol di gluteo di Cuadrado all'ultimo secondo di un derby sanguinoso per il Torino. Dopo quella gara la squadra si ricompatta. Tutti danno il proprio contributo. Zaza - nella valutazione tempo-rendimento – più di ogni altro attaccante della Juventus. I senatori spiegano ai giovani cosa significhi portare la maglia della Juve. Allegri capisce che l'addio di Tevez, Pirlo e Vidal è più pesante di quanto non si potesse ipotizzare. Sempre Allegri forse si pente di non aver offerto in stagione qualche minuto in più a Coman, ceduto al Bayern (con pesante plusvalenza) non senza rimpianti dei tifosi e della stessa società. La Juve ha cominciato a girare nel momento in cui tutti i nuovi hanno avuto chiaro quello slogan: “Vincere è l'unica cosa che conta“. Che alla Juve , più che uno slogan è una missione. Ha fatto bene Mandzukic, l'ariete che da anni la Juve non possedeva. Ha fatto bene Khedira, pur limitato dalla fragilità dei suoi muscoli. Ha fatto benissimo Zaza, per le ragioni sopra-descritte. Ha fatto bene Rugani, pur con minutaggio limitato. Ha fatto intravvedere buone cose Lemina pur impiegato fuori ruolo e attore – suo malgrado – in alcune delle peggiori gare disputate da Madama. Ha fatto vedere sicurezza e classe Neto, nelle occasioni(poche) in cui è stato impiegato. Ha fatto vedere “lampi“ Cuadrado, pur con troppe pause, per uno della sua qualità. Ha fatto vedere il suo potenziale (immenso ) Alex Sandro. Ha fatto vedere meraviglie Dybala, uno che era “pronto“ già sulla poltroncina dell'aereo che da Palermo lo ha portato a Torino. Uno solo ha deluso: Hernanes. Per tanti motivi che sarebbe stucchevole ricordare. Rimessosi dall'infortunio tocca a lui, dimostrare quanto vale. Le qualità non gli mancano. Della vecchia intelaiatura, risposte positive quasi da tutti: da Buffon a Barzagli, da Chiellini a Bonucci, da Marchisio a Pogba, da Evra a Lichsteiner, da Sturaro a Padoin (quando non gli è stato imposto di fare il regista) a Pereyra ed Asamoah, limitati solo dagli infortuni .
ZAZA NON VA VENDUTO - Due soli hanno offerto meno di quanto possono. Morata, l'uomo di Champions, l'uomo dal gol facile in Europa, un giocatore che deve ritrovarsi. Giocare accanto a Tevez è un conto, giocare accanto a Mandzukic un altro. Morata ha sofferto e sta soffrendo la concorrenza di Dybala, diventato ormai una certezza. Il secondo è Caceres: le sue “bravate“ extracalcistiche hanno stufato la Juventus. L'uruguagio, sempre presente con la sua nazionale, in infermeria stabile con la Juve, verrà ceduto a gennaio. Probabilmente verrà accontentato Neto che chiede più spazio. E forse - dico forse - verrà ceduto (ma al massimo in prestito e solo se la Juve troverà un sostituto ) Simone Zaza. Sconsiglierei Marotta dal cederlo definitivamente. Lo ceda in prestito – se mai – senza diritto di riscatto da parte di chi lo vuole. Non sarà ceduto Rugani. Quanto a Pogba, ogni giorno venduto dai media a dieci diverse squadre, deciderà del suo futuro dopo l'Europeo. La Juve vuole tenerlo. Non è detto che lui abbia tutta questa voglia di cambiare casacca.
IL BILANCIO DI MADAMA - Ma se la squadra ha fatto meraviglie (grazie anche se non soprattutto ad Allegri), la dirigenza non ha fatto meno. La Juve di Agnelli, Marotta, Nedved e Paratici, ha sanato il buco economico ereditato dalla precedente gestione , portando i bilanci in leggero attivo. La società ha scalato posizioni nel ranking. Agnelli non ha mollato la presa sul ricorso (per danni) presentato contro la Federazione. Contemporaneamente ha elaborato un programma di riforme, che i gattopardi del calcio hanno ignorato, ma che prima o poi verrà attuato considerata la pessima salute del calcio nostrano.
BEFANA CON IL VERONA - L'anno si chiude con la Juve a meno 3 in classifica dalla prima. Il fatto che la prima sia l'Inter ha messo il pepe dove solitamente viene collocato il pepe ) addosso a tutto l'ambiente. La Befana dice Juventus–Verona. Gara da vincere e basta. Qualche giorno prima si aprirà il mercato. La Juventus cerca un centrocampista: l'uomo ideale è Gundogan. Difficile da raggiungere. Ma con assegno da 25 milioni (che poi è la giusta valutazione per il giocatore), Marotta potrebbe convincere il Dortmund. Poi: se partono Caceres, Zaza e Neto, ovviamente dovranno essere rimpiazzati. I nomi sono tanti e avremo la possibilità di riparlarne. Intanto la Juve si è già assicurata per 18 milioni (a giugno) Domenico Berardi. Ed è ormai ai dettagli per il 97 Mandragora di proprietà del Genoa e colonna dell'Under di Di Biagio. Centrocampista versatile e di grande personalità. Una vera mezz'ala. Stavolta la Juventus chiuderà a gennaio lasciando il giocatore in prestito al Pescara dove attualmente sta giocando. Verratti è ancora un grande rimpianto: la Juve non avrà tentennamenti.
FORZA MATTIELLO - In uscita dalla Primavera di Grosso, un altro mediano: Vitale. Andrà a fare esperienza probabilmente in serie B. A Torino infine si sta curando lo sfortunatissimo Mattiello : tutti lo aspettiamo presto in campo. Forza, forza e ancora forza Mattiello. Di giovani e di acquisti (a gennaio e a giugno) parlerò nella prossima puntata.