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Juvemania: Giaccherinho finalmente 'Brazil'. Conte resta, in barba ai barbari
Settimana di sosta per Serie A e Champions e Juvemania in pillole.
Nella scorsa stagione Antonio Conte, che lo aveva fortemente voluto alla Juventus, disse del jolly di Talla: "Se si chiamasse Giaccherinho ne parlerebbero tutti...". Detto, fatto: domani Emanuele Giaccherini può coronare un sogno.
Arrivato in Serie A nel 2010 col Cesena, a 25 anni, tre anni dopo Giac si ritrova a giocare con la maglia della Nazionale contro il Brasile (nell'amichevole di Ginevra, quando probabilmente sarà schierato titolare da Cesare Prandelli).
In mezzo, in questo periodo: uno Scudetto, una Supercoppa di Lega, un titolo di vicecampione d'Europa con l'Italia, tanto sacrificio, tanta dedizione e anche un gol pesantissimo, quello che il 10 marzo decise al 92' il match fra Juve e Catania. E da domani, dopo aver giocato contro il Brasile, potrà davvero essere chiamato Giaccherinho!
Oggi Arrigo Sacchi ha scritto sulla Gazzetta dello Sport: "La Juventus è prima in classifica con merito, tiene alto il nome dell'Italia in Champions: la squadra gioca un calcio bello e moderno, guidato da un allenatore ammirato in tutto il mondo. (...). Il gioco ideato, condotto e allenato da Antonio è il vero leader che moltiplica le qualità tecniche e fisiche di tutti. (...). Conte ha usufruito di buoni giocatori che si sono dimostrati di alto livello sotto tutti i punti di vista: professionali, umani ed etici. Non ha ingaggiato i più famosi, ma sicuramente i più funzionali alle sue idee calcistiche (e fra questi c'è proprio Giaccherini, ndr)".
Detto questo, come mai tanto astio nei confronti di Conte e della Juventus? Sacchi risponde citando Enzo Ferrari: "Diceva che gli italiani perdonano tutto ma non il successo". All'ex ct e tecnico del Milan fa eco oggi, da Coverciano, Andrea Pirlo: "Quando vinci dai fastidio, ma certo non è bello arrivare allo stadio ed essere accolti con insulti pietre e bastoni. Purtroppo bisogno farci l’abitudine".
E' tutto qui? Si tratta solo di livore nei confronti di una squadra che da un anno ha ricominciato a vincere? In parte sì, ma c'è anche dell'altro.
Dietro le accoglienze riservate alla Juventus negli stadi italiani ci sono anche quei barbari del calcio che stanno inquinando il mondo del pallone italiano (Juventus Stadium incluso, sia chiaro, perché lo striscione su Superga e i cori contro Balotelli e contro i napoletani sono vergognosi e sono da condannare). E poi c'è anche un altro elemento: quella squadra che ha ricominciato a vincere si chiama Juventus e non c'è dubbio che l'odio riservato ai colori bianconeri da parte degli antijuventini annidati in tutte le altre tifoserie abbia carateristiche specifiche e dimensioni preoccupanti.
Si parla, naturalmente, di quel "sentimento popolare" che secondo Piero Sandulli, ex presidente della della Corte Federale della Figc, contribuì alla condanna della Juventus nei processi sportivi del 2006. Un "sentimento popolare" che, va detto, è nato e prosperato anche grazie all'apporto, avariato, di un certo tipo di informazione sportiva. Detto questo, cosa farà Antonio Conte da giugno in poi, in risposta alle pietre, ai bastoni, ai genitori che bestemmiano con in braccio bambini di tre o quattro anni? La risposta è una sola, al di là delle dichiarazioni di ieri sera a Catanzaro da parte dello stesso Conte: il tecnico salentino proverà ancora a vincere sulla panchina della Juventus. Magari non per 15 anni, ma sicuramente fino al 2015.
TURONE
A proposito di sentimento popolare... Se persino alla Rai, televisione di Stato, pare che sia stato "acchittata" (parola di Carlo Sassi, ex grande moviolista Rai) la moviola del famoso gol annullato a Ramon Turone nel match Juventus-Roma del 1981, chissà cosa ci si può aspettare da altre fonti di informazione...
Alcuni lettori potrebbero obiettare: ma Juvemania non è fazioso? Certo, a volte lo è. Ma è una faziosità già dichiarata nel nome della rubrica, in quel 'mania' che fa seguito alla parola Juve. E poi su Calciomercato.com abbiamo anche un Intermania, uno Milanmania, un Romamania, eccetera, per tutte le squadre di Serie A, sezioni che si trovano comunque all'interno di un sito che, al di là degli 'squadramania', si contraddistingue per l'obiettività e per lo stesso spazio concesso a diversi punti di vista (e questo ce lo riconoscono gli altri, non lo diciamo noi). Diverso invece è il caso di quel tipo di giornalismo sportivo che non si dichiara tifoso di questa o quella squadra e che poi, sotto traccia, sparge veleno e semina polemiche.
Postilla sui tifosi della Roma, per i quali quest'anno sono finiti due miti: 'Zeman che non vince per colpa di Moggi' e 'il gol di Turone'. Potrebbe essere una buona occasione, per tutto l'ambiente, stampa locale compresa, per crescere e imparare a correre con le proprie gambe, senza appoggiarsi alle stampelle dei soliti, vecchi (e ormai finiti) alibi..